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ILLUSTRATO
(spit^ga e suggerisce parole, sinonimi, frasi)
COMPILATO DA
PALMIRO PREMQ,},!^
Volume rrnno •''
V
VOCABOLARIO NOMENCLATORE.
I.
DEL MEDESIMO AUTORE:
// Nomenclatore scolastico o Vocabolario delle idee. In-8, di oltre 2300 pagine, legato in tutta tela L. 16 —
r^e^T^v
IL TESORO DELLA LINGUA ITALIANA
VOCABOLARIO
OMEXOLAT ILLUSTRATO |
OHF |
(spiega e suggerisce parole, sinonimi, |
frasi) |
COMPILATO DA |
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PALMIRO PREMOLI |
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VOLUME PRIMO. |
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,5 •••. |
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\f-xe/ |
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MILANO |
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Fratelli Treves, Editori. |
PROPRIETÀ LETTERARIA ED ARTISTICA.
/ diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l'Olanda.
Milano, Tip. Troves - 1920.
AL CORTESE LETTORE.
Come e perchè il Vocabolario Nomenclatore differisca essenzial- mente da tutti i vocabolari della lingua italiana fin qui pubblicati, grandi e piccoli, si comprende facilmente e subito dando una sbirciata appena alle voci che occupano più d'una colonna, piìi d'una pagina : per esempio, alle voci acqua, affare, agricoltura, amore, anatomia, andare, anima, animo, aria, araldica, armatura, arene, artiglieria, assicurazione, astro- nomia, automobile ; baco da seta, bambino, banca, barbiere, battaglia, bello, bene, bicicletta, bottega, buono; caccia, calzatura, cambiale, cap- pello, carne, carta, carte da giuoco, casa, cattivo, cavallo, cervelletto, cervello, chiesa, chimica, chirurgia, commercio, corsa, corse ippiche, co- tone, credito, cucina, cucinare, cucire; dare, debito, delitto, difficile. Dio, diritto, discorso, divinità, dolore, donna, dovere, dramma, drammatica (arte), dubbio; eccitazione, edificare, edificio, educazione, elettricità, elezione, epidemia, epilessia, epoca, erba, errore, esercito, età.... e mol- tissime altre voci.
Alle quali dando un'occhiata, sia pure rapidissima, ci si persuade tosto che il Vocabolario Nomenclatore, dopo spiegata la parola (unica funzione specifica di tutti gli altri vocabolari), mette intorno ad essa non solo i sinonimi, le frasi, le locuzioni, i proverbi — utile scorta per la ric- chezza e la vivacità dell'eloquio — ma tutta una legione, una pleiade di
VI AL CORTESE LETTORE
altre parole, che, con quelle avendo relazione, affinità, analogia, concor- rono a completare il corredo linguistico necessario, tanto per ben cono- scere una cosa nel suo complesso e nelle sue parti, quanto per esprimere in vari modi — nelle loro gradazioni, nelle loro sfumature — affetti, idee, sentimenti, ecc.
Dunque, un metodo, e procedente per mezzo dell'analogismo.
Certo, ma ben diversamente da quanto è nell'essenza e nella forma dei vocabolari detti appunto metodici finora comparsi, da quello del Ca- rena a quella dei signori Fanfani e Frizzi, del Palma, ecc. : i quali trat- tano solo una piccola parte della materia linguistica (la parte riguardante l'economia domestica, le arti e i mestieri, poco più) e anche questa di- stribuiscono in poche grandi categorie, zeppe di parole a migliaia, sicché a grande stento, se pure riesce, vi si può trovare quel che si cerca.
Non solo : ma, anche essendo in possesso di tali vocabolari metodici, lo studioso avrà tuttavia bisogno del vocabolario di vecchio stile, per dir così, ogni qualvolta non conosca il significato, il valore di un qualunque vocabolo.
Ad ogni modo : in tutti gli antecessori di questo libro le parole stanno — non è iperbole, né irriverenza — come sentinelle morte, in attesa di essere conosciute da chi abbia il tempo e il coraggio di percorrere la interminabile, la infinita via lungo la quale sono scaglionate. E non é mancanza di rispetto alla verità di fatto il dire che nei precedenti voca- bolari le parole stanno in sonno, immobili e fredde, come le pietre se- polcrali d'un camposanto, sicché, non sapendo altro, bisogna vagare a lungo, e non lietamente, in tutta la necropoli, finché ci si presenti all'oc- chio quella che è oggetto della nostra ricerca. E allora soltanto essa si rianima per risponderci.
Nel Vocabolario Nomenclatore, invece, non appena fissato un punto, un concetto ; non appena precisato un termine facile, generalmente noto, come centro e come compendio d'un vario ordine di cose o di idee, le parole saltano fuori da sé, vivaci, garrule, e volano in giro, sotto gli occhi di chi ha il libro in mano, e — quasi come rondinelle che, ro- teando nell'aria, si bisbigliano a vicenda il nome dei lontani lidi, ai quali migrare e l'ora della partenza — dicono al lettore le tappe del breve
AL CORTESE LETTORE VII
viaggio che egli deve compiere attraverso le pagine per rintracciare quel che desidera, per trovare la messe che gli occorre.
Già sulla soglia di questo primo volume, l'autore avrebbe potuto esporre il concetto fondamentale da cui l'opera trae origine, mettendo in evidenza anche il meccanismo, i congegni, i metodi adottati nelle succes- sive fasi del lavoro ; ossia, presentando come in uno specchio, per dir meglio in una vivisezione, la struttura interna della compilazione. Ma egli ha voluto — ragionevolmente, dobbiamo riconoscere — corroborare la sua lezione dimostrativa col mezzo efficace di opportuni esempi, da prendere in tutte le varie parti del libro.
E perciò, invece di avere qui una monca prefazione, il lettore cor- tese troverà alla fine dell'opera una spiegazione completa, un chiarimento esplicito e del concetto e del metodo, in guisa che il Vocabolario No- menclatore possa, nel miglior modo possibile, servire allo scopo per cui fu ideato e pubblicato.
Gli Editori.
AVVERTENZE.
Per essere più facilmente in grado di rintracciare le parole, le frasi, ecc., che cerca, il lettore troverà alla fine dell'opera la spiegazione, il prospetto, il quadro del meccanismo, per dir così, ossia del metodo che l'autore ha adottato nella sua compilazione.
Le parole in carattere aldino corsivo portano con sé un rimando, un rife- rimento, come fossero accompagnate da un V. (vedi); hanno cioè un articolo proprio.
A. Prima lettera deìValfctbetù. (*) — Indicazione di principio.
Abaco. Membro architettonico, nel quale ter- mina il capitello della colonna.
Ab antico (ab antiquo). Fino AiàVantico, os- sia da tempo lontano.
A bardosso. Modo di cavalcare.
Abate. Superiore o titolare di un'abazia (aljfta- zia). Titolo anche di un chierico, non sacerdote, o di un sacerdote che non esercita cura d'anime.
- Abate mitrato, i\viQ\\o che, in certe solennità, ponti- tìca come i vescovi. - Si distinguono abati secolari, regolari, laici, militari, abati conti, abati del campo, ecc. - Abatino, abatucolo, dimin. e spreg. - Abato- ne, abate grasso, fresco e anche ricco. — Priore, chi ha la prima dignità dopo l'abate. — Abbaziale, atte- nente ad abate.
Abbadia, badia (abazia), chiesa retta da un abate 0 da un'abbadessa; chiesa abbaziale, priorale. — Abbazia, beneficio che gode l'abate, e anche la sua dignità gerarchica.
Bastone pastorale, mazza portata dagli abati in certe cerimonie, come insegna del loro ufficio.
A battiscarpa. Modo di tnangiare in fretta.
Abazia. Detto in abate.
Abbacare (abbacato). Vagare con la fantasia.
Abbacchiare (abbacchiamento, abbacchiato, ab- bacchiatura). Abbattere le frutta dalla pianta con la pertica (bacchio). Bacchiare; bacchiata.
Abbacchio. Leggasi in agnello.
Abbachista. Conteggiatore, contabile.
Abbacinare (abbacinamento, abbacinato). Offu- scare la vista; rendere cieco. — Antico modo di pena. — Abbacinato, detto di occhio illanguidito.
Abbaco. Libercolo che insegna i principi del- Varitnietica. Abbachino, librettino. — Arte di fare i conti.
Abbacone. Chi si abbandona al fantasticare.
Abbadare (abbadato). Leggasi a badare.
Abbadessa. Superiora di un convento.
Abbadia. La chiesa retta da un abate.
Abbagliare (abbagliaggine, abbagliamento, ab- bagliante, abbagliato, abbaglio). Impedire momenta- neamente la vista per troppa Itice; indurre in errore, in inganno; produrre fascino.
Abbàg'llo. Sbaglio, errore.
Abbaiare (abbaiamento, abbaiata, abbaiato, ab- baiatore). Il mandar fuori la voce che fa il cane.
— Figuratamente, gridare o minacciare, per lo più invano.
Abbaino. Apertura sul tetto di una casa. — Piccola stanza.
Abbàio, abbaio. Vociare del cane.
Abbaione (baióne). Chi è facile a gridare.
Abballare (abbalkito^bballatore). Modo di av- volgere.
Abballinare (abballinato). Modo di sfare il letto.
Abballottare (abballottato, abballottio). Abbal- lare, avvolgere.
Abbambinare (abbambinato). La spiegazione a pietra.
Abbancare (abbancatura). Operazione che fa il conciatore di pelli.
Abbancàto. Che ha banchi : detto di naviglio, di nave.
Abbandonare (abbandonato, abbandono), La- sciare affatto, con animo o di non ripigliare o di non ritornare più alle cose, alle persone, al luogo che si lascia; non avere più cura di cosa o per- sona; lasciar da parte; spiccarsi; lasciare senza aiu- to, senza custodia, senza difesa; lasciare met- tere, porre in abbandono.
Detto di carica, impiego, ufficio, indica dimis- sione; della patria, emigrazione, esilio; della milizia, disertare.
Abbandóno, l'abbandonare, o, più «pesso, l'essere abbandonato : abbandonamento, abbandonatezza.
Abbandonato : derelitto, negletto, trascurato, insoc- corso. — Non trovare né can né gatto che abbai per lui, di chi è abbandonato da tutti. — Ci crescon le ortiche: di luogo abbandonato.
Locuzioni indicanti abbandonare : dar la benedi- zione ad una cosa; dire o dare l'addio a qualcuno; piantare, dare un piantone ; far la croce, il crocione su checchessia; desèrere (poet.), vedovare, rinun- ciare, volgere le spalle, le reni; voltare il bel di Roma; rifiutare, ripudiare (di moglie); battere in ritirata; battere, suonare a raccolta.
Abbandonare improvvisamente: piantare in tronco, sui due piedi, di punto in bianco.
Abbandonare completamente, per sempre: lasciar solo, derelitto, solo come un cane; fregare il piede all'uscio d'una casa; non voler più sapere di cosa 0 di persona, rinunciarvi; lasciare il banco e il beneficio; lasciar bollire alcuno nella sua acqua come gli spinaci.
Abbandonare in difficoltà: lasciare alcuno nelle peste, senza prestargli aiuto ; lasciare in secco, in as- so, in malora; lavarsi le mani, di cosa o persona.
Abbandonare con disprezzo: dare un calcio a
(cosa o persona).
(•) — Le parole in carattere alditlO corsivo portano con sé un dimando, un riferimento, come fossero accompagnate da un V. (vedi).
AlìBANDOXAKSI — ABBONAMENTO
Abbandonarsi. Modo ili /V/rc o di darsi coiii- ph'tanieiìlc ad una cosa, sia lavoro, jnacere, vi- zio, speranza, ecc. Applicarsi con ardore, con passionai. — Perdersi d'animo, di coraggio.
Perdere la forza. , ,,. ^,. ^
Abbandono. Atto ed elTelto M\ abbando- nare e {M\ abbandonarsi.
Abbarbaj?Uare, abbarbaglio fabbarbagha- menio, abbarbiuiliotoj. Più che abbagliare, ecc., detto (Iella luce e della vista. , ,, , . ,,
Abbarbare, abbarbicare {abbarbarst, abbar- bicarsi). L'appiccarsi, ralliirnare della i>m«frt. — Con altro sijrnilicato. attaccare.
Abbarcare (abbarrato). Aininontare, far muc- chio. ^, , . ,
Abbarrare (abbarrato). Sbarrare, cittudere, fortificare con barricata. „ , „
Abbaruffare, Siìì\)iì;rvifSio (abbaruffato), 11 met- tere in disordine.
Abbaruffarsi (obbarnff amento). Far rissa.
Abbassamento. Atto ed efVetto MY abbas- sare.
Abbassare (abbassato). Portare o piegare in 6aA-so/ diminuire Y altezza; chinare, inchinare la faccia, la testa, la persona ; smorzare la voce; rinviliare, detto di prezzo o del valore d'una merce; scemare, umiliare Yautorità, Yorgoglio, la jìotenza ili qualcuno. Bassare, sbassare, di- bassare: rabbassare, riabbassare (abbassare luiova- inente), calare, tirar ìììù: chinare, dechinare, decli- nare, inclinare, richinare: abbattere, atterrare, de- primere; adimare. avvallare; degradare — Abbassare, violentemente, abbattere.
Per altri significati, veggasi arme, bandiera.
Abba.>isamento: bassamento, dibassamento, sbas- samento; avvallamento, calamento, dechiuamento. rabbassamento : al)bassazìone, abbassatura, avval- latura, dibassatui-a; declinazione, depressione, di- gradazione. — Sresa, discesa, l'atto dell'abbassare 0 dell'abbassarsi. — China, pendio, declivio, ter- reno 0 luogo (lell'abbassamento.
Abbassarsi (abbassato), (talare, scendere; di- minuire d' altezza. — Awilirsi, umiliarsi, fare alto di umiliazione.
Abbassatore. 'Jualilìca e funzione di muscolo.
Abbasso. Nella parte inferiore, al basso.
Abbastanza. Avverbio indicante quantità sufficiente, baslante, bastevole — Essere o avere a bastanza: a siiflicienza; bastantemente, liastevolmente: al convenevole, al compimento; a petizione, a .'jocc!;; fin che se ne vuole; soddisfacentemente, Ijisognan- teniente, a sobrietà; né poco, uè troppo; quel tanto che occorre; alla necessità, assai.
Hastare, soprabbastare: a^ere o sapere una cosa per proprio consumo, non più.
Non abbustan-a: insufficiente, insufficienza; in- congruo, incongi'nilà; mancanza, scarsezza, difetto, relativamente al &t.sof/«o. — Altro che biacca e ce- rotto!, di mezzi insuffìcii'iili a ui>o scopo.
Abbatacchiare (ablnitacchiatoj. Lo stesso che abbacchiare.
Abbàttere (abbattimento, abbattuto). Getlar giù, mettere a basso, demolire, atterrare; jwrre, man- dare, (acciare, stendere a terra; radere al suolo, ra.sare, spianare: rovesciare, scoscendere, diroccare, smantellare: sfasciare, profondare, rovinare. \\\- petiz., riabbai fere.
Figin-alami'ule, prostrare (prostrazione), dar lo sbalzo, mandare a gambe all'aria, far saltare - , Do-
mare, vincere - Confutare, oppugnare un discor- so, una ragione, ecc.
Abbattersi. Fare incontro. - 11 verificarsi di un avvenimento.
Abbattifieno. Detto a stalla.
Abbattimento. Atto ed effetto duìY abbattere; prostrazione di forza; debolezza, anche di ani- mo; senso di sbigottimento, di patirà, di coster- nazione. - Rappresentazione di battaglia.
Abbattuta. Abbattimento d'alberi per fortifi- cazione.
Abbatuffolare , abbatufolare (abbattuflo- hito). Hidurre in batuffolo, avvòlgere.
Abbatuffolarsi. Mettersi in rissa.
Abbazia (abbaziale). La chiesa dell' abate.
Abbecedàrio (abecedarioj. Libro per imparare a leggere.
Abbellare (abbellato). Far bello.)
Abbellire (abbellimento, abbellito). Far beilo; rappresentare una cosa più bella che non sia; or- nare, ornarsi.
Abbeverare (abbeverato). Dar da bere al be- stiame; acquare, beverare, condurre a bere; con- durre àXY abbeiieratoio.
Abbeveratoio (beveratoio). Vaso nel quale be- vono 0 si fanno bere, conducendoveli, gli ani- mali; più propriam., quello degli uccelli. Volgami., beverino, beriuolo. ■ Truogolo, trogolo, trogolelto, trogolino; vaso, vaschetto, vascone; bigonciuolo; guazzatoio, acquaio. - Vedesi anche a cavallo e a pollo.
Abbiadare (abbiadato). Pascere di biada il bestiame.
Abbicare (abbicato). Far tnuccJiio. - Lavoro di agricoltura.
Abbicci. Piccolo libro per imparare a leggere.
Abbiente. Chi possiede, chi ha qualche Hc- chezza.
Abbietto. Di nessun Aalore morale, vile.
Abbigliamento. Atto, effetto, modo di abbi- gliare 0 di abbigliarsi; anche il complesso degli oggetti che si adoperano all'uopo. '^ Abbigliare, abbigliarsi (abbigliato, abbi- (jliatura). Il vestire o il vestirsi con ornamento, con ricercatezza, con eleganza, con lusso.
Abbinare (abbinamento, abbinato). Accoppiare, appaiare, unire.
Abbindolare (abbindolato, abbindolatura). ì\ì\ì:- ^ìvAvc. con ingannò.
Abbiosclare (abbiosciarsi, abbiosciato). Lasciarsi cader d' animo, accasciarsi ; appassire.
Abbisognare (abbisognato). Avere, far di bi- sogno, di necessità.
Abbisognèvole. ('he è di bisogno.
Abboccamento. Abboccarsi, venire a col- loquio.
Abboccare (abboccato). Prendere in bocca o con la bocca. - Empire una botte, un vaso. - Di persona, mangiare assai.
Abboccarsi. Parlare. a\er colloquio.
Abboccato. Detto di t'ino tendente al dolce e di fiasco ])ieno.
Abboccatolo. Bocca della fornace. . Abboccatura. L'orlo di un l'aso da bere. - Parti» mal cotta di pane. ■ Avanzo di farina nella macina.
Abhonacciarc (abbonacciato). Detto ^calmare.
Abbonamento, (lallicismo corrispondente alle voci associazione, convenzione, quota, meno speii- fkkge, Indica il patto, l'accordo per cui si ha ridu-
AHllONAHE
ALI!OTTl.\.\nSI
zione di pagamento su un giornale o altra pub Idicazione, sul!' entrata a teatro, sui viaggi in l'errovia, ecc.
Abbonare qualcuno, prendere abbonamento per lui, associarlo. - Abbonarsi, prendere abbonamento per sé, associarsi. Meglio detto: dare il nome, scri- versi, inscriversi, sottoscriversi, firmarsi; in senso me- no commerciale, accedere, aderire; affittarsi, ap- jìal tarsi.
Abbonato, cbi gode abbonamento, associato, socio, appaltato.
Abbonare, abbonarsi (abbonato). Detto in abbonamento.
Abbonare (abbonato). Render buono, in senso materiale; menar buono un conto non liquido; detrarre una parte del débito.
Abbondante (abbondantemente). Che è in «6- bondanza.
Abbondanza. Grande quantità, gran copia, molto di qualsiasi cosa, specialmente dei prodotti del suolo e delle cose necessarie a vivere: abbon- devolezza, abbondezza, abondanza, abondanzia, co- piosità; gran sufficienza, più che a bastanza, d'a- vanzo; larghezza (specialmente di mezzi), numerosità, ampiezza, dovizia, lautezza, foltezza, ricchezza; affluenza; sfarzo, tesoro; nugolo; brusìo.
Magona, inondazione, ubertosità, ubertà, esube- ranza.
Cornucopia, corno simboleggiante l'abbondanza. - Eldorado, paese d'abbondanza e di delizie.
Abbondante: più che sufficiente, abbondevole, ab- bondoso, copioso, pieno, di buona misura, molte- plice, moltiplice, numeroso, opimo, ricco, profuso, uberifero, ubertoso.
Abbondantemente: essere o avere largamente, gran- demente, profusamente, a piene mani; a barelle, a bizzeffe, a bottacciate, a cappellate; a carra, a car- rate, a balle, a cestoni, a stala, a colme staia; a busso, a cataste, a ciocche, a distesa; a barche, a isomie, a josa; a masse, a moggia, a sacca, a some; a sbacco, a manate, a manciate, a grembiale ; a braccia, a bracciate, a braccia quadre; a ceste, a carrettate, a secchie, a cataste; a cafisso, a cafusse; a Hìisura di crusca e di carbone; a bacchio, a ba- rili, a corbelli, a Corbellini, a giumelle; a fonte, a macco, a micco, a bacchio; a moggia, a sciami, a fiumi, a monti ; a boccali, a palate, a tonnellate, a nembi; infino al collo, all'infinito; a petizione, a bocca, a bocca cosa vuoi; più che maggio foglie.
Abbondare: trabastare; essercene da dare e da ser- bare; da benedire e da santificare; piovere, fioc- care, fare il fiocco; avere la cava, la conserva d'una cosa; essercene per la toppa e per il magnano; quante (uova o altro) ne può benedire prete; da fare il letto ai cavalli; per la mestola e per il ma- nico; quanto può chieder bocca; tanto da bastare a un convento; più che le stelle e la rena; tanto da vendere; fino al collo, fin sopra i capelli; a busso e a fusone.
Grande abbondanza: esuberanza, ridondanza, esuperanza; sovrabbondanza, soprabbondanza; so- vranbondevolezza; eccedenza, eccesso, sopraccedenza, soverchiezza, soperchiezza, soprappienezza, sover- chianza; traboccaménto, straboccamento, ribocco, strabocco; rimboccamento, rimbocco; rigurgitamento; travasamento, stravasamento, travaso; profluvio, pro- fusione; colluvie, diluvio, rovescio; abisso, troppo; subisso; visibilio. Superfluità, superfluo; caterva valanga; sproposito. Un buscherio, un mondo, un flagello, uno sterminio.
Detto di liquidi: a catinelle, a bigoncie, a gronde, a sgorgo, a onde, a bocca di barile.
Abbondare soverchiamente: ridondare, esube- rare, diluviare; riboccare, traboccare, straboccare; sovrabbondare, soprabbondare, soprammontare; stra- moggiare; eccedere, esuberare; sopreccedere; sover- chiare, soperchiare; rigurgitare. Essere riboccante, straboccante, strabocchevole, trabocchevole, soprap^ pieno, esuberante; colmo, ricolmo; colmo e caricalo.
Abbondanza varia - Abbondanza svariata, di cose diverse. - A rifascio, grande e disordinata quantità di cose 0 di una cosa - ììallaccia, quantità di roba sciu- pata. - Condire, fornire in grande abbondanza. - Cuc- cagna, grande abbondanza e luogo (paese) di grande abbondanza e di lieto vivere per gli sfaccendati. - DiavoUo, gran quantità di persone o di cose, che fanno strepito (un diavoliodi mosche e di zanzare. Un diavo- lio di beceri, di ciane). - Fitta, gran quantità di persone 0 cose cattive, noiose. - Larghezza di grazie, di cò- modi, abbondanza in generale. - Miniera di fatti, di aneddoti, ecc. - Ogni ben di Dio (fam.), abbondanza d'ogni cosa. - Pasciona, abbondanza di guadagni e di viveri, cuccagna. - Precepizio, abbondanza strana.
- Profluvio, sovrabbondanza di liquido traboccante.
- Un rovescio di lodi, di ingiurie e simili. - Scossa, quantità improvvisa: una scossa di funghi. - Sfoggio, abbondanza, per lo più di ornamenti. -Vivaio di impie- gati, di maestre, d'artisti, ecc., in gran numero. - Zavorra, abbondanza di roba ordinaria.
Locuzioni. - Andar col corbello in un posto : esserci molta roba da raccogliere. - Avere le sette peste d'una cosa, un'abbondanza noiosa. - Levar cento lire a loro é come levar un pelo a un bue : di cose dove ce n'è in quantità enorme. - Nuotar nelle lasagne, avere ab- bondanza d'agi, di prosperità. - Scialare, spendere assai, potendo vivere nell'abbondanza di tutto. - Por- tare acqua al mare, vasi a Samo, nòttole ad Atene, frasconi a Vallombrosa, indulgenze a Roma, tavole a Fiumalho, portare una cosa dove ce n'é abbon- danza. - Se ne può fare alla palla : di persone o di cose, essercene gran quantità; di denari, spènderne senza criterio.
Proverbio : L'abbondanza e la dovizia fa o genera la carestia, perchè quanto più abbiamo tanto più consumiamo.
Abbondanzlere. Ufficiale deìVannona.
Abbondare, abbonderolezza (abbondevole). Detto in abbondanza.
Abbondóne. Presuntuoso, saccente, tnillan- tatore.
Abbonire, abbuono {abbonilo, abbono). Il ren- dere buono; il render fertile. — Indurre in cal- ma, — Defalcare una parte del debito; rinun- ciare a una parte del credito.
Abbordare, abbórdo (abbordaggio). L'acco- starsi ad una nave per combatterla; approdare - Incontrare, fermare per via. — Appiccar di- scorso.
Abbordóne. Detto a contegno.
Abborracciare (abborracciamento, abborrac- ciato, abborracciatura, abborraccio, abborraccione). - Rafforzare, fare qualche cosa alla peggio, in fretta.
Abborrire (abborrimento, abborrito). Avere in odio.
Abbottarsi (abbottato). Fare una corpacciata, mangiare molto.
Abbottinare fabbottinato). Mettere a sacco, fare saccJieggio.
Abbottlnarsl (abbottinato). Mettersi (di soldati) in ribellione.
ABBOTTONABE
Abbottonare (abbottonato, abbottonaturaj. Fer- mare con bottone o bottoni. — Abbottonatura, parte del vestito, — Abbottonato, di persona che tiene il segreto.
AbbozzaccMare fabbozzacchiatoj. Peggiorativo di abbozzare.
Abbozzare, abbòzzo (abbozzato, abbozzaticcio, abbozzatura). Il dare la prima forma o fare il primo disegno d'un'opera d'arte, o d'altro lavoro, la trac- cia, la minuta d'uno scritto, ecc. ; sbozzare, schiz- zare, dare un'abbozzata; tracciare, ordire, imbastire; delineare, disegnare; smodellare, digrossare (dello scultore), dirozzare, — Abbozzicchiare, fare abbozzi di piccolo conto.
Abbozzo, abbozzamento, sbozzo, schizzetto, schizzo, traccia, tracciato; embrione, idea; abbozzatura, abboz- zetto, bozzetto, bozzo; bozzaccia; sbozzatura; im- brattatura, imbratto; traccia (d'un dramma e si- mili), tracciamento, delineamento, delineatura; mo- dello, studio, saggio; prima facitura; dirozzamento, sconciatura, sconciaturella.
Abbozzaticcio, poco più che abbozzato; abbozzic- ehiato, meno che abbozzato.
Abbozzare, manovra di nave.
Abbozzato, di persona che ha brutta corporatura.
Abbozzolare (abbozzolato). Lavoro del baco da seta.
Abbozzolarsi. Agglomerarsi, di farina.
Abbracciaboschi (abbracciabosco). Madreselva, pianta rampicante.
Abbracciare, abbraccio (abbracciamento, ab- bracciata, abbracciato). Il circondare, lo stringere con le braccia, per lo più in segno d'affetto : afferrare con le braccia, prendere con ambe le braccia, av- vincere con le braccia; gettare, buttare le braccia ai collo ; stringere, avvincere, avvinghiare il collo ; avvinghiarsi, buttarsi al collo; amplettere; dar di piglio ; recarsi in braccio ; stringere in braccio, nelle braccia, al seno, al cuore, ecc.; dare un abbraccio, un amplesso.
Abbracciare stretto stretto, forte forte ; abbrac- cmcc/itare,abbracciare spesso, a dimostrazione d'affetto lezioso ; avventarsi, abbracciare con injpeto ; avvitic- chiare, abbracciare stretto per connnozione — Ab- bracciata, vicendevole abbracciamento ; anche ab- braccio alla lesta.
Per altri significati, leggere a misura, pianta, professione, stomaco.
Abbracciata. Detto a cavaliere.
Abbracciatutto, Factotum, faccendiere.
Abbrancare (abbrancato^. Afferrare, pren- dere ; mettere bestiame in branco. - Abbrancarsi, afferrarsi, attaccarsi.
Abb regolamento. Accorciamento, coìnpendio.
Abbreviare, abbreviazione {abbreviamento, abbreviativo, abbreviato, abbreviatura). Il fare, rendere breve, sincopare ; rendere corto, detto di discorso e simili. - Abbreviarsi, divenir breve. - Abbreviatura, abbreviazione, troncamento di parola. — Opera- zione di algebra.
Abbrevlatore. Segretario della cancelleria pa- pale ; funzionario della Curia Romana.
Abbrezzare (abbrezzato). Patir freddo,
Abbrlccàsrnolo. Uccello rampicante.
Abbriccare, abbriccarsi, (abbriccato). Modo di ranipicare o di assestare un colpo.
Abbrivare (abbrivato). Detto a nave (movi- iiieiiti), corsa, salto,
Abbrividire (abbrividito). Rabbrividire per fr edito 0 per paura.
Abbrivo. V. a nave (movimenti), salto. Abbronciare (abbronciato). Fare il broncio. Abbronzare, abbronzire (abbronzamento, abbronzato, abbronzatura, abbronzo). Dar la tinta del bronzo ; render bruno, riferito a pelle — Pri- mo effetto del bruciare. Abbruciacchiare. V. a bruciare, fuoco. Abbruciare, abbruciarsi (abbruciamenlo, abbruciante, abbì~uciaticcio\, abbruciatura). Ardere, bruciare ; rendere, diventare arido, detto di ter- reno.
Abbrunare, abbrunarsi (abbrunato). Far bruno j mettere, mettersi a lutto.
Abbrunire (abbrunito). Rendere o diventar brano. Abbruschino. Fornellino da cucina. Abbrustiare ( abbrustiato ^.Detto a bruciare, e a caffé. Abbrustire (abbrustito). Mettere a fuoco. Abbrustolire (abbrustolito). Mettere a fuoco - Cuocere arrosto.
Abbrutire, abbrutirsi (abbrutimento, abbru- tito). Ridurre o ridursi come bestia. Abbruttire (abbruttito). Rendere brutto. Abbuiare, abbuiarsi (abbuiamento, abbuiato). Rendere o diventar buio, oscuro : detto anche del tenuto. Abbuonare. Lo stesso che abbonare. Abburattare (abburattata, abburattatura). Stac- ciare la farina. - Fig., discutere.
Abbuzzire, abbuzzirsl (abbuzzito). Sentirsi troppo pieno per soverchio tnangiare.
Abdicare, abdicazione (abdicativo, abdicato). Il rinunciare al trono, al potere sovrano ; anche a un diritto, a una volontà, ecc. Abdome. Leggasi a ventre. Abduttore, abduzione. Qualifica e funzione di muscolo.
Abecedarlo (abbecedario). Libro per imparare a leggere,
Abelmosco. Pianta malvacen, usata già come medicinale, ora solo in profumeria.
Aberrare (aberrazione, aberrato). Detto a er- rore, luce, ottica. Abetaia. Detto in abete. Abete. Albero con itero d'alto fusto! lat., picea. Usato nell'industria per fare travi, casse, tavole, ecc. - Abete rosso, il larice, una delle specie prin- cipali come il bianco e il nero - Abetella o stile, abete reciso dal suolo, lungo, sottile ; antenna per i ponti delle fabbriche. - Abetina, abetaia, foresta d'abeti. - Aòp^mo, di abete, simile ad abete — Ragia, materia resinosa degli abeti e dei pini. — Abietina, vino 0 birra, con infusione di foglie d'abete.
Gli abeti svettan le messi: allungano la vetta, di- ventano molto alti. Ab eterno. Sempre, nel passato. Ab experto. Per esperienza. Abiàda. V. a diarrèa, a tonici. Abiettezza, abiezione. Disposizione d'animo e condizione iìe\V abbietto. Abietto. Degno del massimo disprezzo; vile. Abig-eato (abigeo). Furto di bestiame. Abile. Chi è dotato di abilità, — Per altro significato, a leva mUitare,
Abilità. Capacità di riuscire in cose non facili: attitudine, idoneità ; sufficienza; accortezza, destrezza, ingegno, talento; perizia, bravura, validità, valore ; magistero, magisterio, magistralità, maestria; sagacia, tattica. — Abilmente, con abilità.
ABILITA
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Avere abilità: essere atto, idoneo, capace, valente, valido nel fare una cosa qualunque ; Bravo, destro, esperto, sperto nella propria arte, nel proprio me- stiere, nella propria professione ; accorto, lesto ; ingegnoso, valoroso virtuoso, Avere le cose su per le dita, sulle dita ; avere la mano del cielo, la ma- no di Dio, la mano benedetta ; avere le mani, le dita d'oro ; saper levare le pecore dal sole ; saper uscire da un fondo senza zucca ; avere gamba a far le cose ; aver cimiero ad ogni elmetto ; navigare a tutti i venti ; aver mantello ad ogni acqua. - A chi abbia abilità suole « affarsi la scesa e la salita ; a chi ha testa non manca cappello. »
Diavolo, di persone di gran bravura,, alla quale riesce ogni cosa. - Maestro, abilissimo. - Riuscire, esser abile, saper fare, potere. - Sapercela, essere capace, avere l'arte. - Tatticone, abile nel trattare, nel destreggiarsi.
Essere molto abile: essere persona di grande affa- re, di gran valuta, di molti numeri, di peso, di polso; eccellente, a tutta botta, di prima portata, di gran ricapito, di cartello, coi fiocchi, un portento.
- Valere tant'oro.
Esseì-e abile a pili cose : essere versatile, a tutte mani ; a bottega ad ogni cosa ; da basto e da sella; da bosco e da riviera; di nidio e navicello ; atto a ricucir telline. Avere ad ogni piaga unguento.
Trovarsi a far cosa in cui si è abili : essere in casa propria, nella propria provincia, nella propria piscina, nella propria beva, nel proprio centro; essere invitato al proprio giuoco.
Rendere abile : abilitare, insegnare; mettere in condizione di fare alcunché; dar modo, mezzo, via, ecc. Rendere o dichiarare uno abile a un esercizio; dichiararlo idoneo ; dare il diploma, matricolare.
- Abilitarsi, mettersi nella possibilità e nella capa- cità di fare, di esercitarvi una professione, ecc. — Abilitazione, atto ed effetto dell'abilitare ; anche il relativo documento. Avere, ottenere, conseguire l'abi- litazione.
Locuzioni. - Avere della politica, nell'uso co- nmne , avere astuzia, usare prudenza, accorgimento, per giungere ad un fine, per ottenere un dato ri- sultato. - Avere le mani in pasta, locuzione fami- liare che significa avere ingerenza pratica in qualche faccenda. — Rarba d'uomo (uomo di valori), locuzione viva nella frase familiare non c'è barba d'uomo che... per dire : non c'è alcuno, per quanto forte, che... ecc.
- Chi fa il carro lo sa disfare, di chi é capace, abile.
- Esser muso da ciò, essere uomo atto a fare una tal cosa che richieda coraggio o abilità. - Mano esperta, in operazioni manuali o chirurgiche ; industri mani, detto specialmente di artefici, di cucitrici, ecc. ; mani ingegnose, quelle che compiono felice- mente lavori difficili e delicati ; mani benedette, quelle che si adattano ad ogni lavoro, riuscendo sempre bene. - Sapere il fatto suo, essere capaci in quel che si vuol a fare.
Inabilita' : mancanza, negazione di abilità ; inca- pacità, inettitudine, incompetenza, inesperienza, im- perizia, dappoccagine, impotenza. - Essere inabile, metto, incompetente, incapace, imperito, dappoco, barbino, sciattino, malaccorto, mal pratico, malde- stro, guastamestieri ; impolitico ; cempenna, cem- penno, sbercia, schiappino ; ciampichino, biascin- tingoli (buono a nulla); zuccone, testacela, minchione, zugo ; buono a far cencio. — Essere buono alla festa dei magi ; affogare o essere affogato ne' moccichi ; non saper tenere l'ago in mano ; non saper levare un ragno da un buco ; esser tale da morir di fame
in una madia di pane. — Contrario ad abilitare : inabilitare, inabilitazione, inabilitato.
Abilitare, abilitarsi (abilitazione). Detto in ùJbilità.
Ab immemorabili. Da tempo immensamente antico.
Ab incarnazione. V. a cristianesimo»
Ab Inizio. Da principio.
Ab intestato. Condizione di eredità, secondo testamento.
A bisdosso (a bardosso). Modo di cavalcare.
Abisso. Luogo profondo e, per lo più, oscuro; voragine (poet., vorago), baratro, viscere della Terra, latebre, inferno; anche immensa profondità di acque. - Figuratamente : perdizione, rovina. - Gettare 0 cadere in un abisso: profondare (profondamento, profondato), inabissare (inabissamento, inabissato); precipitare. Inabissarsi, precipitarsi, essere travolto, scomparire in un abisso ; sprofondarsi.
Abitàbile. Da potersi abitare.
Abitàcolo. Luogo in cui abitare, meschina casa.
Abitante. Verbale di abita/re.
Abitare (abitabile, abitante, abitato, abitazione). Stare in un luogo, vivendovi più o meno in per- manenza, detto tanto di casa quanto di paese: di- morare, soggiornare (con dimora non fissa), star di casa ; avere, tenere soggiorno, soggiornamènto, sede, stanza ; stanziare, risiedere, permanere, tener piede, essere stabilito, acquartierato ; albergare (per breve tempo), alloggiare.
L uomo, prima di riuscire a fabbricarsi una casa, un palazzo, si rifugiò entro ripari naturali (an- tro, caverna, grotta) ; poi si piantò la tenda e si costruì la capanna, usate tuttora da popo- lazioni non incivilite; edificò anche abitazioni su palafitte, in riva ai laghi. Già nell'evo antico costruì la villa; nel medio evo, il castello e la torre. Oggi ancora alcuni popoli vivono in abitazioni galleggianti, sopra varie sorta di barche.
Si abita in casa propria o a pigione, a doz- zina; temporaneamente, in un albergo, in un'o- steria, con alloggio, o presso qualcuno per ospi- talità.
Accasarsi, fissare l'abitazione, stabilirsi in un luogo, 0 tornare ad abitarvi; stare a uscio e bottega, abitare vicinissimo ad altri; tornare a pigione, andar ad abitare in una casa d'affitto. - Coabitare, abitare insieme, esser coabitanti, avere coabitazione (detto anche dell'uomo e della donna che vivono insieme senza essere legittimamente marito e moglie) ; riabitare, abitare nuovamente. - Confinare, mandare persona ad abitare forzata- mente in un luogo.
Abitàbile, da potersi abitare (luogo, casa, paese), abitèvole (disusato) ; contrapposto, inabitabile. - Abi- tato, luogo in cui sono abitazioni (aggettivamente, dicesi di paese o di casa con abitatori). - Aperto, luogo abitato (comune, borgo, città), non cinto da mura o anche senza cinta daziaria; luogo calcato, gremito di case, con molte abitazioni; vicinato, in- sieme di abitazioni vicine. - Terra, denominazione generica di un luogo abitato e murato ( ma ora l'uso di chiamar così un paese abitato va scompa- rendo). Dimin., terretta, terricciuola,
Contrapposto : inabitato, deserto, disabitato ; luo- go nel quale nasce la gramigna.
Abitante (abitatoì'e, abitatrice): chi abita, sta per- manentemente in un luogo; si riferisce più a città 0 paese, che a casa, mentre la voce abitatore indica
solo il fatto dell' abitare. Residente, avendo sede, dimora, domicilio; incolo. — L'insieme degli abitanti d'una città, d'un paese costituisce ìa popolazione; e s' usa dire tutta la Terra per indicare tutti gli abitanti di questa. - Si chiamano poi: antipodicoli gli abitanti d' un luogo della Terra diametralmente opposto (antipodo) ad un altro ; antassoni, antiassoni, quelli che stanno nell'asse opposto; antizoni, se in zone opposte; anticloni, se in opposti emisferi della Terra.
. Borghigiano, abitatore di borgo; campagnuolo, chi abita in campagna e si é addetto dXY agricoltu- ra; castellano, terrazzano, terriero, abitatore di castello; cittadino, abitante di città; colligiano, abi- tante dei colli; compaesano, dello stesso paese (vil- laggio per lo più) abitato da altri, conterrazzano, conterraneo; forese (voce disusata), uomo di con- tado, che sta fuori di città; foresto, forestiero; indigeno, nativo del paese in cui abita; paesano, del paese, contrapposto a straniero; residente, di- morante (per lo più, con carattere ufficiale).
Trogloditi, abitatori di caverne, di sotterranei.
Anagrafe, registro municipale de^li abitanti d' una città, d' un comune - Censimento, iscrizione del nu- mero e della condizione degli abitanti d' uno Stato.
- Colonia, Y insieme di molte persone dello stesso paese stabilito in un altro. - Incoiato, la condizione di chi dimori in un paese che non è il suo.
Abitazione, lungo da abitare o dove si abita: casa; residenza, sede, abitagione (disusato); nido, ricetto, rifugio, ricovero. - Gli aggregati di abita- zioni, a misura che queste diventano numerose, formano il villa^giOf il borgo, la città, ciascun gruppo costituendo (amministrativamente) un co- mune o frazione di comune.
Abitazioncella, abitazione piccola e, più o meno, graziosa. - Abitacolo, abitazione da poco. - Antipodi, luogo d'abitazione diametralmente opposto a un altro.
- Abituro, abitazione umile, meschina. - Alloggio, luogo dove si stia per un tempo più o meno lungo per amicizia o per pagamento. - Baracca, specie di capanna o di riposo latto per dimorarvi temporanea- mente. - Casale, piccolo aggregato di abitazioni. - Dimora, permanenza, lo stare più o meno tempo in un luogo; il luogo stesso del dimorare (ma è fran- cesimo): far dimora; prendere, fissar dimora; fis- sarsi, star fissi, abitare sempre o molto a lungo ; di- moranza, stanza; dimoragione, dimorazione, dimora- m.ento, l'atto del dimorare. - Domicilio, il luogo in cui si abita, si ha l'esercizio legale dei diritti civili.
- Isola galleggiante, dimora degli uomini preistorici e di selvaggi moderni ( est e sud d' America) ; super- ficie galleggiante a uso zattera. — Magione, abitazione, luogo di dimora in grande. - Residenza, luogo di st;ibile permanenza, indipendentemente dall'esercizio degli atfari ; anche il luogo dove un principe o un alto funzionario abitualmente dimora. - Romitaggio, abituro appartato, nel quale alcuno passa i giorni,
fior lo più con intendimenti religiosi. - Romitorio, uogo in cui abitano romiti o anche uno solo. - SeiU, luogo dove, abitando, esercitano il loro ufficio magistrati, principi, ecc. - Stanza (poet.), alloggio, albergo, dimora. - Tugurio, abitazione povera e angusta.
Diritto di abitazione, facoltà di abitare in una casa con la famiglia. - Indirizzo, ricapito, indi- cazione del luogo in cui si abita. - * Cambia- mento di abitazione: traslocamento (traslocare), tra- sferimento (trasferire), tramutamento , trasmutamento.
tramuta, tramutazione, traslazione. Traslocare, sloj,'- giare, sgomberere di casa.
AMttno. amuleto che si porta al collo, per pra- tica di culto.
Abito. Genericamente, veste, parte del vestia- rio, modo di vestire; con significato particolaiv. giiibha. - Vestimento o distintivo del clero, dei religiosi, della milizia ecc.
Abito fisico. Complessione, temperamento.
Abituale. Di abitudine.
Abitualità. Consuetudine al delitto.
Abituare, abituarsi (abituato). Far prendere 0 prendere abitudine.
Abituccio. Vestitino da bimbo.
Abitudinario. Di abitudine.
Abitudine (abituale, abituare, abituarsi, abi- tuato). Il fare ripetutamente e {metodicamente una determinata cosa; facilità che si acquista nel com- piere certi atti col ripeterli frequentemente: abi- tuatezza, abituazione, abito; avvezzamento, assue- fazione, consuetudine, assuetudine, usanza; piega; seconda natura; metodo. — L'abitudine può essere buona o cattiva (malusanza, mal costume), recente 0 vecchia (inveterata), comune o strana; temperata 0 eccessiva, ecc. - Abitudinario, chi va dietro alle abitudini.
Andazzo, abitudine, usanza di parecchi, ma per lo più momentanea, di poca aurata. - Diriz- zone, abitudine, piega capricciosa, ostinata, a una certa cosa. - Esercizio, uso, detto specialmente di azioni materiali (es., perdere, riprendere l'abitu- dine di battere; perdere, riprendere l' uso delle gambe, e simili). - Metodico, chi non esce dalle proprie abitudini. - Pratica, abitudine a un lavoro, a un'arte. - Solere, essere solito, avere un'abitudine.
- Vezzo, abitudine di carattere leggero e piacevole 0 no (mal vezzo). - Vizio, abitudine difettosa, cattiva.
Contrapposto di abitudine: [dissuetùdine, disusan- za, disuso, non uso.
Abituale: abituale, consueto, comune, ordinario, usitato, usuale; abitudinale; solito, arcisolito; di rubrica, di prammatica (specialmente di certe ceri- monie), all'ordine del giorno (facile e frequente).
- Abitudinario, chi va dietro alle abitudini. - Contrario di abituale: insolito, smesso, dismesso.
Abituare: assuefare, avvezzare, accostumare; far prendere, dare l'abitudine; dar costume; adde- strare, esercitare ; ausare, suefare (volg-); dirómpere (ad un lavoro, ad una fatica). - Contrapposto: di- sabituare, disavvezzare, disassuefare (disassuefatto), divezzare, svezzare, estirpare (di cattiva abitudini).
Abituarsi: prendere l'abitudine, far l'abito, pren- dere in uso, divenire abituato, assuefarsi, accostu- marsi, ecc.; adusarsi, usarsi, addomesticarsi; far la mano, far l' occhio, far il cuore, far la bocca, lo stomaco; prendere la piega, il dirizzone; incaro- gnirsi in un'abitudine (per lo più non buona e osti- nato). - Abituato, avvezzo, assueto, usato, uso, av- viato; benavvezzo o malavvezzo. - Contrario: disa- bituato, disassuefatto, divezzato, divezzo. - Contrap- posto: disavvezzarsi, ecc.
Locuzioni. - Cavallo vecchio non muta andatura : è difficile perdere le vecchie abitudini. - Dirom- persi a checchessia: assuefarvisi con lungo e continuo esercizio. - Duro a vecchia licenza nuotn legge: h; abitudini invecchiate si correggono male. - Essere schiavo dell'abitudine. - Incallire (incallito), indurare in un'abitudine, tanto da poter difficilmente spo- gliarsene. - Fare il callo, far l' orecchio, far l' osso, abituarsi a cose non piacevoli. - L' uomo vecchio si
ACCADEMIA
trovò col nuovo: cioè con le sue alìitudini di prima (o in cozzo con le ultime).
Proverbi: Chi ha portato la tonaca puzza seui- pre di prete; la catena non teme il fumo (perchè ci sta sempre); nessuna meraviglia dura più di tre giorni.
Abiura {abiurare, abiurato, abiurazione). }\ì- nunzia ad una religione o ad orrori l'eligiosi.
A bizzèffe. In abbondanza.
Ablativo. Detto a declinazione.
Abluente. Qualitcà di medicamento.
Abluzione. Lavamento, bagno. — Particolare della messa.
Abnegare, abnegazione (abnegato). Il rinun- ziare a un piacere; il fare sacrificio di affetti, di sentimenti.
Abolire , abolizione ( abolitivo , abolito ) . h' annullare, il sopprimere, il toglier via, special- mente un culto, una legge, un uso, la schiavi- tù, ecc.
Abolizionismo, abolizionista. Dotto a schiavini.
Abólla. Parte di veste (militare).
Abomaso. Uno dei ventricoli del ruminante.
Abominare, abominazione (abominabile, abo- minevole, abominando, abominato). L'avere in or- rore.
Abominio (abominioso). Abominazione, > vitupe- rio, infamia.
Aborigene (aborigeno). Primitivo: dotto di abi- tante, di popolo.
Aborrire (aborrevole, aborrente, aborrimento, a- borrito). Avere in odio, in orrore, a repu- gnanza.
Abortire (abortivo, abortito). Fare aborto.
Aborto (abortivo). Interruzione della gravi- danza entro le prime ventotto settimane; disperdi- mento; il partorire anzi tempo.- Abortire: buttare a male il hgliuolo, sconciarsi; sperdersi la creatura ; disperdersi. - Aborto artificiale, interruzione della gra- vidanza, determinata ad arte per sottrarre la madre ad un pericolo grave dovuto alla gravidanza stossa e ad essa soltanto. - Aborto forzato, sconciatura. - Aborto procurato, espulsione del foto otteiuita por iscopi criminosi.
Alogandromelia, aborto di bestia, con membra simili alle umane.
Abortivi, i mezzi e i rimedi atti a provocare l'a- borto, distinti in meccanici (puntura delle membrane, urto violento, faradizzazione dell'addome, ecc.) e in- terni (segale cornuta, sabina, cantaridi, trementina, ecc.). - Abortivo, fatto per via di aborto.
Aborto. Opera, lavoro mal riuscito. - Persona di bruttissima corporatura.
Abóslno. Sorta di susino.
Ab òvo. Dalla prima origine.
A braca, a bracaióla, a bracaloni. Di calza 0 di calzoni ricadenti lungo le gambe.
Abràdere, abrasióne (abraso). 1! toglier via nel radere: pel lo più, riferito a jyelle.
Abrogare, abrogazione (abrogato). L'annul- lare, Vabolire specialmente una legge.
Abròstine (abròstino). Specie di uva.
Abròtano. Erba medicinale, un tempo usata contro i vermi.
A bruciapelo. Modo di sparare da vicinis- simo un'arme da fuoco.
A brùzzolo (a brùzzico, a bruzzo). V. ad tdba.
Abside. Parte della chiesa. — Punto dell'orbita d'un astro.
Abslntina. Detto in assenzio. Absollna. Veggasi a fuliggine.
Abusare (abumto). (^onnnottere abuso.
Abuso (abusivo, abusione). Cattivo o eccessivo uso di checchessia; cosa contraria alle leggi, alle regole, alle consuetudini: abusamento, abusazione, abusione (trista usanza), vizio; misuso; scandalo. — Stravizio, disordino, abuso di cibo, di vino e si- mili. — Abusuccio, abuso enorme, a dismisura. Sarà sempre bene proibire, togliere, sopprimere, sradicate un abuso; non bene il doverlo sopportare, tollerare, subire.
Abusata: usare malamente, malusare, misusare; far camera di checchessia, prevaricare.
Abusivo: dicesi di tutto ciò che ha carattere di abuso, ma particolarmente delle misure e delle mo- nete.
Locuzioni. - A dargli un dito prende tutta la mano: di chi abusa della confidenza. — Chi si abusa poco usa. — Esser la vigna di Cristo, di cosa o persona di cui tutti abusano.
Acacia. Albero spinoso, di varie specie: lineare, di legno nero, di foglie azzurre, odorosa (arboscello ornamentale); volg., gaggia, ecc. Se ne usa il legno in ebanisteria. — Simboleggia l'affetto puro e l'amor platonico. — Falsa acacia, robinia.
Acagiù. Legno adoperato nell' ebanisteria, dallo stipettaio.
Acalèfl. Detto a zoofito.
Acanto. Pianta erbacea (detta anche branca or- sina), di foglie grandi, accestite, intagliate, che ser- virono per ornamento del capitello corinzio. - Usata in farmacia.
A capriccio. Indicazione per chi [deve eseguire un pezzo di musica.
Acaro. Artròpodo parassita: citato a formag- gio e a rogna.
A caso. Por caso.
A catafascio. Stato di confusione.
Acatalèttico. Specie di verso greco e latino.
Acattòlico. Non cattòlico.
A cavalcione. Modo di jwsitura, stando ad- dosso ad altra persona.
Acàzio. Sorta di antica nave.
Acca. Lettera delValf'abeto — Figur., niente.
Accadèmia. In origine, scuola di fdosofì (pla- tonici). Poi, società di persone riunentisi per lo studio 0 l'incremento di un'arte, di una scienza, delle lettere, ecc. : ateneo, università, collegio, gabi- netto. Anche società costituita per diletto, circolo, club (neologismo inglese). Cosi pure: corpo dei. professori delle arti del disegno; studio della iìgura umana nuda; trattenimento pubblico di canto, di musica, di schertna, ecc..
Celebri le accademie (letterarie e scientifiche) dette degli Arcadi, dei Lincei, del Cimento, dei Gra- nelleschi, ecc.
Accademia si dice anche la residenza degli accade- mici e la loro adunanza. - Accademicamente, secondo l'uso delle accademie. - Accademico, chi appartiene ad un'accademia, collegiano, coUegiato ; consiglio acca- demico, l'ufficio direttivo dell' accademia. - Accademi- ci residenti, coloro che prendono parte ai lavori e ai compensi, se ce ne sono. Contr. di corrispondenti. — Arcadia, nell'uso, accademia privata. - Atti, memorie, i verbali e gli altri documenti delle acca demie, ecc.
Aula, sala delle adunanze. - Bigoncia, la cattedra. - Censore, chi rivede ed approva gli scritti che deb bono essere letti in pubblico. - Consolato, titolo di
ACCADERE — ACCARNARE
Sualche accademia. - Console, capo di qualche acca- ernia. - Disputazione graduale, quella sostenuta per conseguire un grado accademico. - Immortali (scherz.), i quaranta membri dell'Accademia di Francia. - Nome accademico, quello fìnto che prendono o pren- devano gli accademici. - Nomina, biglietto d'ingresso ad un'accademia, col nome della persona invitata.
- Segretario, chi mette in carta le discussioni di qualche adunanza o accademia. - Tornata, adu- nanza periodica di accademici.
Accademia della Crusca: fu fondata a Firenze (1582) per la purificazione de'la lingua italiana. - Arciconsolo, il presidente {arci consolato' il suo uffi- cio). - Cicalata, le lezioni scherzevoli. — Cruscante, inferigno, sopi'annomi dell' accademico. - Frullone, impresa dell' accademia, col motto : « Il più bel fior ne coglie». - Gerle, i sedili degli accadèmici, fatti in forma di gerle. - Incruscanti, gli annnessi ad essa accademia. - Massaio, uno degli ufficiali. - Stravizzo, convitto che dava l'accademia della Cru- sca nelle sue cicalate.
Accadere {accadimento, accaduto). Avvenire, sop- prav venire; prodursi di un fatto, di un avveni- mento.
Accagrionare {accagionamento, accagionato). Im- putare, accusare); attribuire a colpa.
Accag-llare, accagliarsi {accagliamento, ac- cagliato). Farsi denso: del latte e del sangue.
Accalappiacani. V. a cane.
Accalappiare {accalappiato , accalappiatura) . Prendere con la caccia, trarre in inganno, iu in- sidia.
Accalcare, accalcarsi {accalcato). V. a folla.
Accaldare, accaldarsi {accaldato). Far pren- dere, prendersi caldo, riscaldamento.
Accalorare, accalorire {accalorato, accalorilo). Infervorare, eccitare Vaniìno o la mente.
Accampamento. Luogo nel quale le milizie si stanziano provvisoriamente, piantando tende; il fer- marsi del generale col suo esercito : alloggiamento, alloggiamenti, attendamento; accasermamento, cam- peggiamento, campo, campo attendato; vallo. - Da non confondersi con Y accantonamento.
Le truppe [stanno ad accampamento di marcia, quando fanno solo un riposo o pernottano. - Ac- campamento di posizione, quello stabilito lungo il fronte di battaglia. - Addiaccio, accampamento di soldati, senza tende, pronti a combattere. - Allog- giamento, denominazione generica data agli accan- tonamenti e agli accampamenti militari. - Attenda- mento, l'atto di impiantare le tende e anche il luo- go in cui esse sorgono e il loro complesso.
Baraccamento, insieme di più tende o baracche, co- stituenti, di solito, il ricovero delle truppe in un campo stabile di istruzione. - Bivacco, riposo di soldati sul campo; anche guardia che si fa di notte per la sicurezza del campo prossimo al nemico.
Campo aperto, libero, senza difesa, senza trincee. - Campo d'esercizio, il luogo dove si addestrano le milizie. - Campo di osservazione, quello impiantato per lo studio d'una posizione strategica o delle mosse del nemico. - Campo fortificato, trincerato, chiuso da difese.
Castrametazione, parte dell'arte militare che in- segna a disporre un campo. - Castrense, di campo.
- Grotta, riparo di tèrra posticcia intorno ad un campo militare. - Guardia ilei campo, drappello di soldati che, con un ufficiale e un Iroudjettiere, si mette a certa distanza dall'accampamento, per vigi- lanza. - Guardia delle linee, i corpi di guardia lungo
i confini di un accampamento. - Piccìwtto, drappello di soldati che formano la guardia o che, in tempo di guerra, stanno disposti su vari punti del campo, pronti a combattere.
Accampare, accamparsi: mettere, piantare, porre l'accampamento ; accasermare, accasermarsi ; acquar- tierarsi, attendarsi; campeggiare; baraccare, attrabac- care, attrabaccarsi; fermare, formare, pigliare i quar- tieri; mettersi alla campagna; porsi, stare a campo; tener campo; appadiglionare, rizzare i padiglioni; piantare il picchetto; vallare; essere, stare accam- pato. - Parcare, disporre i carri o le artiglierie di una colonna su una o più file bene ordinate, le une vicine alle altre, in un campo, in una piazza o lungo una strada. - Serenare, stare, accampare a cielo sco- perto. - Trincerare un campo, fortificarlo.
Togliere l'accampamento: levare, disfare, spiantare gli alloggiamenti, le tende; levare il picchetto, il campo; ritirare le tende, ritirarsi dal campo; dilog- giare, disloggiare; disalloggiare, sloggiare. Quindi dì- sloggiamento, sloggiamento, ecc., levata di campo, decampamento.
Accampanare {accampanato). Leggasi a cam- pana.
Accampare, accamparsi {accampato). Pian- tare Y accampamento.
Accampionare {accampionamento, accampiona- to). Registrare al libro del pubblico censimento.
Accanalare {accanalato). Scanalare, incavare le- gno, pietra e simili.
Accanare, accaneg-giare {accanato, accaneg- giato). Detto a caccia e ad ira.
Accanimento, accanire {accanito). Detto a ira, lavoro, studio.
Accannatóio. Strumento per la tessitura.
Accannellare {accannellato). Lavoro di tessi- tura.
Accanto. Allato, vicino.
Accantonamento {accantonare, accantonato). I! fermarsi e il ricoverarsi che fa un corpo di milizie, in tempo di guerra o di manovre, nei villaggi, nei borghi, nelle città; sosta di truppa in marcia; il luo- go stesso in cui si fa accantonare la milizia.
Accantonato. Fatto ad angolo.
Accapacclare {accapacciamento, accapacciato, accapacciatura). Aver male di testa.
Accaparrare {accaparramento, accaparrato). Il dar caparra, per lo più nel comperare.
Accapezzare {accapezzato). Modo di lavorare la pietra.
Accapigliare, accapigliarsi {accapigliamen- to, accapigliato). Venire a rissa, pigliandosi pei capelli.
Accapitellare. Lavoro da legatore di libri.
Accappatoio. Indumento adoperato dal bar- biere e per 2*f^ftinare.
Accappiare, accappiatura {accappiato). Fare un nodo.
Accappiettare {accappiettato). Operazione del bucato.
Accapponare {accapponatura, accapponato). Det- to a pollo.
Accaprettare {accaprettato). Modo di legare un animale.
Accapricciare {accapincciato). Provare, sentire raccapriccio.
Accarezzare {accarezzamento, accarezzato). Far carezze, carezzare. - Trattare con cortesia.
Accarnare {accaìimto). Penetrare, ferire ad- dentro nella carne.
ACCARPIONÀRE — ACCESSORIO
Accarpionare {accar pianato) . Modo di cuci- nare^ specialmente il pesce.
Accartocciare (accartocciamento, accartocciato, accartocciatura). Modo di avvolgere.
Accasare, accasarsi {accasamento, accasato). aprir casa; maritare, contrarre matrimonio.
Accasciare, accasciarsi {accasciamento, accor sciato). Abbattere o abbattersi à' animo; provocare o subire debolezza di forze fisiche.
Accasermare {accasermato). Mettere, mettersi a caserma.
Accastellare, accastelllnare {accastellato, accastellinalo). Ammonticchiare frutta.
Accatarrare {a ccatarr amento). Detto scatarro.
Accatarratura. Effetto di raffreddore.
Accatastare {accatastamento, accatastato). Am- massare, far catasta, far muccIUo. - V. a catasto.
Accattabrighe. Chi va in cerca di questioni, di litigio.
Accattamorl {accatta amori). Chi si dea all'a- moreggiare.
Accattapane, Accattatòzzi. Chi suole m,en- dicare.
Accattare, accatto {accattato). Il limosinare, il m,endicare. - Prendere a prestito.
Accatterìa. Atto del mendicare.
Accattino. Chi accatta in chiesa, o fuori, per qualche opera pia o religiosa.
Accattonag-grio, accattone. V. mendicare.
Accavalcare {accavalcato). Maniera di pas- sare.
Accavalciare {accavalciato; a cavalcione, a ca- valcioni). Modo di mettersi con le gambe.
Accavallare, accavallarsi {accavallamento). V. a sopra e a tessitura.
Accavallatura. Y. a tela.
Accavigliare {accavigliato). V. ad avvolgere, stendere.
Accecare, accecarsi {accecamento, accecato, accecatura). Rendere o divenir cieco. - Turare una apertura. - Guastare le genune della vite o d'al- tra pianta. - Modo di coprire una pittura, una scrit- tura, ecc. — Per altri significati, leggasi ad ani- mo, mente.
Accecatolo. V. a chiodo, vite.
Accecatura. Atto ed effetto MVaccecare.
Accèdere {acceduto). Accostarsi, avvicinarsi, assentire, dar consenso.
Acceflfare {acce/fato). Modo di prendere, pro- prio di qualche animale.
Acceleramento, accelerazione. Leggasi a velocità.
Accelerando. Eseguire un movimento più le- sto, in musica.
Accelerare {accelerante, accelerativo, accele- rato). L'aumentare di velocità.
Accèndere, accèndersi {accendibile, accensi- bile, acceso). Dare o prender fuoco. - Suscitare o sentire fortemente afietto, amore, passione, - Ravvivare un colore, - V., inoltre, a contabilità, lume.
Accendlfuoco, accendlgllolo. Arnese per accendere il fuoco.
Accendigas. Arnese per accendere il gas.
Accendllume. Arnese per l'accendimento d'un lume.
Accendimento. L'atto e l'effetto dell'accen- dere e dell'accendersi.
Accenditóio. Arnese per accendere candela, lume, ecc.
Accennare {accennamento, accennato, accenno). Far cenno; indicare, dare indizio; far menzio- ne; far finta di colpire. - Accennare di nuovo, riaccennare; acceimare a cosa precedente, soprac- cennare {riaccennato, sopraccennato). — V. ad ar- gentiere, cantare, pittura.
Accensa {accensatore). La rivendita del tabac- caio.
Accensibile. Che si può accendere.
Accensione. Atto ed effetto deW accendere o dell'accendersi.
Accentare (actrwtoto, accentatura, accentazione). Segnare con accento. — Modo di pronunzia.
Accento. Posa della voce che si fa, pronun- ziando, più su una sillaba che sull'altra della pa- rola. - Segno grammaticale, piccolo, che designa il valore della sillaba, sovrapposto alla vocale su cui l'accento cade. -Modo di pronunzia. - Accento acuto. quello che alza la sillaba e indica un suono più stretto del grave: scende da destra a sinistra di chi legge 0 scrive ('); circonflesso misto di acuto e di grave, formato di questi due accenti riuniti angolarmente nella loro estremità superiore ("); grave, contrario di acuto e scendente da sinistra a destra ('): nell'*^' e nell'o indica suono aperto e il minimo inalza- mento della voce sopra uua vocale. — Accento finale, quello suU'idtima sillaba; grammaticale, quello che designa il valore della sillaba; tònico, quello che in- dica su quale sillaba si deve fare la posa della voce.
Accentuale, di accento; accentato, con l'accento. — Ritmo, seguito di sillabe accentate o non accentate a intervalli regolari.
Accentare, porre l'accento, e anche pronunziare col dovuto accento: accentazione; accentuare, far sentire l'accento: accentuazione. - Ortotonia, corretta accentua- zione. - Ossitonare, far sentire l'accento sulla sillaba finale di una parola. - Togliere l'accento, disaccentare, disaccentuare; disaccentatura, disaccentuazione.
Accento. Tono di voce esperi mente i vari af- fetti dell'animo.- Poeticamente, i>aroto. - Espressio- ne di frase, nella musica.
Accentramento. L'atto e l'effetto A^Wa^cen- trare.
Accentrare {accentrato). Concentrare, racco- gliere nel centro: detto specialmente di un siste- ma di governo.
Accentuare {accentuato, accentuazione). Detto ad accento e a parlare.
Accerchiare {accerchiamento, accerchiato). Met- tere, mettersi intorno, circondare.
Accercinato. Fatto a guisa di cercine.
Accerito. Acceso in faccia.
Accertamento. L'atto e l'effetto dell'accc»**»- re. - Verifica e conferma di un bilancio. - Atto del- l'agente delle tasse.
Accertare {accertabile, accertato). Rendere cer- to; affermare, stabilire la verità di una cosa; to- gliere ogni dubbio. - Toglierselo, accertarsi.
Accèso. Che è in fuoco.
Accessibile. Che si può accedere, praticabile. — Carattere di persona.
Accessióne. Atto dell'accedere; dell'acco- starsi ad un'opinione, ad un partito politico.
Accèssit. Detto a scuola.
Accèsso. Adito pel quale entrare in un luogo; anche, la facoltà di entrare. - R sopravvenire della febbre o d'altro male, per lo più periodico. - Im- peto di passione. — Termine legale.
Accessorio. Cosa da aggiungere, o aggiunta.
10
ACCESTIRE — AC.C.IAHINO
ad altra principale ; cosa secondaria, senza iìèipor- tanza.
Accestire {nccestito). Di pianta clie fa cesto.
Accètta. Specie di scure.
Accettare, accettazione {acccUabilc, accet- tante, accettato). L'acconsentire a prendere cosa of- l'erta : accogliere, aninièltere ; gradire, aggradire, prendere in buon grado (accettare con soddisfa- zione, con piacere). Accettazione, accettaniento, ani- rnessione. — Accettare una cosa con benefizio d' inren- tario, cioè salvo rinunciarvi se non conveniente (per lo più di eredità). -iVou /ar cerimonie, a chi esita ad accettare quel che gli s'otfre. - Non farèelo dire due colte, eli chi accetta subito. — Riaccettare, ripete accettare. — Oltrazione (lat.), il far accettare alcuna cosa per forza.
Accettàbile, da essere accettato (ammesso), accette- vole, ammessibile; accetto, caro, gradito - Non accet- tare : respingere, far repulsa, rifiuto. — Da non accettare : inaccettabile, inammissibile, inattendibile.
Accezióne. Detto a jtarola.
Acchetare, acchetarsi (acchetato). Mettere, mettersi in calma; smettere di parlare in una vivace discussione.
Acchiappacani. Yeggasi a cane.
Acchiappare [acchiappato). Modo di jtreit- dere.
Acchiapparello (chiapparello). Artifizio di discorso.
Acchiapparsi. Far rissa.
Acchiocciolare (acchiocciolato). Modo di av- volgere. - Acchiocciolami, maniera di positura.
Acchitare (accheto) Y. a biliardo.
Acchiudere (acchiuso). Detto a chiudere.
Accia. Yeggasi a canapa, Uno.
Acciabattare (acciabattato, acciabattio, accia- battone). Modo frettoloso e trascurato di lavorare.
Acciaccare (acciaccata, acciaccato, acciaccatura). Ammaccare, pestare. — Produrre debolezza.
Acciaccinare (acciacinato). V. a faccenda.
Acciacco (acciaccoso). Danno, disturbo di sa- late; infermità, malattia persistente e non gra\e.
Acciaiare (acciaiato). Ridurre in acciaio.
Acciaio. Ferro temperato con una certa cond)i- nazione chimica che gli conferisce proprietà nuove, specialmente la durezza. - Si ottiene l'acciaio natu- rale trattando il minerale con il carbone di legno; \' acciaio di affìnaniento , sospendendo l'affinamento della ghisa al punto preciso in cui la quantità di carbonio richiesta si trova sola in combinazione col metallo; V acciaio di cementazione (o cementato), scal- dando in vaso chiuso ferro in verghe con carbone di legno in pohereper una settimana ; Yacciaio tutta tempera, tull'ando l'acciaio assolutamente nell' acqua diaccia. Altre (jualità di acciaio sono dette pvddle, u'ootz (durissimo), Jiessemer (in ([iu?sto la ghisa è spogliata dell'eccesso di carbonio e di silicio per mezzo d una corrente d'aria fredda), ecc.
Acciaiare, ridurre il fcri'o ad acciaio ; tempe- rare, dar la tèmpera; inacciaiare, inacciarire ; rinac- ciarire (acciaiare di nuovo). — Disacciaiare, ridurre, l'acciaio in ferro dolce.
Acciaiatura, V, incisione. - Acciaieria, grande stabilimento metallurgico in cui si lavora l'ac- ciaio. - lirunire, dare il lustro all'acciaio con lo smeriglio. - Calda, l'operazione del tenere il ferro o l'acciaio nella fornace (juanto occorre per lavo- rarlo. - Damaschinare, incastrare i flluzzi d'oro o d'argento nell'acciaio o nel ferro preparati per ri- cevere l'intarsiatura ; e damaschino l'acciaio tem-
perato come le lame di Damasco. - Tempera, grado di durezza che si dà all'acciaio tutfandolo acceso in qualche liquido freddo : e l'operazione all'uopo.
Acciaio (acciaro) Dett(i a sjtada.
Acciaiòlo (acciaiolino) V. a coltello.
Acciambellare (acciambellato). Dar forma di ciambella.
Acciapplnare (accia ppinato). Y. a faccenda.
Acciarino. Piccolo strumento d'acciaio, tasca- bile, che, battuto per taglio su pietra focaia, serve ad accendere l'esca : acciainolo, acciarolo, appicca- fuoco, battifuoco, focile. Da tempo in disuso e so- stituito dal fiammifero. — Macchinetta di ferro e d'acciaio incastrata, allo stesso scopo, alla base del fusto della cassa dei vecchi archibugi, contro la parte laterale della culatta.
Parti dell' acciarino. Cane, parte esteriore del- lo strumento nella quale è stretta la pietra; collo del cane, la parte di esso che è immediatamente sotto alle mascelle, fra esse e il corpo ; corpo del cane, la parte inferiore e ingrossata nella quale il quadrante della, noce è incastrato per mezzo di corta vile, con capocchia detta bottone; mascelle, ganasce, le due parti del cane, fra le quali è fer- mata la pietra (mascella superiore, mascella infe- riore) ; cresta, prolungamento verticale della parte posteriore della mascella inferiore (serve di ritegno al gambetto e d'appoggio al pollice della mano nel tirare il cane al mezzo punto, o al tutto punto); gambetto, dentello nella parte posteriore della ma- scella superiore, il quale scorre verticalmente entro una intaccatura a canale della cresta ; vite del cane, quella che entra verticalmente nelle due mascelle, e le serra contro ^la pietra.
Cartella, piastra di ferro, incastrata con viti nella cassa dell'archibugio, parallelamente alla culatta della canna (sostiene gli altri pezzi) ; scodellino, pezzo fermato alla parte esteriore; della cartella, di contro al focone, tra il cane e la martellina, alquanto con- cavo, per riporvi l'innescatura, coperta poi dalla tavola della martellina. - Cojetto, pezzo di cuoio o di pelle, 0 di pannolano, o anche di lamina di piombo, nella cui piegatura è presa la pietra fra le mascelle del cane.
Martellina, piastrella d'acciaicj, ripiegata a squa- dra, la quale, allo scattar del cane, percossa dalla pietra focaia, produce scintille, e, nello stesso tempo, rovesciandosi, scopre l'innescatura, che si accende e comunica il fuoco alla carica ; dosso della mar- tellina, la parte di essa che è opposta alla faccia; faccia della marteUina, quella parte di essa contro la quale urta la pietra focaia ; gambetta o pedina della martellina, prolungamento della tavola, il quale nel suo rotare è premuto da una molla che gli sta sotto ; tarola della martellina, la parte inferiore di essa, la quale copre orizzontalmente l'innescatura che ó nello scodellino.
Molla maestra (moUone), molla ripiegata in due, |)Osta di coltello contro la parte interiore della car- lella, fermatavi in una delle estremità con viti' e pizzo, mentre l'altra estremità, che è libera e curvata in arco, preme contro la parte conca\a del corno anteriore della noce.
Noce, pezzo interno dellacciarino, fatti» a fog- gia di mezzaluna, sul cui corno anteriore e sulla jiarte concava di esso preme la molla maestra (sulla parte convessa del corno posteriore sono le tacche) ; quadrante, prolungamento, o gaudio qua- drangolart! della noce, perpendicolare al ))iano di essa e allraxersante la cartella per entrari' nel fon»
ACCOMANIJOi.AHK
li
quadro che è nel corpo del cane ; tacche, o punti della noce, due risalti, o denti curvi, che solcano trasversalmente la grossezza della noce sulla parte convessa del corno posteriore della medesima (in esse imbocca lo scatto quando al cane si fa pren- dere 0 l'una 0 l'altra delle due posizioni, che si chiamano rispettivamente di riposo e di scatto)-; tacca di riposo, o mezzo punto, la prima delle due tacche suddette, nella quale imbocca lo sbatto quando il cane è verticale.
Scatto, piastretta di ferro, alquanto curva, im- perniata con vite verso il mezzo : la sua estremità anteriore, assottigliata, imbocca nelle tacche della noce, e la estremità posteriore, foggiata in códolo, che dicesi gambetto, ripiegata a squadra, riceve la pressione del sottoscatto, quando si spara l'arma. - Sottoscatto, piastretta di ferro a squadra, imper- niata a modo di leva curva, la cui parte anteriore preine contro il gambetto dello scatto quando la posteriore, cioè il grilletto, è compressa dal dito ; grilletto, la codetta del sottoscatto, la quale esce fuori della cassa, e vien toccata con l'indice della mano di chi spara.
Tiramolle, piccolo strumento di ferro, col quale, mediante una vite di pressione, si comprimono e si tengono ravvicinate le due branche del mollone che si voglia torre e riporre a posto, quando oc- corra smontare l'acciarino.
Esca, materia vegetale (del fungo detto Boletus ignarius) che s'accende battendo un ferro a una selce, 0 la pietra focaia con l'acciarino. - Pietra focaia (selce), scheggia di particolare pietra selciosa e dura, la quale, percossa con l'acciarino {battere l'ac- ciarino), fa spiccare scintille ; filo della pietra, la parte assottigliata di essa che percuote la martellina: tallone o dosso, la parte più grossa della pietra, op- posta al fdo. - Piromaca, varietà di selce che serve da pietra focaia. — Battere il foco, battere con l'accia- rino sulla pietra focaia per accender l'esca.
Acciaro. Arme, spada.
Acciarpare {acciarpamento, acciarpato, acciar- pio, acciarpone). Modo di fare (male).
Accidentale, accidentalità. Detto a caso, contratto, musica, orizzonte.
Accidentato. V. ad apoplessia, paralisi.
Accidente. Caso, avvenimento. — Apoples- sia. - Segno annesso alle note. - Eifetto di pittura.
Accidia (accidioso). Avversione all'operare ; pi- grizia, accompagnata da tedio.
Accig-liare, accigrllarsi (accigliamento, acci- gliato, accigliatura). Far broncio, dar segno di cruccio, di ira.
Acclglionare (acciglionato). Detto a campo.
Accileccare (accileccato). Allettare con lu- singa.
Accincigliare (accincigliato). Leggasi a vestia- rio (ornamenti).
Accincignare (accincignato). Malamente pie- gare.
Accingere, accingersi (accinto). Prepararsi, essere sul punto di /a**e.
Accintolare (accintolato). Lavoro di tintore.
Acciocchire, accloccMrsi (acciocchito). Detto a dormire.
Acciottolare (acciottolato). Modo di selciare una strada.
Acciottolio. Rumore continuato di stoviglie.
Acciucchire, acciucchlrsl (acciucchito). V. a sbalordire.
Acciuffare (acciuffato). Modo di prendere.
Acciuga. Pesciolino di mare, che si sala, si mette in barili e si mangia, per lo più crudo, o per condimento: alice. - Acciugaio, salaccaio, ven- ditore di acciughe. - Acì'Augata, sorta di savore, o salsa, fatto principalmente con acciughe sminuz- zate. - Acciughero, régamo , origano, erba odorosa che si suol mangiare con le acciughe. - Scopare, h'- vare la testa alle acciughe prima di salarle.
Accivettare (accivettato). Maniera di caccia con la civetta. - Allettare con lusinga. - Dare malizia.
Acclamare, acclamazione (acclamato). Modo di applauso, di elezione, di votazione. - Ce- lebrare, lodare.
Acclimare,|accllmarsi (acclimato).Y. a clima. Accline (acclino). Declive, in pendìo. Acclive, acclività. In salita. Accludere (accluso) V. a chiudere, lettera.
Accoccare (accoccato). Caricar l' arco (arma); dare un colpo; fare danno o scherzo. — La- voro del filare.
Accoccolare, accoccolarsi (accoccolato). V. a positura.
Accodare (accodato, accodatura). Legare lo zim- bello a caccia. - Modo di disporre la bestia da soma 0 da tiro.
Accodarsi (accodato). Andar dietro, seguire.
Accoglienza. Il ricevere, l'accogliere (accòrre) alcuno che venga a noi: accoglimento, trattamento, riscontro. - Agrodolce, di accoglienza né gentile, né sgarbata. - Buona, bella accoglienza: far buon viso.; accogliere con festa, con onore ; far buona cera: ricevere a braccia aperte, a grande onore; fare accoglienze oneste e liete. - Cattiva, brutta acco- glienza: far cattivo viso, il viso dell'arme, mal sembiante, brutto piglio; ricevere, accogliere bru- scamente. Malaccolto, accolto con freddezza o peggio.
Locuzioni : Ben venga maggio co' suoi fiori, di persona o cosa gradita. - Essere come il matto nei. tarocchi : ben accetto per tutto . - Essere il sale delle vivande d' altri, esserne ben accetto. - Fare un mol- tezzo, una rimbuldera, una festoccia, accogliere con allegrezza di parole. Metter la casa in corpo, fare grandi accoglienze. — Avere il malanno e la mala pasqua, di chi è male accolto e poi scacciato.
Accogliere (accòlto). Fare accoglienza. - Wac- cogìiere, contenere - Acconsentire; acceffare con gradimento - Mettere insieme, unire.
Accogliticcio. Detto a soldato.
Accontato, accòlito. V. a chierico.
Accollare (accollato, accollatura). Mettere sul collo - Assumersi un lavoro. - V. a veste.
Accollatario. Assuntore di un lavoro.
Accollettare. Leggasi a telaio.
Accòllo. Il dare o il prendere un lavoro - Carico su bestia da tiro - Parte d\ edificio.
Accòlta. Brigata, adunanza - Insieme di cose, raccolta.
Accoltellare (accoltellarsi, accoltellato). Ferire di coltello.
Accoltellato. V. a muro, strada.
Accomandare. Detto a raccomandare.
Accoinandigia. V. a chiesa, comune, pro- tezione.
Accomàndita (accomandante, accomandatario), V. a società (di commercio e di industria).
Accomandolare (accomandolato). Lavoro di tessitore.
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ACCOMIATAHE
Accomiatare, accomiatarsi {accomiatato)
are, prendere commiati}.
Accomodamento. L' accomodare; il mettersi d' accm^do.
Accomodare {accomodabile, accomodato, acco- modatila). Disporre in modo conveniente, como- dare, aggiustare, ordinare, acconciare, comporre; mettere o ridurre in buono stato, addirizzare, adat- tare, assestare, assettare, rassettare, riassettare; mettere in ordine, in regola, in assetto, in sesto; raccomodare, applicare giustauiente, far corrispon- dere, conformare, sistemare, rimaneggiare. Riat- tare, rabberciare, togliere un guasto; rappez- zare, rattoppare, raggiustare, ripezzare. — Per altri significati, V. ad accordo, comodo, lite, sede.
Accomodaticcio, di cosa accomodata in fretta e quindi male. - Raccomoducchiare, raccomodare alla meglio. - Malmesso, mal accomodato, addobbato. - fìappiccicottare, accomodare, acconciare alla peggio.
- Rimpiaccicare, accomodare male.
Accomodamento: rabberciamento, racconciamento, raggiustamento, riattamento, rassettamento, ecc. - Accomodativo, atto o facile ad accomodarsi. - Acco- modatìira, atto ed effetto dell'accomodare: rabber- ciatura, racconciatura, aggiustatura; raggiustatura, rappezzatura, rappezzo.
Accomodarsi {accomodato). Mettersi d'accordo
— Acquietarsi, adattarsi ad una cosa. Accomig-nolato. V. a carte (da giuoco). Accompagrnamènto. L' accompagnare -
Onoranza in funerale - Suono sussidiario di i^trumento musicale.
Accompagnanome. V. ad articolo.
Accompagnare {accompagnamento, accompa- gnato). Andare insieme con persona; tener com- pagnia nell'andare; condurre; far corteggio, scor- ta, seguito (accompagnamento d'onore) ;scortare.
Accompagnare di nuovo: raccompagnare, riaccompa- gnare. - Accompagnare conversando, piacevolmente, alleggerendo la noia del viaggio. - Bar braccio, il braccio, di braccio, porgere il braccio, offrire il braccio a qualcuno per acconqjagnarlo. - Fare da scorta, da guida.
Accompagnamento, accompagnatura, l'atto di accom- pagnare : compagnatura, accompagno. - Corteggio, corteo, le persone cbe fanno accompagnamento a un principe o in una cerimonia: traino, treno. - Accompagnante , accompagnatore , accompagnatrice , chi accompagna.
Accompagnarsi, abbrancarsi, mettersi nel branco, imbrancarsi, farsi terzo, farsi sesto, farsi compagno ; unirsi, accozzarsi.
Accompagnatura. Atto di accompagtiare e corrispondenza di colore, di foìina, ecc.
Accompagnaverbo. Detto a verbo.
Accomunare { accomunamento , accomunato). Rendere comune, mettere in comune.
Acconcezza, acconciamento. V. a oppor- tunità.
Acconciare {acconciato). Rassettare, accomo- dare. - Abbigliare, vestire con ornamento - Modo di preparare \a frutta - Ammaniiire una vivanda.
Acconciarsi {acconciatura), lì vestire per bene - Accomodarsi, adattarsi, - Mettersi d' ac- cordo.
Acconciatura. Disposizione od ornamento di capelli. - Modo ed effetto di t^estire.
Acconcime. Restauro di edificio.
Acconcio, (x)n.odo, adatto - Sostaidivamente, destro, opportunità, vantaggio.
Accondiscendere {accondisceso). Cedere ad una domanda, ad un desiderio d'altri.
Acconlgliare {acconigliato) V. a rem.o.
Acconsentire {acconsentimento , acconsentito). Dare il proprio consenso; ammettere, approvare; cedere, concedere alla volontà o all' opinione d' altri. Permettere, accondiscendere.
Acconsenziente. Chi dà consenso.
Acconto. V. a debito e a pagare.
Accoppare {accoppato). Detto a uccidere.
Accoppiare, accoppiarsi {accoppiamento, ac- coppiato, accoppiatura). Mettere o mettersi insieme, due a due, di persone o di cose; fare il paio - Unire, unirsi in matrimonio — V. anche ad archi- tettura, botanica, verso.
Accorare, accorarsi {accoramento, accorante, accorato). Colpire o essere colpito da dolore.
Accoratòio. V. a maiale.
Accorciare, accorciarsi {accorciamento, ac- corciativo, accorciato, accorciatura). Rendere o divenir corto, 0 più corto, breve: accorcire.
Accorciatola. V. a strada, via.
Accordare, accordarsi {accordabile, accor- dato, accordatura). Mettere, mettersi d' accordo.
- Permettere, concedere, acconsentire, accondiscen- dere. - Armonizzare di musicali istrumenti, di voci nel canto, di colori in pitttira.
Accordato. Animale in istato di gravidanza.
Accordatore ( accordatura ). V. a musicali istrumenti.
Accordellare {accordellato). V. a torcere.
Accordellatine, accordellato. V. a panno.
Accordellinarsi {accordellinato).\,a. tessitura.
Accòrdo. Tra persone, eguaglianza e incontro di sentimenti, di pensieri, di volontà: consentimento, consenso. - Combinazione per un determinato in- tento: concordato, convenzione, patto; intesa, trat- tato, unione, accordamento ; concerto, concertamento, concertazione. - Aggiustamento, accomodamento, com- ponimento di una lite. - L'accordo duraturo forma la concordia.
Fare, comporre, concludere, firmare, osservare, pattuire, preparare, rinnovare, rispettare, stabilire un accordo. - Agire concordemente, di comune e )n- senso.
Accordellato, accordo per riuscire a un fine, per lo più in mala parte. - Accordo fittizio, non sincero 0 c-he non può durare. - Collusione, intelligenza se- greta fra due o più persone per danneggiare altri.
- Compromesso, atto pel quale le parti si rimettono alla deliberazione di uno o più arbitri. - Confarsi, di eoSa che si conviene, s'accorda con un'altra. - Intesa, accordo segreto fra persone. - Pateracchio, accordo tra due persone. - Patto, accordo, più che altro pacifico, per fare o non fare una cosa. - Tacila convenzione, accordo non dichiarato.
Essere o mettersi d'accordo: accordarsi, armoniz- zarsi, combinare, combinarsi ; convenire, convenirsi; intendersi, indettarsi; affiatarsi, annusarsi; concordare' concordarsi; stare d'accordo, venire ad un accordo, collimare, conciliare, conciliarsi (trovar l'accordo con mezzi conciliativi); darsi la mano; dirsela, intender- .sela, farsela (di persone che hanno intenzioni e gusti comuni) ; essere d'intesa od intesi ; essere concorde, consenziente, d'una volontà, d'uno stesso partito; andar di bello, ballare ad un suono; andare, essere, mettersi di ballo; tirar tutti ad una fune. - Affia- tare, fare che due persone si avvicinino e si inten- dano.
Reggere, tensile il sacco, essere d' accordo con
ACCORDO — ACCDSA
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qualcuno, per lo più in cattivo senso. - Essere di valuta, d'accordo segreto. - Tenerla da uno, esser dalla sua, d'accordo e d'aiuto; fare, tener bordone.
- Esser pane e cacio con qualcuno, stare con lui in gran dimestichezza e confidanza.
Completamente d'accordo : essere d'amore e d'accor- do; di pieno accordo; tutti all'unisono, ad una voce; passeri e colombi; due anime in un noc- ciuolo; carne e unghia, culo e camicia con uno; essere o mostrarsi tutti fiori e baccelli. Contrapposto di accordo : la discordia. Accordo. Consonanza, concordanza, armonia.
- Corrispondenza, convenienza di cose.
Accordonato. Sorta di ornato.
Accorgersi {accorgimento, accorto). Avere sen- tore d'una cosa alla quale prima non si era badato; avvertire, avvisarsi, subodorare, odorare, addarsi, addivedersi. - Far attenzione; avvedersi, capire; venire in cognizione. — Conoscere i proprii polli, accorgersi, cominciare a conoscere la verità, senza illusioni sugli uomini e sulle cose. - Lasciare liscio, in significato di non curare, di non fare atto d'accor- gersi.
Accorgimento: capacità di accorgersi, di compren- dere, di capire ; accortezza, avvedutezza, sagacità, prov- vedimento accorto; divisamento ingegnoso; strata- gemma.
Accòrre. Accogliere, fare accoglienza.
Accórrere {accorrente, accorso). Correre in a- into 0 con altro scopo.
Accorr' uomo. Grido di chi chiama aiuto.
Accortézza. Qualità confinante con la furberia, V astuzia, la sagacia,
Accortlglanare {accortigianato). Y . sl corti- giano.
Accòrto. Che ha accortezza.
Accosciare {accosciato) Piegarsi sulle cosce. V. a positura.
Accostare, accostarsi {accostamento, accostato). Mettere, mettersi vicino. - Avere somiglianza.
- Aderire a un'opinione, a un partito. - Rinfor- zare lo stomaco.
Accostatore. V. ad agricoltore.
Accostevole. V. a contegno, aratro.
Accòsto. Molto appresso, vicino.
Accostolatura. Piega di panno.
Accostumare, accostumarsi {accostumato). \. ad abitudine, costuìne.
Accotonare, accotonatura {accotonato, acco- tonatore). Detto Si panno,
Accovacciare, accovacciolare {accovacciato). Il giacere di un animale.
Accovonare {accovonato). Lavoro di agiHcol- tura: raccogliere le biade in covoni.
Accozzaglia. V. a folla.
Accozzare, accozzarsi {accozzamento, accoz- zato, accozzo). Mettere, mettersi insieme; unire.
- Concludere un affare.
Accreditare {accreditato). Porre a credito. - Conferire riputazione, stima. -Modo di presentare un ambasciatore.
Accreditarsi (accreditato). Acquistare stima.
Accrescenza, accrescimento. V. aumento.
Accréscere {accrescitivo, accresciuto). Crescere, acquistare o conferire aumetito,
Accrespare {accrespato). Far crespa, piega: specialmente di veste.
Accrezione. Malanno degli intestini,
Accubitalia. V. a letto.
Accùbo. Lo sdraiarsi degli antichi a mensa.
Accucciarsi {accucciato). Mettersi a cuccia: del cane.
Accudire {accudito). Dare opera ad una cosa; attendere a un lavoro.
Accularsi {acculato). Moào A\ positura di al- cuni animali.
Acculattare ( acculattato ). V. a deretano, ozio.
Accumulare {accumulamento, accumulalo, ac- cumulazione). Ammassare, far mucchio: detto di denaro, di ricchezze e d' altro.
Accumulatore. Apparecchio destinato a im- magazzinare r energia elettrica sotto forma di ener- gia chimica, per poi restituirla, quando occorra, sotto la primitiva forma. Xornialmente, in un ac- cumulatore si distinguono le piastre di piombo (negative e positive), 1' elettrolito, il recipiente (per lo più di forma parallelepipeda), gli isolatori (che servono a tener distanziate le piastre). - Batteria di accumulatori, insieme rli due o più elementi accoppiati in serie o in quantità, oppure riuniti con accoppiamento misto. - Carica, operazione consistente nell' innnagazzinare 1' energia elettrica. - Costanti, la forza elettromotrice e la resistenza interna. - Scarica, operazione consistente nell' uti- lizzare l'energia elettrica precedentemente immagaz- zinata.
Rendimento in energia, il rapporto fra 1' energia svolta dall' accunnilatoré durante la scarica e 1' e- nergia occorsa per caricarlo. - Rendimento in quan- tità, il rapporto fra la quantità di elettricità svilup- pata durante la carica e la (juantità occorsa nella carica. - Vita di un accumulatore, la sua durata.
Accuratezza {accurato, accuratamente). Cura assidua, diligenza.
Accusa {accusatorio, accusa zione). Imputazione di una colpa, di un delitto: incolpazione, taccia, ad- débito, aggravio, carico, incolpamento, accusàzione; quanto si dice per incolpare altri. - Quanto si dice o si scrive dall'accusatore davanti al giudice: que- rela (accusa legale), incriminazione. - Accusa dove- rosa, fondata, giusta, legittima, lieve, sensata; av- ventata, balorda, cieca, enorme, falsa (calunnia); grave, ingiuriosa, ingiusta, insussistente, pazza, pre- cipitata, ridicola, turpe, vana, ridicola.
Fornmlare, lanciare, appiccare, appioppare, affib- biare, appiccicare, appettare, fulminare, scai-aventare un'accusa; criminare, porre addosso, gettare sulle spal- le, appuntare, rovesciare.- Esagerare, gravare l'accusa. -Provare, comprovare, sostenere; prevenire, confutare, ribattere, smettere, ritorcere un'accusa.
Accusàbile: imputabile, incriminabile, passibile di accusa.
Accusato: colpito da accusa; imputato, prevenuto, in confronto alla giustizia. - A piede libero, accusato che, per cauzione, è lasciato libero, ilal carcere preven- tivo. - Coaccusato, chi è sottoposto ad accusa insie- me ad altri. - Contumace, imputato che, chiamato in giudizio, non si presenta.
Accusatore è chi accusa: denunciatore, delatore (con significato di spia). - Sicofante, chi, nell'antica Grecia, si affaccendava per presentare accuse e in- formazioni contro coloro che rubavano i fichi ai proprietari o frodavano, ingannando gli ufficiali dei porti, ecc. - Accusatorio, che contiene accusa: tòno, piglio accusatorio.
Accusare: attribuire colpa; 'dare accusa, incol- pare, accagionare, addebitare, apporre, imputare, tac- ciare; dare, far carico; ascrivere a delitto; appic-
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A(.<.ISAHK — Acino
car ferro addosso: attaccar campanella, attaccare so- nagli (dire che uno sia cattivo, faccia male, ecc.), in significato anche di divulgare l'accusa; rinfacciare, gettare l'accusa in faccia. - Preaccusare, accusare avanti; riaccusare, accusare nuovamente.- Purgarsi (la un'accusa, giustificarsi. - Ritirare un'accusa, rece- derne, abhandonarla, riconoscerla erronea.
Modi k sedi d' accusa. — Atto d' accusa, atto del Pubblico Ministero per promuovere un giudizio pe- nale. - Assoluzione (da assolvere), proscioglimento da un'accusa; a ssoìutoi'ia, sentenza che manda assolto.
- Capo o capi d'accusa, i fatti imputati e' specificati nell atto d' accusa al tribunale. - Contraccusa, accusa data dall'accusato all'accusatore. - Demmcifl, rivelazione di un reato, verbale o scritta: confessio- ne di una propria colpa.
Diatriba, discorso pieno di accuse. - Giudizio teme- rario, il credere o l'accusare altri per reo di una colpa senza averne indizio veruno o lievissimo. - Insinuazione, accusa maligna e non sempre con fondamento. - Recriminazione, istanza fatta dairaccu- sato perchè si condanni per calunnia chi lo accusò di delitto; accusa opposta ad un'altra.
Camera , sezione d' accusa, V. a tribunale. - Giurisdizione sussidiaria, quella della dimora del- l' imputato 0 del luogo in cui avvenne 1' arresto.
- Ordinanza di non farsi luogo a procedere, or- dinanza con la quale il giudice dichiara che una accusa non ha fondamento.
Acctisare altri delle proprie colpe : buttar la broda addosso ad altri ; giuocar a scaricabarili, a sca- ricalasino. - Aver più fasci che altri ritortole, di chi ha sempre risposte pronte alle accuse. - Ruttare in fac- cia ad uno un accusa, (lei vituperi. - Chiamare a faccia, a confronto: prova che si offre a persona che ci ac- cusi, perchè dimostri il suo asserto. - Chiamarsi in talpa, accusarsi.
IJetti e proverbi : chi si scusa s'accusa, di chi .si discolpa senza esserne richiesto. - Da che pul- pito vien la 2}redica ! ; di chi accusa altri essendo a sua volta in colpa. Anche: il diavolo predica; come disse la padella al paiuolo: fatti in là, che mi tingi.
- // ctitco dà del bue all'asino o dà dell'asino al bue, accusare altri di colpe o di difetti propri. - Nettati i piedi; medice, cura te ipsum, a chi merita le stesse accuse che fa.
Accusare (accusato). Termine del giuoco delle carte.
Accusata. Termine del giuoco di carte.
Accusativo. Accidente del nmne.
Accusatorio, accusazione. Y. ad accusa.
Acéfalo. Senza testa. - Specie di mollusco.
Acerbezza, acerbità {acerbo, acerbamente). L'essere acerbo, aver qualità di acerbo, cioè non es- sere a maturazione: immaturo, di frutta, ecc.; agro, aspro, rispetto al gusto; dell'età e del tempo, giovane, prematuro; lìgur., acre (superi., acen-irno), austero, ingrato, spiacevole. - Del carattere, deìcoìi- tegno di persona: fierezza, rigore, severità {acer- hezza); durezza, crudeltà (rtc^'r/n'/a). Acutezza, — vio- lenza, di dolore.
Dwtccrìiare, disacerbarsi, rendere e rtMidersi meno acerbo.
Acerbo. Y. ad acerbezza. Aceréta, aceréto. Y. ad acero.
Acero. Alhero d'alto fusto, ricercato per la bel- l(!zza del suo legno (bianco, a onde), usato in eba- iii.steria, e per lo zucchero che alcune specie con- tengono noi sugo: volgami., stuccbio. -Loppio, lappo,
specie d'acero di media altezza, sul quale in alcuni paesi si mandano le viti. - Sicomoro, sorta d'acero.
- Acereta, acereto, luogo piantato d'aceri.
Acerra. Detto a incenso.
Acèrrimo. Superlativo di acre; con particolare significato in nemico.
Acèrro. Cumulo, mucchio.
Acertèllo. Gheppio, uccello (di rapina).
Acescente, acescenza. Detto ad acido.
Acetabolo. Riferito a coscia, messa, spalla.
Acetalo. V. ad aceto.
Acetato. Che ha preso odore di aceto. - Di be- vanda temperata con aceto. - In chimica, genere di sali.
Acetèlla. V. ad aceto.
Acètico. V. ad aceto, ètere.
Acetiflcazlone. V. ad aceto.
Acetilene. Qualità di gas. . Acetino. Specie di granato. - Lavoro di vetro.
Aceto. Vino d'uva (vinagro) o di frutta diven- tato acido, per elfetto di particolare fermentazione, spontanea o provocata ad arte. Si ottiene anche dalla birra, dall'acquavite, dal sidro, ecc. Serve per con- dimento e per conservazione di certi alimenti; cuoce vari legumi e verdure (cetriuolini, peperoni, ecc., acconci in aceto o sotto aceto). Si usa in medicina e in profumeria: aceto aromatico, cosmetico; aceto verginale, per la pelle; acelo de' sette ladri (di forte odore), ecc. - Acescente, che sta per diventare aceto: acidulo, addetto, acrigno, agretto; che ha una punta, un po' di punta.
Acciaio, fabbricatore o venditore d'aceto. - Acetata, bevanda con aceto. - Acetato, acetoso, che ha preso l'odore dell'aceto. - Acetèlla, acqua con aceto. - Acètico, aggiunto dell' acido che si produce principalmente dalla fermentazione dell'aceto. - Acetifìcazione, trasfor- mazione d' un liquido in aceto.
Acetino, che ha sapore e odore di aceto. - Acetosità, l'essere acetoso. - Acetume, tutto ciò che si condisce, si concia con aceto. - Acidulare, rendere alquanto acetoso. - Forte, la qualità e il sapore acre proprio dell'aceto. - Inacetire, diventare aceto; aver d'acido, aver la punta: acetare, acetire; inacetare, inacetire; pizzicare, pungere. - Inacidire, rendere aceto. - Infor- zare, del vino e dell'aceto, prendere il forte.
Madre dell'aceto, fondigliolo dell'aceto, che serve a mantenerlo e rinforzarlo.
Acconciare peperoni, fagiuolini, ecc., metterli nel- l'aceto. - Utelló, vasetto di terracotta per tenervi aceto e simili.
Acetóne. Malattia epidemica per certi animali.
Acetósa. Erba da salsa. - Sorta di bevanda.
Acetosèlla. Pianta erbacea, erba (medicinale), usata come bevanda e altrimenti.
Acetosità, acetóso, acetume. Y. ad aceto.
Achillèa. Millefoglie, erba (medicinale), usata anche per fabbricare qualche liquore.
Achillèa. Specie di spugna.
Aciculare. A foggia di ago. - Dello di foglia.
Acidezza, acidità. Y. ad acido.
Acidificare, acidificazione {acidificato). V ad acido i\ a stomaco.
Acido. Che ha sapore più o meno acre, come di aceto: brusco, agresto, agro, acidule», forte; ace- tato, acetoso; aspro. - Acescenza, tendenza all'acidità.
- Addetto, addino, poco acido. - Acidezza, acidità, qualità di ciò clic è acido; acidume, acetume, aceto- sità; agrestezza, agrezza, asprezza ; fortezza, fortume, fortóre; agrezza, agrore, agrunie; bruschezza; punta, puntura. - Acidulare, rendere di sapore acidctlo. - .4/-
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lappare, allapjmkire, aspreggiare, astringere: elTetto delle sostanze acide, o di sapore acido, sulla lingua. - Inacidire, inayrestire, diventare acido (inacetito, inagi'estito): inforzare, infortire, inacetire.
Acido. Sostanza solida, liquida o gassosa, di sa- pore ])iù () meno acre, la quale, combinata con al- tre, forma un saie. Gli acidi si distinguono dai chi- mici in organici e inorganici. Tra i più importanti, sono gli acidi cloridrico (o muriatico), solforico (volgarm., olio di vetriolo), azòtico o nitrico (vol- garm., ac(juaforte), ecc., citati qua e là, secondo gli usi a cui principalmente servono.
Acidimctrid, metodo per conoscer(! il grado di con- centrazione di un acido. - Acidulare, chimicamente, infondere in un liquido alquanto di acido. - Alcalino, corpo che neutralizza gli acidi. - Idracido, acido composto di un corpo seaqilice, o conìposto con l'idrogeno.
Acidulare {acidnlato). Rendere un po' acido.
Acidulo, acidume. Y. ad acido.
Acinesia. Sii»onimodi debolezza. - V. a cuore.
Acino. Il chicco deWuva.
Acinotico. Qualitcà di vino che si fabbricava un tempo.
Acne. Malattia della pelle.
Acolìa. Detto a bile.
Acònito. Sorta di ei'ba (velenosa).
Acontisti. Veggasi a lancia.
Acore (àcoro). Specie di piccolo tumore.
Acotilèdone. Termine di botanica.
Acqua. Liquido naturale, composto di idrogeno e di ossigeno, trasparente, senza colore, né odore, uè sapore. Più o meno poeticamente; détta il /ì'^mù/o elemento, il liquido ghiaccio, il tremnio cristallo, il incoile, Ynniido elemento, il vino della fonte, santa Chiara, vico ghiaccio. - Primo tra i liquidi, come il più necessario alla ^ita animale e vegetale, all' in- tera economia della natura. Si presenta in tre stali: solido (ffhiaccio), liquido, aeriforme, o stato di vapore. Dall'oceano al cielo, dal cielo alla Terra, compie senza tregua un inmienso " e meraviglioso lavorio: allo stato di vapore sale nell'atmosfera, si eleva in fluido invisibile per effetto di conden- sazione 0 di congelazione. Ricade come pioggia (e, quando questa è in quantità straordinaria, enorme, si ha il diluvio), come neve (che sugli alti monti forma il ghiacciaio), come grandine; vicino a terra, diventa rugiada o brina (rugiada solidi- ficata) e, impregnando dei suoi vapori rafVredtIati i bassi strati dell'atmosfera, forma la nebbia, mentre negli strati alti concorre a formare la ìiuvola; partecipa all' uragario, Ijrilla nell' arcobaleno. Caduta come pioggia, filtra entro la superfìcie del globo, scoi're sugli strati d' argilla impermeabile, zampilla in fonte, scende dal ruscello nel tor- rente e cade nel fiume, che la l'iporla al mare, all' oceano, talvolta dopo aver traversato un lago o una laguna. Incontrando una forte depressione del suolo, forma cascata; spandendosi fuori dal letto dei torrenti, dei liumi. stagna e forma pa- lude; straripando in quantità e con ^ iol.enza, dà ìmgo Ai' inondazione. ■
E' la principale bevanda deiruomo e degli ani- mali; ser\e a molteplici usi: nella cucina, nelle arti, ìwW industria, ])er irrigazione ncWagri- eoltura, per metlen^ in azione un mulino, per jìrodurre energia elettrica; serve altresì per fragrwo, \)er lavare e lavarsi; contro V incendio; in farma- cia, per molte preparazioni ; in a ari modi per cura
di malaltie (idroterapia); in pVaticlie religiose (battesimo), come acqua benedetta, ecc.
Un corpo impregnato d' acqua è in istato di umidità; in caso contrai'io, è asciutto, secco;
e la mancanza o la scarsezza dall' acipia, riferibil- mente all'agricoltura e alla stagione, si dice siccità.
Accpiaiòlo, acquatico (acquatile), che nasce e vive neir acqua, che frequenta 1' acqua o sta intorno ad essa. -Acqueo, acquoso, che ha la natura o le qualità dell' ac([ua. - Acquidoso, acquitoso. che ha in se del- l'acqua. - Aquilego, cercatore d'acipia, scavatore di sorgenti. - Acquosità, V essere acquose». - Acquoso, contenente acqua; impregnato d'acqua; luogo ac- quitrinoso; paludoso, copioso d' acfjua. Apportatore d'acqua (vento, tempo, ecc.) - Sottacqueo, (la sottac- qua. - Subacqueo, quel che è, vive o si fa sottacqua.
Idro, prefisso che indica acqua. - Idraulica (V.
Questa voce), parte dell' ingegneria che si occupa el governo delle acque correnti, per rifornirne città, iri'igare, produrre forza motrice. Parte della tisica che delle acque studia 1' equilibrio e il movimento. - Idrografia, descrizione delle acque sparse sul globo; e, in particolare, scienza del mare, che tratta dei liumi e relativamente alla navigazione. Idrografo, chi attende all'idrografia. Agg., idrografico. - Idrologia, trattato delle acque relativamente alle loro pro- prietà, specie e uso. Idrologo, chi tratta di idrolo- gia. Agg., idrologico. - Idrometria, scienza dei liquidi e specialmente delle acque in movimento. Idró- ì»etra, clii se ne occupa; professore di (juesta scienza. Agg., idromètrico.
Ondine, pei popoli del nord, i geni tutelari delle acque.
■ Oi:aijta' e ci indizioni dkll' acuia.
Acquacela, acqua cattiva (detto anche (rac([ua bcMi- ta in quantità soverchia o per opposto ajvino); aerata, quella lasciata all'aria ])erchè sciolga qiu>l tanto che di questa le occorre perchè diventi potabile; alba o albula. acqua torbida, motosa; alta, quando cresct' dal livello ordinario ed ha quindi molto fondò: acquetta, piccola acqua corrente; acqua bassa, poco profonda; bollente, acqiui che, per mezzo delle cagio- ni naturali o artificiali, sia portata al grado di le- vare il bollore; Inuma, sottinteso da bere: calda, acqua che, per essere stata vicino al fuoco, esposta al sole, ecc., ha pre.so un certo grado di caioi't^ .
Acqua cheta, che non corre, stagnante: corrente, clu' va,corre, come quella di rivo, di torrente, di fiume: corrotta, guasta, inquinata; coltri, acqua bollita: crassa, grassa, densa, pantanosa, carica di sostanze corrotte; cristallina, trasparente e pura; ci'uda, molto fredda naturalmente, non buona per l'irriga- zione, né per cuocere legumi, né i)er sciogliei'e bene il sapone (crudezza, la sua qualità).
Acciua del cielo, che rien dal cielo, piov ana ; depu- rata, acqua per mezzo del riposo e della filtrazione fatta chiarissima e potabile; diacciata o ghiacciata, portata all'estremo grado di freddo dalla natura o artificial- mente; di cisterna, pura acqua piovana che si raccoglie dai tetti, e si conduce, col mezzo di doccie e di cannoni, dentro serbatoi cavati nel terreno, a tenuta d'acqua, con «abbia e ghiaietta in fondo: di cristallizza- zione, quella che rimane combinata nei sali e in altri corpi cristallizzati; di pozzo, quella che si trae da questo serbatoio; di fonte, di sorgente, dì polla, di vena : sorgiva, scaturente dal suolo, per lo })iù pura, fresca; di fusione, quella contenuta in combinazione da certi corpi solidi, la (piale se ne
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ACQUA
separa e torna liquida, e serve loro di solvente; dolce, quella di fiume, di lago, non di mare, la quale è salsa.
Acqua effervescente, quella che, per ebollizione o mo- vimento interiore, manda alla superfìcie deFsuolo bol- licine gassose ; ferma, il contrario di corrente , meno che stagnante; fluente, facilmente scorrevole; fredda, al grado della temperatura naturale, non aumentata da alcun calore fina, leggera; fresca, aaturalmente fredda e acconcia a poter essere bevuta per estinguere la sete.
Acqua gelata, agghiacciata, diacciata; grassa, crassa; greve, lo stesso che acqua pesante, pesa, grossa; grommosa, che ha gromma, cioè posatu- ra; impantanata, torbida ^per pantano; irruente, che sbocca con violenza.
Acqua lapidescente, che genera tufi o simili pietre, oppure incrostazioni; lavorata, acqua consacrata, lustrale, espiatoria; leggera, quella che, bevuta, non aggrava lo stomaco, ma passa facilmente; limpida, pura, trasparente (acqua che vince il cristallo, limpidissima) ; marina , del mare ; mediterranea , che è in mezzo alle terre; meteòrica, la pioggia colorata, nella quale l'acqua è mista a sostanze- por- tate dai venti o da altre cause; morta, stagnante; nera, torba, sudicia.
Acqua odorosa, usata nella profumeria; pa- lustre, di palude ; pazza o tinta, che contiene un po' di vino 0 simili; perenne, che scaturisce sempre, non si esaurisce mai; pesante, quella che, per effetto di sali calcari e di altri sali terrosi che tiene in soluzione, produce una sensazione di peso nello stomaco a chi 1' ha bevuta ; petrosa o pietrosa, quella che scorre per luoghi sassosi ; piovana, di pioggia.
Acqua potabile, potulenta, buona a bersi, sa- lubre (del pozzo, del fonte, eccetera, ma nell'uso specialmente quella portata alle casej per mezzo di condotti); piHm' acqua, quella che ha servito la prima volta a certi usi e che si butta via ; pubblica, quella della quale il governo concede l'uso per derivazione, contro pagamento d' un dato canone ; pura, non mista ad alcuna sostanza che la guasti ; rampollante, scaturente dalla terra.
AcquM salata, che ha sapore di sale, perché contiene, in soluzione, una certa quantità di sale (quella di mare); salmastra o salmastrosa, me- scolata di acqua salsa e dolce, che sia salsa alquanto e che abbia j)iuttosto un cattivo sapore; scrudelita, scrudita, che ha perduto la crudezza di prima ed è poco meno che tiepida; scussa o pura, senza vino o liquore; sorgente, che [sorge dal terreno, special- mente dal sasso, e il luogo stesso; sorgiva, di sor- gente ; stagnante, acqua ferma, che non ha modo di scaturigine, né di corso, né d' esito, così che sta- gna e si corrompe; stiepidita, resa quasi tiepida; termale, calda naturalmente.
Territoriale, l'acqua del mare considerata come parte integrante del territorio d'uno Stato; tiepida 0 tepida, che, per alquanto calore ricevuto, è quasi calda; tórba, tórbida, che ha perduto la sua chia- rezza, per terra o altro (anche acqua con un po' di vino) ; traìiquilla, calma, liscia, che non s' increspa {acqua tranquilla che sembra uno specchio); vergine, acqua da far bella la faccia (non comune) ; viva, di sorgente.
ASPKTTI, FORMK, ECC., CHE PRESENTA l'aCQUA.
Acquata, jìrovvista d'acqua dolce, e anche il luogo dove le navi mandano a prender l'acqua. - Acqv£-
rùgiola, pochissima acqua che appena si vede. - Acquetta, piccola quantità d'acqua. - Acquitrino, ac- qua gemente dalla terra, e il luogo dove essa è {acquitrinoso, di acquitrino). - Affluente, corso d'ac- qua, fiume che sbocca in un altro fiume, bene spesso dopo avere, a sua volta, ricevuto dei tribu- tari, ossia dai sub-affluenti. - Alluvione, inonda- zione.
Altezza, [)rofondità delle acque; e si dice viva o morta secondo che l' acqua è corrente o fer- ma. - Alveo, spazio fra due sponde, entro il quale scorrono le acque ; altrimenti, letto o canale, quando praticato artificialmente. - Aves, in Lom- bardia, diconsi i diversi piani a cui si trovano le acque sorgive o freatiche. - Avulsione, dicesi quando in un corso d'acqua un pezzo di terreno si stacca dalla sponda, di cui faceva parte, per la forza di erosione delle acque.
Belletto, posatura che fa l'acqua torbida, special- mente dei fiumi; mota, melma, belletta. - Boccie, bolle che fa l'acqua agitata, specialmente con sapone. - Borro, luogo incavato e profondo, dove scorre acqua.
- Bòzzo, lagunella d'acqua. - Buca, di gran quantità di acqua allagata. - Bulicame, insieme di vene d'acqua che scaturiscono bollendo.
Capo dell'acqua, l'origine, la sorgente. - Colonna d'acqua, quantità che ha un'altezza e una base deter- minata. - Coìyo d'acqua, quantità d'acqua che si rappresenta con volumi empiti in un secondo. - Corrosione, danno che le acque fanno a un terreno, a una riva, ecc.
Effumazione, esalazione naturale di vapori o di fumo dalla superlìcie d'alcune acque o dall'interno d'al- cuni monti. - Fanghiglia, deposito terroso che fa l'acqua in un recipiente murato. - Fascio d'acqua, più zampilli. - Filo dell'acqua, la corrente ; filo d'acqua, quantità d'acqua piccolissima, ma corrente.
- Fontanile, Y acqua che, filtrata attraverso uno strato permeabile fino alla superficie del suolo, ne scaturisce in polle.
Geyser, sorgente d'acqua bollente. - Gromma, la posatura dell'acqua. - Incr istallazione, il diacciare che fa l'acqua, rendendosi simile a cristallo. - Nettunico, sedimento dovuto alle acque.
Padule, piccola palude. - Pelago, profondo ri- dotto d'acqua. - Pelo dell'acqua, la superficie del- l'acqua, in un fiume, in un lago. - Piena, aumento d'acqua nei fiumi o simili, solitamente cagionato da pioggie o nevi di molate. - Polla, vena d'acqua sor- giva. - Polvere d'acqua, spruzzo finissimo {polverio d'acqua che spruzza da una cascata). - Pozza, pic- cola cavità del terreno in cui l'acqua si ferma, e l'acqua stessa.
Bampollo, piccola vena d'acqua sorgente dalla terra,
- Rigagnolo, piccolo corso d'acqua, specialmente nelle vie, nelle strade, o sim. - Bincollo, il fermarsi delle acque in un posto, senza poter proseguire. - Rivo, acqua corrente, ruscello; poet, rio. - Ruscello (V. questa voce), piccolo corso d'acqua. - Ristagno, di acqua che si ferma. - Riviera, corso d'acqua. •
Scoli, le acque che si possono raccogliere dai terreni. - Sedimento, deposito fatto dalle alluvio^ ni. - Soldo d'acqua, quantità che esce da un foro d'un soldo di diametro. - Sonaglio, bolla che fa l'acqua quando piove. - Spartiacque, linea di alture che divide le acque cadenti sopra una regione e le fa discendere per diversi lati : versante. - Stagno, acqua ferma ; ricettacolo d'acqua ferma. - Stroscia, la riga che fa l'acqua correndo in terra. - Stufa, sorgente d'acqua calda e vapori. - Torrente, piccolo
ACQUA
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corso tl"acqua, non perenne, scendente dai monti, con rapido corso. - Vena, scorrimento sotterraneo d'ac- qua che va discendendo e serpeggiando m meati 0 canali naturali della terra a vane profondità, anche polla, sorgente, lilone. - Vescica, la bolla cht^. la l'acqua sbattuta. - Vòrtice, luogo ove le ac- que si muovono agitatissime e circolarmente.
Che bozzo !, di gran quantità d'acqua allagata. - Im- mensa superficie di acqua stagnante. Acque spa- gliate per la campagna. • Acque che st stendono nella vallata. - Vasto e canato specchio d'acqua.
Tenere in collo, d'acque che non hanno iibeio corso per qualche impedimento.
Movimenti, rumori, ecc., dell'acqua.
Acquitrino, gemizio lento d'acqua di polla che penetra nel terreno e lo mantiene umido. - AlJluire, concorrere di acque in un luogo. - Allagare (V questa voce), dilagare, espandersi dell'acqua, tanto che sem- bri lago. - Ammulinare, girare vorcicosamente. Appozzare, l'ormare delle pozze, fermarsi dell'acqua, non avendo sfogo. Rimpozzare.
Bagnare (V. questa voce), aderire dell'acqua alla superfìcie di un corpo.
Caduta, cascata, volume d'acqua che viene da una certa altezza e può servire di forza motrice. - Catacli- sma, grande inondazione d'acque. - Confluire, il riunir- si di due acque correnti. - Congiungersi, unirsi delle acque correnti. - Corrente, corpo d'acqua che si muove in una data direzione. - Correre, il muo- versi dell'acqua, scorrere, delluire; essa scorre lenta, rapida, precipitosa, liscia, increspata, agitata, som- mossa, ecc. Corso, lo scorrimento dell'acqua, spe- cialmente d'un lìume , equilibralo, di corso che re- sti in media alle medesime altezze.
Decrescenza, l'abbassarsi delle acque. Defluire, scorrere dall'alto al basso. • Dirómpersi, sbattersi, agitarsi. - FioWaré-, d'acqua che, scendendo da un'a- pertura, gorgoglia; fiotto, gonfiamento, ondeggia- mento.
Getto d'acqua, quanta ne esce da un apertura qua- lunque. - Gora, acqua che corre per terra , gorata, la quantità. Gorgo, vortice, abisso. ■ Grondare, dell'a- cqua che cade a gocciole lilte dalle gronde o dai corpi molto inzuppati. • Gorgogliare, il leggiero rumore del- l'acqua che bolle, o che passa un varco e sulla ghiaia: gorgogliamento, gorgóglio. - Gorgoglio, un gorgo- gliare continuato. -Sgrondare, lo scolare dell'acqua all'ingiù.
Illuvione, inondazione, piena. - Incavernarsi, delle acque che si gettano e scorrono in luoghi sotterra- nei. - Increspare, della superficie dell'acqua legger- mente scossa dall'aria. - Inalbare, diventare bian- chiccia. - Ingrossare, d'acque che crescono o diven- tano furiose. - Inondare, delle acque che straripano, fanno inondazione. - Irrigazione, V. questa voce.
- Lambire, sfiorare dell'acqua toccando leggermente.
- Morire, di acqua che s'impaluda. - Mormorare, mormoreggiare, il far lieve rumore, proprio dell'acqua corrente : mormorio, mùrmurc. - Ondeggiare, far onda.
Pettata, il luogo in cui le acque trovano maggiore resistenza al moto. - Pollare, pullare, pullulare, sca- turire, rampollare, .specialmente da polla, dal basso all'alto senza getto- pullulamento, pullulazione, ram- pollo, ecc.: rampollante, rampollato. - Portata, il volume d'acqua che esce in un minuto secondo da un canale, da una bocca.
Premoli — Vocabolario NomenclaLore
Remolino, il rimescolamento dell'acqua sul solco della scia. - Retroso, moto vortico.so d'acque che vanno e tornano. - Reflusso, riflusso, V. a mare. - Rigurgi- tare, ringorgare, aflluire in gran copia : rigurgito, rigorgo; anche il ritorno vorticoso e posteriore delle acque arrestate nel loro corso da qualche ostacolo. - Rocchio, getto non piccolo e rotondo. - liugltare, dell'acqua che scoscende e rode.
Sbattimento, agitazione dell'acqua. - Sboccare, metter foce(di fiume), uscire da un canale. - Scaturire, spicciare da una sorgente. - Scolo, lo scolare, l'atto e il luogo pendente atto a scolare, e la materia. - Scrosciare, del rumore fatto cadendo dall'alto o bol- lendo. - Sgorgata, quanta acqua sposta lo stantuffo delìn tromba- Sgorgo, uscire dell'acqua dalla bocca di efflusso, praticata nelle pareti di un serbatoio o di un canale. - Spagliare, sparpagliarsi nelle pia- nure e impaludare ; spaglio. - Spiovere, scorrere, scolare. - Sprizzare, meno di spruzzare: sprizzo, getto, schizzo minuto. - Spruzzaglia, spruzzo, d'ac- (jua in piccolissime bollicine, cosi che bagna legger- mente , spruzzolo, lungo spruzzo (una nebbia di spruzzi minutissimi). - Spruzzare, bagnare legger- mente, schizzando : spruzzolare (non comune). - Stagnare, formare stagno. - Stillare, uscire a goccie.
- Stillicidio, il cadere dell'acqua a stille da un tetto.
- Strosciare, rumoreggiare d'acqua abbondante, ca- dendo: trosciare; stroscia, troscia, il rumore.
Velarsi, gelare leggermente. - Zaffata, spruzzo, schiz- zo. - Zampillo, piccolo getto; zampillio, continuità di zampilli.
Voci imitative : eia, di rumore fatco in acqua da cose molli. - Cicche ciacche, di rumore nell'acqua, o simile (anche di mani battute insieme o su parte del corpo)* - Pflun, di qualche cosa che cade nell'acqua.
Edifici, operazioni, istrumenti, ecc.,
RELATIVI all'acqua.
Acquaio, vaschetta, pila, per ricevere le ac- que che si gettano via. - Acquario, locale, edifi- cio nel quale si tengono piante o animali acquatici a scopo di studio. - Acquedotto, acquidotto, canale in muratura pel quale si conduce l'acqua da luogo a luogo.
Bargagno, macchina adoperata per estrarre dall'ac- qua sassi, réna e altre materie ingombranti. - Berma, tJanchina che si costruisce lungo il piede delle di- ghe, fra esso e il ciglio della sponda del corso d'acqua, per evitare le escavazioni e le erosioni che avvengono in causa della battuta delle acque. - Bindolo, sorta di macchina, con una ruota a tim- pano, adoperata per attingere acqua, per inaffiare, vuotar fossi e canali. - Bottaccio, bacino d'acqua per mandar mulini o altri opifici.
Calla, grande apertura, munita di cateratta, per dare il passo alle acque, per lo più a fine di colmare odi pro- sciugare.- Cawa/e, apertura scavata artificialmente per il passaggio di acqua servibile a navigazione o ad industrie. E l'acqua stessa (se é piccola, per mu- lini, ferriere, o sim., piuttosto gora). Anche tubo o conduttore dell'acqua che si introduce per gli usi della casa, e più particolarmente di quella che piove sui tetti. - Canna, canale chiuso o tubo di piombo, di ferro, o di terracotta, per cui scorrono fluidi, e specialmente l'acqua nei condotti. - Cannella, tubo non grande di terracotta o di ferro o di piombo, per il quale passa l'acqua dei condotti. - Chiave della cannella, la gruccelta che si gira per mandar l'acqua.
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ACQUA
Cannoncini, tubi di latta o d'altro metallo, i
3uali, fermati contro il muro, comunicano con la occia, e ne portano l'acqua fin presso al suo- lo 0 anche sotto di esso, in un condotto sotter- raneo. - Cannone, doccione di terra, canale di piombo 0 d'altra materia da fare condotti. - Cata- dupa, luogo nel quale sono fragorose cascate d'a- cque. - Cateratta, apertura fatta per trattenere o rac- cogliere le acque e smaltirle, la quale si apre e si chiude alzando o abbassando una tavola di legno incastrata nei lati. - Cateratte, cascate, balzi, salti, formati da banchi o scogli: chiuse naturali.
Cavamente, cavo o diversivo, escavazione artificiale fatta nel terreno, per raccogliere e trasportare le acque da un punto ad un altro della superficie ter- restre. - Chiàvica, fogna. -. Chiusa, ostacolo che si opponga al libero corso dell'acqua in un fiume, in un canale, in un torrente. - Cisterna, serbatoio di acqua piovana costruito dove c'è difetto d'acqua di polla.
Collettore, raccoglitore d'acqua. - Colpo d'ariete, quell'urto che si produce nelle condutture d'a- cqua quando si arresta il moto istantaneamente e violentemente. - Conca, tronco di canale chiuso dalle cateratte e dai sostegni amovibili fatti per agevolare la salita e la discesa delle barche. - Con- dotta delle acque, il condurle da un luogo a un al- tro, regolandone il corso. • Condotto, piccolo acque- dotto, muratura o tubo metallico o di terracotta per portare le acque da un luogo all'altro. Con- serva d'acque, serbatoio, per lo più sotterraneo. Se d'acqua piovana, dicesi cisterna.
Dare l'acqua, aprire le valvole per mandare opificio irrigare. - Depuratorio, serbatoio per depurare l'acqua. - Dicco manufatto, costruzione per trattenere le acque e costringerle a un regolato sistema- chiusa artifi- ciale. - Diversivo, canale che serve a deviare le acque. ■ Doccia, cannone di terracotta o d'altro per raccogliere acque di scolo; canaletto artificiale pel quale le si fanno scorrere. - Doccionata, condotto formato di doccioni. ■ Doccione, cannone più grosso della doccia.
Emissario, scaricatore d'acque di lago o di pa- lude 0 deviatore di quelle di fiume. Fogna, con- dotto sotterraneo per ricevere e sgorgare acque. - Fognatura, fondo delle fosse per gli scoli delle acque. Fontana, V. questa voce. ■ Fosso, fossa condotta per lungo tratto di terreno allo scopo di ricevere e trasportare le acque dei campi; za- nella.
Giuochi, fughe, scherzi d'acqua. - Gora, canale sca- vato artificialmente nel terreno per condurre acqua per l'irrigazione o per mulini o per altri simili edifici. - Gutlazzo, in Calabria, serbatoio d'acqua. -
Idranti, le bocche praticate, a determinate distanze (60 - 100 m.), negli acquedotti, alle quali si avvi- tano docce 0 trombe per spegnere gli incendi o inaffiare le vie. - Idrofono, apparecchio che serve per ricercare le fughe nelle condotte d'acqua. - Idrometro, asta idrometrica , strumento per misurare la velocità e la portata della corrente. Incile, ta- glio 0 apertura per derivare l'acqua di un fiume, d' un lago, ecc. - Immissario, apertura per cui le acque entrano in un lago o simile.
ÌMma, zona depressa, concava e bassa in cui slagna- no le acque, però in poca profondita. • Meato, canale sotto t Tra, apertura d'acque vive. - Moduli o bocche magistrali, edilici coi quali si misura l'acqua che si deriva da un fiume o da un canale, - Mulino di
Wolmann, strumento per misurare la velocita dun corso d'acqua.
Palàncola, tavolone o pancone e anche trave spianata di sopra, posta a traverso una gora o al- tro canale, per passarvi. - Partitore, manufatto spe- ciale col quale si ottiene la suddivisione di un corso d'acqua, in determinate proporzioni. - Pescaia, specie di argine. - Pompa, tromba. - Fonte, co- struzione in muratura o in ferro fatta per valicare un corso d'acqua. - Pozzino, ricettacolo di scoli.
- Pozzo, luogo scavato a fondo finché si trova l'acqua di polla. - Presa, dove una parte d'ac- qua corrente in un fiume è sviata per essere condotta a un mulino o ad altro consimile edificio.
- Purgatòio, luogo o ricetto in cui si raccolgono le acque, perchè si spoglino delle impurità.
Raccolta, riunione d'acqua fatta a vari scopi. - Ratte- nuta, raccolta d'acqua stagnante uscita da un fiume o sim. - Regolatoio, fosso principale che regola le acque degli acquedotti. - Repellente (o pennello), diaframma che, partendo dalla riva d' un corso d'ac- qua, si protende più o meno verso 1' alveo, allo scopo di mantenere il filone della corrente sull'asse ed impedire la corrosione delle sponde. - Ridotto, luogo nel quale si conduce l' acqua da più parti. -
Scannafosso, condotto che dà scolo alle acque d' un fosso. - Scaricatoio, luogo di scarico, specialmente delle acque. - Scaturigine, sorgente, polla. - Scherzi e giochi d' acqua, zampilli che si mandano in vari punti, specialmente a sorpresa e nei giardini. - Scolo, alveo che serve a far defluire le acque. - Serbatoio, qualunque costruzione destinata a conte- nere acqua, per estrarla poi a misura che se ne ha bisogno, per 1' irrigazione o l' alimentazione dei canali. Serrata, riparo contro 1' acqua corrente. - Smaltitoio, dicesi di tutti i mezzi impiegati per scaricare le acque di un canale, di un Iago, ecc.,, quando si trovano in abbondanza. - Spartitoio, edi- ficio che spartisce le acque. - Sperdimento, detto di acque che non si utilizzano.
Timpano, apparato idraulico pel sollevamento del- l'acqua, d'antica costruzione, oggi usato soltanto in alcune applicazioni agricole. - Tro»w6a, strumento idraulico per alzar acqua mediante il moto di su e giù, impresso allo stantuffo o da braccio duomo, o da acqua corrente o cadente, ovvero dal vapore.
Vasca, ricetto murato, dove, specialmente ne' giardi- ni, si raccoglie acqua, spesso con zampillo: vascìiet- tiva, vaschetta, vascona. - Vena, canaletto naturale sotterraneo ove corre l'acqua.
Operazioni, lavori. — Allacciare, raccogliere le acque (mediante convenienti lavori) di una o più scaturigini per ridurle in un solo canale o con- dotto. Allacciatura, l'alto e l'effetto. - Conduzione delle acque, il condurle da un luogo all'altro per mezzo di canali, tubi o sim. Dar la tratta all'a- cqua, darle la via. • Derivazione (derivare), trarre acqua da riva, da sorgente. - Deviare (deviazio- ne), il far prendere all' acqua un corso diverso dal naturale. Diversione, deviazione dell' acqua, spe- cialmente per diminuire il volume del corso mag- giore.
Incanalare l'acqua, porre in luoghi acconci dei tubi 0 canali di piombo, o d'altro, affinchè in essi SI introducano e scorrano le acque. - Irrigazione: V. questa voce.
Livellazione delle acque, il ridurle allo stesso li- vello. - Prosciugamento, il prosciugare, e dicesi prin- cipalmente dei terreni coperti dalle acque, alle quali vogliasi dare uno scolo: laverò di bonifica. ■ Smal-
AcguA
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tire, d'acqua e sim., dar buona uscita. - Tagliare l'acqua, i condotti, a un paese, privarlo d'acqua. - Voltare, deviare le acque.
Alcune cose che si fanno nell'acqua E con l'acqua
AcqvMre, far provvista d'acqua. - Essere, stare a fior dell'acqua, a fior d'acqua, a livello dell'acqua, in sul ftl dell'acqua, al sommo dell'acqua, a galla (galleg- giare): essere alla superficie dell'acqua, emergere. Contrario di sott' acqua. - A mezz'acqua, tra due acque.
- Contr acqua, contro corrente. -L'uomo e gli animali si tengono a galla mediante il nuoto. - Affogare, uccidere sommergendo nell'acqua; annegare.
Annacquare, mettere acqua in un liquore, per tempe- rarlo. - Annasare, spargere l'acqua con l'annatfiatoio; leggermente bagnare, inaffiare. - Attingere, tirar l'acqua da fonte, da pozzo e simili. - Bagnare, spar- gere acqua sopra una cosa; irrorare, irrigare (V. "a irrigazione); aspergere, spruzzare, spruzzolare, bagnare leggermente.
Battezzare, mettere dell'acqua in altre sostanze. - Bere, quando, tuffati nell'acqua, siamo costretti a ingollarla. - Diguazzare, dibattere l'acqua nei vasi, sciaguattare. - Immergere, affondare; attuffare, coprir d'acqua; affondarsi, ecc. - Intorbidare, far diventar l'acqua torbida, non chiara, non limpida. - Mettere in molle, a rinvenire nell'acqua.
Pescare, cavar dall'acqua; ripescare, cavare al- cuna cosa che vi sia caduta. - Pompare, tirar l'acqua con la pompa. - Sciacquare, ripulire con l'acqua, nel- l'acqua. - Scrudtre, scrudelire l'acqua, far che l'acqua al foco perda la rigidezza invernale. - Sommergere, (sommerso), sprofondare nell'acqua. - Tonfare, fare un tonfo, cadere nell'acqua. - Trombare, cavar l'acqua con la tromba. - Tuffare, immergere checchessia nell'acqua, per lo più cavandolo subitamente.
Acquaiuolo, acquaroto, portator d'acqua, port'ac- qua: chi porta o attinge acqua per prezzo. - V., inoltre, a bagno, bucato, incendio, lavare.
Acque medicinali, preparate, minerali, ecc.
Acqua acciaiata, quella che, avendo tenuto ferro od acciaio in infusione, acquistò sapore o virtù di medicamento ferruginoso; acidula, quella impregnata di acido carbonico o naturale o artificiale; amta, acqua corrosiva dei vecchi chimici; aerata,, quella che contiene gas acido carbonico, ossia l'acqua aci- dula; alcalina, acqua contenente bicarbonato di soda.
- Alloppiata, acqua cavata per distillazione dall'op- pio, amara, quella mineralizzata dal solfato di ma- gnesia (sai amaro) e purgativa. - Aromatica, acqua che acquistò aroma od odore gradevole per infu- sone di piante aromatiche o distillazione con esse, 0 in altro modo; artifiziata, acqua nella quale sono sciolte sostanze medicinali.
Acqua bianca, acqua in cui sia slata sciolta farina 0 semola; borra, acquaborra, specie di acqua mi- nerale.
Acquai calda, lo stesso che termale; carbonata, lo stesso che gasosa, celeste, acqua medicata, che si prepara con sale ammoniaco, solfato di rame e calce; concia, acqua artificiata per qualche uso par- ticolare, e che serve specialmente come profumo o come liscio per donne; cosmetica, acqua che si adopera per abbellire la pelle.
Acqua di sedlitz, acqua che si rende gasosa e medica- ta per lo sciogliere che vi si fa di qualche sale rinfre-
scante e purgativo, e di una certa dose di acido carbo- nico; rfi seltz, acqua nella quale fu sciolta una certa dose di acido carbonico per mezzodì opportune macchi- ne, chiudendola poi in bottiglie, dalle quali, per mez- zo di un congegno, esce spumeggiando con forza; distillata, quella spogliata d'aria per azione chimica; di calce, di calcina, acqua satura di calce viva in dissoluzione.
Acqua emostatica, quella usata nelle emottisi e nelle emorragie; epatica, acqua che possiede odore putrido di acido solfidrico (più modernamente, acqua solforosd).
Acqua fagedenica, acqua artificiata che si ado- pera contro le ulcere e le escrescenze carnose, come detersiva e corrosiva; ferrata, lo stesso che marziale, acqua contenente bicarbonato di ferro e altro sale dello stesso metallo, in modo da rice- vere da esso le precipue qualità medicinali che pos- siede (anche acqua in cui fu tuffato un ferro roven- te); ferruginosa o ferruginea, che contiene ferro in mescolanza o in combinazione; forte, l'acido ni- trico del commercio, così chiamato dai vecchi chi- mici perchè fluido come l'acqua e di azione corro- siva forte sui metalli e sugli altri corpi: detta anche acqua da partire o da partitori; adoperata dall'in- cisore, didXY orefice, ecc.
Acqua gassosa, gazzosa, o carbonica, quella carica di più volte il suo volume di gas acido carbonico; grassa, che contiene sali di calce: incrostante, quella (mine- rale) che lentamente depone il suo carbonato di calce e di magnesia in masse compatte cristalline (pisoliti, sferule in forma di piselli prodotte dal rivestimento a strati concentrici di corpuscoli tenuti in sospen- sione dalle acque incrostanti).
Acqua lustrale, acqua purificante, usata dagli an- tichi per aspergere le vittime: acqua benedetta.
Acqua madre, V acqua da cui cristallizzò un sale, e che contiene, oltre ad una certa quantità del sale medesimo, le materie solubili, le quali erano con esso in mischianza, e lo rendevano impuro; marziale, una delle acque minerali che contiene ferro in dissoluzione. Si dice anche di acque che contengono questo metallo disciolto per arte.
Acqua medicata, qualunque acqua in cui siano state sciolte sostanze meclicinali; medicinale, usata in medi- cina (sia per bagno o per bevanda); mercuriale. contenente sali di mercurio; acqua minerale, quella in cui sono in dissoluzione materie saline o gas, e serve per uso medicinale (queste acque sono larga- mente usate per bagno, per bevanda, ecc.).
Acqua ossigenata, biossido di idrogeno, che si ottiene trattando il biossido di bario stemperato nell'acqua distillata; panata, resa tale con un po' di pane arrostito per togliere il crudo e darla ai malati che hanno sete.
Acqua ragia, prodotto di distillazione della tre- mentina: serve ad usi industriali e specialmente nella fabbricazione delle vernici (é antisettica contro le pulci, le cimici, ecc.); re^ta, mistura acida che si forma con la mischianza di due acidi, nitrico e clori- drico, oppure di acido nitrico con sale ammoniaco o di acido cloridrico col nitrico (scioglie l'oro e il platino).
Acqua salina, acqua minerale di cui elementi predominanti sono i cloruri di sodio, di calcio e magnesio, i solfati di soda, calce e magnesia; saponata, acqua nella quale sia sciolto del sapone; si dice anche semplicemente saponata; feconda, so- luzione di carbonato di potassa, U!-ata dai pittori e dagli incisori ; selenitosa (dura), quella che al a
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ACQUA
ACQUOLINA
analisi ciiimica dà un per cento molto elevato in sostanze minerali, principalmente in carbonati e solfati alcalini; solforosa o soljurea, acqua minerale contenente gas acido solfìdrico o qualche solfuro alcalino in soluzione {fanghi, i depositi di questa acqua).
Aiujua termale, naturale, specialmente minerale, la cui temperatura é manifestamente maggiore di quella dell'atmosfera {sorgente termale, che risale dopo avere preso la temperatura delle zone che attraversa; sta- zione termale, stabilimento pubblico vicino a sor- genti termali); termominerale, calda e minerale {ter- mologia, trattato delle acque termali); tofana, specie di veleno (acquetta di Napoli, acqua di Perugia).
Acqua vegeto-minerale (o di Goulard), estratto di saturno, anche sottoacetato di piombo, diluito nel l'acqua (serve in caso di contusioni, lussazioni, ecc.); vitriola, contenente qualche solfato metallico, ed in ispecie quello di rame, o di ferro, o di zinco; vul- neraria, acqua medicata contenente la parte volatile delle specie vulnerarie, sorta di piante aromatiche; zolfa, 10 stesso (;he acqua epatica o solforosa.
Acqua. Qualità più o meno limpida della gemma.
Acqua alle gamlie. Malattia del cavallo.
Acqua battesimale. Quella pel battesimo.
Acqua benedetta. Quella usata nelle pratiche del culto cattolico : acqua santa, acqua lustrale. Se ne serve il prete per benedire persone e cose ; i fedeli vi tuffano le dita per farsi il segno della croce, ecc. - Acquasantino, pila, vaschetta che la contiene; piletta, pilozza. - Aspersòrio, arnese, quasi a forma di pennello, adoperato, dal sacerdote per aspergere con l'acqua santa: asperges, sperges.
Acquacedrataio. Chi vende qualche be- vanda (per Io più acqua limonata) per via: ac- quafrescaio, acquaiolo.
Acquadernare {acquadernato). Disporre la rnrta in quaderni.
Acquàio. Pila, per lo più di pietra, con rela- tivo condotto, praticata nelle case per ricevere le acque che si gettano via ; vaschetta a sponde basse che sta in cucina e serve alla rigovernatura delle stoviglie. • Buco, il foro della pila per cui esce l'acqua. - Cannello, tubo d'ottone sopra la pila - Cannone, canale, condotto, doccione. - Gola, il con- dotto, il tubo, i doccioni pei quali l'acqua passa. - Pila, il vaso contenente l'acqua. - Retino, rete me- tallica sul buco dell'acquaio. Il condotto é tappato, intasato, quando, per introduzione d'altre materie, per lo più solide, l'acqua non vi può scorrere.
Acquaiòlo. Chi porta acqua per mestiere. — V., inoltre, a pianta^ vainolo.
Acquamare. Varietà di colore.
Acquamarina. Pietra preziosa, gemma.
Acquapendente {acquapéndere). Detto a mon- te, a pendio.
Acquare {acqttato). Far provvista d acqua.
Acquàrio. Serbatoio d'acqua (leggasi dove si parla di edifici, operazioni, ecc. relativi all'acqua)
Acquartierare {acquartierato). L'alloggiare di un esercito.
Acquarzente. L'acquavite, V alcool.
Acquasantino. Pila per Vacqua benedetta.
Acquastrino. Di terreno inzuppato d'acqua.
Acquatinta. Liquido per l'incisione,
Acquattare {acquattato). Modo di nascon- dersi.
Acquavite. La parte spiritosa del vino, o d'al- tro liquore vinoso, estratta per prima distillazione,
senza rettilicarla. Con l'invecchiamento o con sje- ciali manipolazioni, dà il cognac. - Anaci, acquavite anaciata, acquavite d'anici. - Anisetta, acquavite leggera con sapore d'anici. — Acquavitaio, chi vende acquavite e altri liquori, per le strade o in una piccola bottega. - Cicchettare, prendere un cicchetto, bere un bicchierino d'acquavite.
Acquazzone. Rovescio di jnoggia.
Acquedotto {acquidolto, acquidutto). Canale, per Io più in muratura e ad archi quando sopra suolo, per il quale si conduce l'acqua da luogo a luogo: condotto dell'acqua, acquidoccio, doccionata. - Trin- carello, piccolo acquedotto ; piccola doccia o cas- setto che conduce l'acqua. - Fossa, per lo più mu- rata, che riceve l'acqua dei campi. - Cappa, coper- tura 0 tegumento di smalto che si stende sulle vòlte per impedire che le acque vi producano de- terioramento. - Sifone, canale o tubo, id.
Acqueo. Di acqua, — Umore dell'occhio.
Acquereccla. Specie di vaso da acqua.
Acquerella. Piccola pioggia.
Acquerello. Colore stemperato con acqua e adoperato per adombrare un disegno ; il disegno stesso toccato in tal modo; modo di pittura: ac- querella, acquerelletto. - Acquerellista, chi si ap- plica ad acquerellare, ossia ad adombrare disegni con acquerello. - Neutro, colore grigio-giallastro de- gli acquerellisti.
Acquerùgiola. Minutissima pioggia.
Acquetare, acquietare {acquiescente, acquie- scenza, acquiésceré). Indurre in calma; rendere contento ; soddisfare un creditore.
Acquetta. Ingrediente di belletto; sorta di bevanda ; picola pioggia ; forte veleno.
Acquicella. Piccola pioggia.
Acquiescènza. Il mettersi alla volontà d'al- tri ; adattarsi.
Acquirente {acquisitore). Chi fa atto di cotn- perare.
Acquisire {acquisitivo, acquisitizio, acquisito, acquisizione). Lo stesso che acquistare.
Acquistare {acquistabile, acquistamento, acqui- stato, acquisto). Acquisire, venire in possesso di alcuna cosa, impadronirsene, farne acquisto; ri- trarre, arrecarsi ; comperare, procurarsi, procac- ciarsi ; aumentare, guadagnare, ottenere; attirarsi, beccarsi, buscarsi, accaparrarsi, raccogliere (affetto, onori, stima, ecc.) ; avvantaggiare, progre- dire, migliorare, profittare ; apprendere, imparare, acquistar cognizioni ; riavere, ripigliare, ricuperare. Prosperare, detto di pianta o a animale : mi- gliorare.
Acquisitizio, acquistato d'altronde, non proprio. - Acquisito, non naturale, ma in qualsiasi modo acquistato. - Acquistabile, che si può acquistare : ac- quisibile, ricuperabile, ecc. - Acquisto, acquista- mento, acquirenza, acquisizione, guadagno, otteni- mento, incremento. — Roba di buono o di mal'ac- quisto, acquistata bene o male, onestamente o no.
Diritto di prelazione, quello che compete ad alcuno di acquistare una determinata cosa allo stesso prezzo e alle stesse condizioni che possono essere state fatte per la stessa cosa ad un altro. - Usuca- pione, acquisto della proprietà per lungo, pacifico possesso. — Riacquistare.
Acquisto. L'acquistare. Acqaisttire di nuovo.
Acquitrina. Umore dell' occhio.
Acquitrino {acquitrinoso). Movimento dall'ac- qua ; terreno a palude.
Acquolina. MiiiniA jnoggia, - V. a desiderio.
ACQUOSITÀ
ADATTARSI
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Acquosità (acquoso). V. ad acqua, umidità.
Acre. Di sapore : agro, piccante, pungente, aspro, brusco, acido, acerbo, afro; acrimonia (acrimo- nioso), asprezza, acerbezza, acerbità, acrèdine, agrez- za, crudezza. -Di odore e di suono: acuto, forte, penetrante. - Di dolore, rimprovero e simili: acerbo, acerrimo, acuto, crudo, duro, fiero, forte, intenso, vivace, vivo, violento. - Acremente, agra- mente, acerbamente, acerrimamente, aspramente, crudamente. — Maniera di avere contegno, ò^i par- lare. — Rabbruscare, rabbruscarsi : rendere, diventar brusco, acre.
Acrèdine, acrimonia. Qualità di ciò che è acre.
A crepacorpo {a crepapelle, a crepapancia). Dicesi del mangiare eccessivamente.
Acro. Sorta di misura (agricola).
Acroamatico. Detto a filosofia e a libro.
Acròbata. Chi balla, danza sulla corda; ballerino, ballatore di corda. - Acrobàtico, di acròbata. - Acrobatismo, funambolismo, condotta equivoca, specialmente in politica.
Acrodinia. Male delle dita.
Acroleina. Medicamento antisettico.
Acromàtico. Senza colore: di lente da can- nocchiale, ecc. - Acromatismo, l'essere acromàlico.
Acròpoli. Particolare fortezza.
Acròstico. Componimento in poesia.
Acrotèrio. Piedistallo di statua o d' altro in qualche edificio.
Acuire, acuminare [acuita, acutezza), Fare acMfo, aguzzo, a punta. - Lavoro dell'arrostito.
Acùleo (aculeato). Pungiglione di insetto.
Aciim^e. Acutezza d' iitgegno.
Acùstica (acustico). Scienza che tratta del suono e deìV udito. • Olacustica, l'acustica appli- cata alla medicina.
Acutàngolo. Detto in angolo.
Acutezza (acuità). L' essere acuto.
Acuto. Naturalmente appuntato o assotcìgliaio in punta: aguzzo, puntato, punlaguto, pinzuto, pizzuto, stilettato, aculeato, rostrato; pungente, pe- netrante (di cosa che fa impressione); traiictivo. — Detto di dolore, di malattia: forte, intenso, violento, precipitoso, di non lunga durata. Con particolari significati riferito ad accento, angolo, suono, voce.
Rendere, fare acuto: acuire, aculire, inacutire (inacutito); affusare, affusolare, aflusellare, ralfuso- lare. Rappuntare, rassottigliare, aguzzare.
Adacquare (adacquato, adacquatura). Adope- rare acqua per bagnare, per irrigazione.
Adagriare, adagiarsi (adagiamento, adagiato). Posare, fare adagio; acquistare agrm^esisa; met- tersi a sedere o sdraiarsi.
Adagio. Lentamente, per lo più dello dell 'an~ dare, del camminare: passin passino, passo passo, a pian passo, a passo naturale; adagino, cheto cheto, lemme lemme, lonzo lonzo, bel bello; a calate, a calette di chéppie (del venir giù); con tutto comodo, a tutto agio, a rilento, adagio adagio, poco a poco; adagino, piano piano, un passo alla volta, un passo dietro l'altro, a passo di processione, con passi radi, con soave passo; piede innanzi piede, a passi tardi e lenti, con picciol passo, ca- tellon, catellon!; grondone, grondoni. Famigliarm., chianna chianna, giò giò.
Far passo di picca; muoversi come una gatta di pietra. • Flemma e tempo: raccomandando di andar piano. - Adagio, adagio, perche ho fretta, cosi i ge-
suiti ai loro allievi, nello scrivere, nel lavorare, ecc. — "V. a parlare.
Andare più adagio : rallentare il corso. - Più o meno adagio: ora a maggiore e ora a minor passo.
Adagio. In musica, il tempo della battuta più lento dell'ordinario.
Adagio. Lo stesso che massima, sentenza, 2>»'0- verfno.
Adamante (adamantino). Il diamante.
Adamantino. Duro, forte, indomàbile (di carattere d' una persona).
Adàmico, adamitico. Di o come Adamo.
Adamo (adamitico, adamico). Il primo parente, il primo 0 antico padre, genitore; il primo uomo; il primo genitore, il progenitore, il maggior padre di famiglia. Protoparente, protoplaslo, primo for- mato. - L'uom che non nacque; il seminatore; l'a- nima prima.
Adamo ed Eva: i primi parenti, i primi progenitori, la prima coppia ; l'umana radice. — V. a fico.
Adattare (adattabile, adattamento, adattezza, adatto). Propriamente, accomodare una cosa con un'altra; proporzionare; agguagliare, conformare, coordinare; acconciare, racconciare; assestare, ordi- nare; far che una cosa destinata ad un uso possa convenientemente servire, prestarsi per un altro; rinibastare.
Agguagliare la terra e condizionarla alla natura dell'albero
Adattezza, l'essere adatto: adatlanza, acconcezza. Adattamento, 1' adattare e 1' adattarsi, atto ed etl'etto. Adattamente, in modo adattalo, convenientemente. - Adattato, reso atto, conveniente, ecc. - Adattabile, che SI può adattare. — Contrario, inadattabile.
Adattacckiare, adatticchiare, adattare alla meglio, in qualche modo. - Appi'opriare, adattare con proprie- tà, convenientemente. - Rabberciare, accomodare, adattare alla meglio o alla peggio. — Riadattare, ri- pete adattare.
Adattarsi (essere adatto). Avere (cosa o persona) le qualità richieste per un determinato scopo; es- sere acconcio, atto, convenevole, conveniente, con- facente, conforme, consono, da ciò, ad hoc, a pro- posito, a propositissimo, congruo, proporzionato, adeguato. Acconvenire, convenire, convenirsi; accoz- zarsi, affarsi, fare al caso, confarsi; attagliarsi; star bene, garbare; essere o parere fatto a posta, fatto a proprio dosso, ad hoc, essere da ciò; buono per una cosa, abile; essere, fare, venire al caso, al punto; addirsi; esser dicevole, esser quel che ci vuole; an- dare come il fodero alla spada.
Tornare, calzare; tornare a pennello, a capello; far per una cosa, una persona; essere il desso; starci dipinto; quadrare, quadrare a capello, al verso, star bene più che il basto all'asino; tornare in chiave; rispondere a battuta. - Attagliare, venire in taglio, in acconcio, affarsi; essere tagliato ad una cosa, es- serci atto, avere natura da ciò.
Frutto di stagione, cosa accomodata ai tempi. - Idoneo, che ha la qualità e i requisiti necessari a un dato ufficio. Luogo e tempo competente, adat- tato, opportuno. - Tagliato al dosso di tutti, adatto per chicchessia. -4 chiederlo a lingua, a farselo fare espressamente, non poteva riuscire più adatto.
Adattarsi (adattamento, adattato). Acconsentire, acconciarsi a certe condizioni; conformarsi, rasse- gnarsi ad esse, sopportarle, subirle; sottostare; acco- modarsi alla meglio; tagliare secondo il panno.
Adattarsi alle circostanze: ballare secondo il verso suona, prendere il mondo come viene; lasciar correre
l'acqua per la china: lasciar andare l'acqua oll'ingiù; usare filosofia; secondare l'onda corrente; lasciar correre due soldi jìer ventiquattro denari ; legar l'asino dove vuole il padrone; non la volere ne più cotta, né più cruda ; essere come l'asino del mugnaio, che altrui porta pane e orzo.
Conformarsi, contentarsi, fare il filosofo; stare a patti, sottomettersi, asservirsi; avere acquiescenza. Rispondere a battuta.
Adattamento, atto ed effetto dell'adattarsi. - Adat- tarsi a tutto, a ogni circostanza: saper andare al- l'erta e alla china; esser da bosco e da riviera; aver mantello ad ogni acqua; darsi vinto alla fortuna. - Chi non può portar la seta porti la lana, bisogna adattarsi alle condizioni.
Non adatto. - Disadatto, inadatto, disacconcio, di- sconveniente, malproprio, inconveniente, inapplica- bile. Disadataggine, disconvenienza, inconvenienza. - Ha fatto il suo tempo, di persona che ormai non è più conveniente alla situazione, ai tempi, alle esigenze 0 alla moda. E si può ben dire anche di cose.
Adatto. Che può adattarsi (essere adatto); che è acconcio, atto, abile.
Addanaiato. Termine di araldica.
Addare, addarsi. L'accorgersi, l'avvedersi, il capire.
Addaziare (addaziato). Sottoporre a dazio.
Addebbiare, addebbiamento {addebbiato, addebbio). Lavoro di agricoltura.
Addebitare (addébito)^ Far accusa, colpa; dar debito.
Addecimare (addecimato, addecimazione). Ri- ferito a comune, a tassa.
Addensare (addensamento, addensato). Far den- so; stringere insieme; unire.
Addentare (addentato, addentatura). Plrendere coi denti. Figur., biasimare. - Lavóro di fale- gname.
Addentellare (addentellato, adden(ellaiura). La- voro di muratore.
Addentrare, addentrarsi (addentramento, ad- dentrato, addentro). Introdurre, introdursi nell'm- terno, penetrare.
Addestrare, addestrarsi (addestramento, ad- destrato). Rendere, farsi abile in un mestiere, in un esercizio: ammaestrare.
Addetto. Chi appartiene ad un determinato uf- ficio o impiego o lavoro.
Addi. Detto a giorno.
Addiacciare (addiacciato). Diventare ghiaccio.
Addiaccio (addiacciato). Campo nel quale sta il gregge (leggasi a pastorizia). - Di soldati, modo di stare neiV accampamento.
Addietro. Di luogo, dietro; di tempo, pas- sato.
Addimandare (addomandare). V. a dintan- dare.
Addimesticare (addimesticamenlo, addirnrsti- cato). Rendere domestico un animale, una. piaiUa.
Addimostrare (addimostrato). V. a dimo- strare.
Addio. Parola di saluto. ■ V. ad abbandonare.
Addipanare (addipanato). Detto a filo, gomi- to/o.
Addire, addirsi (arfde^<o). Assegnare, dedicarsi ad un lavoro, ad un ufficio. - Affarsi, essere adatto.
Addirimpetto. Lo stesso che dirimpetto.
Addiritto (addritto, a diritto, a dritto). Proce- dimento di lina linea.
Addirittura. Y. a diritto^ a suMto.
Addirizzare (addrizzare, addirizzatura). Ridurre o far tornare diritto ciò che é storto.
Addirizzatolo. Istrumento da spartire i ca- pelli, per pettinare.
Addlsclplinare (addisciplinato). V. a disci- plina.
Additare (additamento, additato). Indicare col dito; accennare, mostrare.
Addivenire (addivenuto). Venire a checchessia in discorso, per a/fare, ecc. — Diventare.
Addizione (addizionare, addizionale). V. ad ag- giungere, a somma.
Addobbare (addobbamento, addobbo). Il guer- nire ornatamente una stanza, una casa, un teatro, una via, ecc., per festa, per spettacolo; ornare, decorare; parare (detto specialmente di chiesa); addrappare, pavesare.
Addobbato, guernito, parato ; di stanza le cui pareti siano ricoperte di stoffe, ecc. - Addobbatore, decoratore, apparatore, paratore (di chiesa). Asset- tino, chi fa il mestiere di addobbare; anche chi fa il tappezziere.
Addobbo, complesso di ornamenti e modo di di- sporli: addobbamento, apparamento, apparatura. pa- ramento, paratino, parato, apparecchio, assetto; ador- namento; fornimento; decorazione. - Apparato, il complesso di tutto ciò che serve ad addobbare un luogo 0 che si raccoglie e si mette in mostra. - Fe- done, fronde d'alloro, mortella e simili, con fiori, messe in catena (o con pezzi di stoffa smerlati) e appese per festa. - Grillotti, le frange dei parati. - Pènero, guarnizione tessuta apposta, ad anse, con nappa, che si mette lungo gli orli delle tende, dei parati e simili. — Addobbo, truogolo da conciatore.
Addocclare (addocciato). Fare un incavo nel legno
Addocilire (addocilire). Rendere cedevole al tatto, sia panno o pelle.
Addogare (addogato). Termine di araldica.
Addolcare (addolcato) Farsi dolce: del tempo.
Addolcire (addolcimento, addolcitivo, addolcito). Rendere dolce. - Temperare, mitigare: di dolore, di passione.
Addolorare, addolorarsi (addoloramento, ad- dolorato). Dare, sentir dolore.
Addolorata. La Madonna.
Addome. La maggiore delle cavità splancniche : parte del ventre.
Addomesticare, addomesticarsi {addome- sticamento, addomesticato, addomesticatore). Rendere domestico un animale, una pianta, - Prendere familiarità, diventare amico.
Addominale. D&Waddome.
Addopparsi (addoppato). Mettersi dietro o dopo.
Addoppiare (addoppiamento, addoppiato, ad- doppiatura, addoppio). Far doppio; mettere in- sieme filo di seta, di cotone, ecc.
Addoppiatolo. Arnese da setaiuolo.
Addormentare, addormentarsi (addormen- loto). Far dormire, prendere sonno. — Ridurre o ri- dursi in inerzia.
Addormire, addormirsi (addormito). Far dormire, addormentare; addormentarsi.
Addossare, addossarsi (addossamento, addos- sato). Porre, porsi addosso. - Dare, prendere un incarico, una colpa, una responsabilità, un lavoro.
Addossata. Detto a sarto.
Addosso. A dosso, indosso, sopra il dosso, so- pra la persona : sopra di sé; a collo, in collo.
ADDOTTORARE — ADULARE.
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A ridosso, a dosso, ma con la differenza che a ridòsso si usa parlando di cosa che colpisca repen- tinamente.
Addottorare, addottorarsi (addottoramento, addottorato). Fare, diventar dottore; conferire, prendere la laurea. - Ammaestrare, istruire, istruirsi.
Addottrinare, addottrinarsi (addottrinato). V. a istruire.
Addrappare (addrappato). Ornare di drappo, parare, addobbare.
Addrappellare (addrappellato). Modo di unire, specialmente riferito al soldato.
Addurire, addurirsl (addurito). Rendere, di- ventar duro.
Addurre (addotto). Arrecare, portare. - Fig , ci- tare, presentare (di argomento in una discus- sione, di prova in un fatto e simili).
Adegruare (adeguatamente, adeguato). Rendere eguale, pari - Appianare, render piano.
Adémpiere, adempire (adempimento, adem- piuto, adevipilo). Far cosa rispondente a un do- vere, a un obbligo, a una promessa, a un ordine.
Adenite (adeno%o). Detto a ghiandola.
Aderènza. Adesione, atto AeW aderire.
Adèrgere, adergersi. Inalzare, inalzarsi; porre, porsi in alto.
Aderire (aderente, aderito, adeso). Stare al lac- cato, attaccarsi; essere in unione stretta, avere contatto. - (Condiscendere, acconsentire. Seguire wn opinione, una dottrina, \xn. partito : ^si^rn^ partigiano. - Aderente, attenente, connesso, at- taccato, seguace, - Aderenza, attaccamento, corri- spondenza di pensiero, vincolo di amicizia.
Adescare [adescamento, adescato). Allettare con lusinga ; trarre in inganno.
Adesióne (adesivo). L'aderire: attaccamento, consenso, - Attrazione fra corpi a contatto.
Adesivo. Agente, sostanza, che si attacca, adopera- ta in farmacia, nell'industria, ecc.: agglutinante.
Adèspoto. Senza padrone. - Anonimo, detto di libro, di scrittura.
Adèsso. Ora, attualmente, del presente.
Adiacente, adiacenza. V. a vicino.
Adianto. Erba nif.dicinale, specie di felce.
Adiettivo (adieltivare). Lo slesso che agget- tivo.
Adimare (adimató). Volgere a basso.
Adinamia. Esaurimento di forza.
Adipe (adiposo). Grasso, pi7iguedine.
Adipsia. V. a sete.
Adirare, adirarsi (adiramento, adirato, adi- roso). Muovere, muoversi ad ira.
Adire, adizione. V. a eredità, giudice, tribunale.
Adito. Luogo nel quale poter entrare.
Adiuvare (adiuvato). Porgere aiuto.
Ad libitum. A piacere, a capriccio, in musica.
Ad litteram. Parola per parola, letleral- inente.
Adnàta. Membrana dell'occhio.
Adocchiare (aocchiare, adocchiato). Modo di guardare.
Adolescenza (adolescente). L'età fra la pue- rizia e la gioventù : adolescenzia, prima gioventù, età dello sviluppo, della cresciuta; età pubescente, pubescenza, pubertà , età primaticcia, critica, fiorila. — Adolescente, pubescente, pubere, pubero, adole scenlulo; giovinetto, giovincello, garzoncello; ini
herbe, sbarbatello, non pupillo. Bruco che diventa farfalla. — Infibulazjone, costume praticato dagli an- tichi per conservare il vigore all' adolescenza : l'infibulazione si pratica oggi qualche volta sulle giumente.
Adombrare (adombramento, adombrato, adom- brazione). Coprire d'ombra. - Far conoscere imper- fettamente, dissimulare, fingere. - Mettere in so- spetto. - Celare, nascondere. - Prender paura: del cavallo. — Adombramento, imperfetta nozione d'una cosa ; parvenza, ombreggiamento ; idea incerta, ombra, sfumatura. Adone. V. a bello, a galante. Adonestare (adonestato). Far sembrare onesto; darsene l'apparenza.
Adònide (adonidina). Medicinale che agisce come cardiaco e diurètico.
Adonina. Polvere che si sparge nella calza e bella scarpa. Adònio. Piede di verso. Adontare, adontarsi (adontabile, adontato). Muovere, muoversi a sdegno; aversela a male, impennarsi.
Adoperare (adoperabile, adoperato, adoprare, aoperare, aoperare). Far uso, usare, impiegare, mettere in opera; usufruire, usufruttare, godere.
Adoperarsi (adoperarsi). Operai'e, agire, fare opera per ottenere checchessia.
Adorare, adorazione (adorabile, adorabilitd, adorando, adoralo, adoratore, adorazione). In mate- ria di religione, il venerare Dio, questo o quel santo, un oggetto sacro; prestare venerazione, divozione; avere, tenere in gran devozione; prestar culto. - In ogni caso, amare grandemente, lino al- l'eccesso; altamente onorare: riverire, prestar ossequio.
Adorante, chi adora, venera : adoratore, vene- rante, veneratore. - Adorazione, atto ed effetto dell'adorare: venerazione; ossequio profondo e de- voto ; devozione, reverenza. — Autolatra, adoratore di sé stesso - Auio/a/na, neologismo dal greco, che significa adorazione di sé stesso. Adorezzare (adorezzato). Far ombra. Adornare, adornarsi (adorndbile, adorna- mento, adornatura, adornatamente). Fare, farsi bello; abbellire, abbellirsi; ornare, ornarsi.
Adornezza. Leggiadria, ornamento. - Ador- nanza, eleganza. Adórno. Fatto bello, ornato. Adottare, adozione (adottabile, adottante, adottato, adottivo). Prendere per figlio. - Ammet- tere, accettare. - Eleggere a qualche uso. Adottivo. Riferito a figlio. Adragante. Qualità di gomma. Aduggiare (aduggiamento, aduggiato). Fare om- bra. - Dare inquietezza d' animo, irritare. Adugnare (adugnato). Afferrare con Vunghia. Adulare, adulazione (adulato, adulatore, adulatorio). Il lodare alcuno esageratamente, più per interesse o altro basso sentimento che per ammira- zione; lodare per servilismo. Lusingare, far la corte, far coda, far codazzo; lisciare, incensare, menare il turibolo; inghirlandare, piaggiare, piaggellare; assen- lare, blandire, solleticare, insaponare, dar del sa- pone; imburreggiare, rimburreggiare; solleticare, grattar eli orecchi; dar del burro, dell' unguen- to; dar l'allòdola; dar caccabàldoli, moine, rosel- line; lustrare, dar la lustra; ungere, strisciare; vender fumo; cantare placebo, andare a placebo; dar la quadra, la trave, la soia, la sapa. Leccar le
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ADULTEKARE — ADUNANZA
zampe, lisciar la cod^i; strisciare uno; unger le carrucole, gli stivali: irrattar la rogna.
Lisciato, adulato. - Cangiar la carne dell'allòdola, essere adulato.
Adulatore: caudatario, cortigiano, furagrazie, Im- burreggiatore ; leccazampe, lecchino, leccone: as- sentatore, lustrascarpe, lustrastivali, mcensatore; panegirista, pappagallo, lusingatore, insaponatore, piaggiatore, piaggianle, piacentiere, piallone, sputa- zucchero, sicofante; capo inchmo, lingua piacente, striscione, untore. - Adulatorio, di parole, modi, ecc., da adulatore. - Far l'ave rabbi, essere adulatore,
- Gela degli adulatori, sepolcro aperto. - Anche il cane col dimenare la coda si guadagna le spese, di adu- latori.
Adulazione: lode impropria, indebita, lusinga, lodame, cortigianeria, corteggiamento, elogio sper- ticato, piaggiamento, piaggieria, piacenteria; gon- fiatura, incensata, sopraesaltazione, assentazione; dinoccolato, molle ossequio; plauso infido; iinbur- reggiatura, incensamento, incensazione, incensata; fregagione, lustratina, saponata, soia, untatura, in- saponatura, lisciamento, lisciatura; parola confettata di lode, parola di mele. - Adulazioncella, diminui- tiyo di adulazione. - U adulazione é sorella carnale dell'impostura.
Proverbi: ad ogni santo la sua candela; chi ti loda in presenza ti biasima in assenza, la lingua unge e il dente punge; chi ti vuol male ti liscia il pelo.
- Simbolo dell'adulazione: il baccaro (asero, spec- chio di Venere), erba con fiore celestino, e l'e- lianto, pianta a fiori, della famiglia delle rag- giate.
Adulterare, adulterazione {adulterabile, adulterante). Alterare, falsificare, sofisticare. — Commettere adulterio.
Adulterio {adulterino, adultero). Violazione della lede coniugale; infrazione dei doveri inerenti al matrimonio; amore illegittimo, amore colpevole. Commettere adulterio: adulterare, andare a moglie altrui, mietere nel campo altrui; fare, porre le corna, il cimiero, far torto, cornificare, fare le fusa torte, incornare, render cornuto; coronare, incoronare, far becco; porre in cornice (scherz.); correr per suo il letto d'altri. - Adulterino, nato di adulterio, spurio, illegittimo. - Adùltero, chi commette adulterio: fig., Irionjator di talami.
Adulto. Cresciuto: detto di uomo, di animale, di pianta. - Chi è nello stadio della vita che segue alla giovinezza e va fino all' inizio della vecchiaia. Giovane giunto al perfetto sviluppo; giovane di com- piuta età; giovane fatto, spupillato, fuor di fanciullo, barbuto, fuor di bambolino, dislaltato, spoppato (scherz.); uscito di puerizia, fuor de' dentini; uscito dal carruccio del babbo.
Adunanza. Hiunione di piii persone ad uno scopo qualsiasi, per discuiere, per trattare una questione qualunque, per prepararsi di comune ac- cordo ad un'impresa e simili: adunamento, aduna- ta, adunazione; raunanza, radunanza, radunata, ra- gunata; accolta, assembramento, congregamento, rac- colta. Un'adunanza riesce fredda, meschina, scarsa, deserta; numerosa, vivace, solenne; tranquilla, or- dinata; clamorosa, tempestosa, tumultuante, tumul- tuosa.
Aula, sala di solenni adunanze, di magistrati, di accademie, di istituti d'istruzione. - Stanze (le), l'ag- gregato di più stanze dove si radunano, a conver- sare, a giocare e simili, alcune persone.
Chiamare ad adunanza: adunare, convocare, con-
gregare, radunare, ragunare, raunare, raccogliere, riunire, far gente. Prima, seconda, terza convocazio- ne, il rinnovarsi della chiamata. - Indire un'adunanza, fissare l'epoca e darne annuncio (indetta; indizione). - Riadunare, ripete adunare.
Tenere adunanza: adunarsi, assembrarsi, conve- nire, raccogliersi, radunarsi, ragunarsi, raunarsi; es- sere, stare a consiglio; far sessione, venire a parla- mento; far concilio, concistoro; stringersi a concilio, a conciliabolo (adunanza segreta).
Procedimenti d'un' adunanza. — Appello, il chia- mare a nome per conoscere chi e quanti siano pre- senti: chiama. - Aprire la seduta, incominciare il lavoro dell'adunanza, per invito e dichiarazione di chi deve o é chiamato a presiederla {Apertura della seduta, dei lavori, della discussione, ecc.) - Chiudere, levare, togliere la seduta, dichiarare finita l'adunanza, scioglierla, discioglierla. Chiusura, la fine duna discussione (domandare, mettere ai voti la chiusura). - Con<rap/)e//o, secondo appello (anche, e meno comunemente, controchiama) in cui sono chia- mati per la seconda volta quelli che non risposero la prima.
Discutere, il parlare che si fa sopra un determi- nato argomento {discussione). - Esaurire la discus- sione, dar fondo all'argomento. - Domandare la pa- rola (nell'uso), chiedere facoltà di parlare. [I presi- dente può concederla o negarla. - Emendamento, correzione o aggiunta a un ordine del giorno. - In- terrogazione, interpellanza, V. ad assemblea.
Interruzione, l'interrompere, ossia il rimbeccare mentre altri parla. - Mozione (voce d' origine parla- mentare inglese), proposta avanzata da un oratore del- l'adunanza; mozione d'ordine, nchumo fatto quando la discussione non proceda regolarmente.
Ordine del giorno, listino, programma degli argomenti e degli oggetti di cui trattare. Anche risoluzione, pro- posta scritta che si presenta durante o alla fine di una discussione {formulare un ordine del giorno, compilarlo, scriverlo); la deliberazione con la qua- le finisce una discussione. • Passare all'ordine del giorno, non tener conto d'una proposta, non fare discussione sopra un argomento.
PregitMdma/é, opposizione, per motivi di opportunità, a che si discuta, si fratti d'un argomento (presentare, sollevare una pregiudiziale) - Presidente, chi, per di- ritto di carica, o perché chiamato al momento dall'a- dunanza, ne tiene la presidenza, cioè ne dirige la discussione {tenere ti seggio, avere la presidenza).
Processo verbale (e anche semplicemente verbale), resoconto esatto di ciò che fu detto nella discussione (leggere, approvare il verbale). - Proposta, disegno, progetto che si sottopone all'adunanza perché lo ac- colga {imbiancare una proposta, il non approvarla). ■ Questione personale, quella sollevata da chi si sente 0 si crede leso dalla parola d'altri. - Relatore, chi è incaricato di esporre ad una commissione, ad un'a- dunanza qualsiasi, lo stato di una data questione, che si presenta da risolvere.
Seduta, l'adunanza stessa, il tempo che dura e il lavoro che fa. - Segretario, chi reai^e il verbale e coadiuva il presidente.- Sessione, serie determinata di adunanze. - Sospensiva, domanda diretta a ottenere :l rinvio di una discussione o di una votazione. - Udi- torio, ì componenti un'adunanza rispetto a chi pro- nuncia un discorso. - Votazione, voto, mezzo col (juale un'adunanza delibera intorno ad una propo- sta, a una questione, ecc.
-Adunanze VARIE. — Assemblea (V. questa voce), adunanza di persone investite d'un ufficio, d'una
Pav. I.
AERONAUTICA
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1, 2, mongolfiere - 3, aeròstato dirigibile - 4, prima mongolfiera per viaggiatori - 5, pallone del 1784 - 6, aeròstato Tissandier - 7, pallone Giffard, del 1852 - 8, valvola aperta - 9, valvola chiusa - 10, carro per cilindri di idrogeno compresso - 11, àncora - 12, aeròstato del 1784 - 13, statoscopio - 14, pallone a gas, del 1783
- 15, pallone marittimo frenato - 16, valvola inferiore - 17, molla di valvola inferiore - 18, guida a modo di valvola inferiore - 19, sezione di generatore d'idrogeno - 20, navicella - 21, altra àncora - 22, navicella
- 23, macchina per aeròstati militari - 24, valvola ordinaria - 25, carro a tubi pel gonfiamento d'un aerò- stato - 26, àncora piegata - 27, gonfiamento di un aeròstato.
2G
AEROSTATO
carica, dei membri d'una società, ecc. - Branco, riunione di persone. — Camarilla, camorra, cricca, combriccola, mafia, V. a malfattore.
Capitolo, adunanza di canonici, di frati, ecc., e il luogo in cui si radunano, per dire gli uffici divini, o per consultarsi sulle comuni faccenae. - Circolo, asso- ciazione 0 adunanza di persone che trattano di poli- tica, di arte, di letteratura, di commercio o d'industria: la stessa loro sede. Anche crocchio, capannello, picco- lo gruppo di persone. - Club, parola inglese che signi- fica società di persone ricche, eleganti, aristocrati- che. - Combriccola, oltrecché indicare unione di poca gente per fine occulto, significa anche piccola radu- nanza interessata. - Comizio (V. questa voce), dimo- strazione, manifestazione della pubblica opinione: in inglese, meeting.
Conciliàbolo, un'adunanza qualunque a scopo per lo più non buono. Anche adunanza tenuta non secondo la forma voluta dalla Chii^su e che si ar- roga autorità di concilio. - Concilio (V. questa voce), adunanza generale dei prelati della Chie- sa - Tener concilio, d' un' adunanza da poco te- nuta con grande apparato. - Concistoro, di gente adu- nata che faccia grandi discorsi.
Conclave, adunanza dei cardinali per la elezione del papa. - Congrèga, buon numero di persone insietne raccolte per un fine, per lo più, non buono. - Congre- gazione, compagnia di persone religiose o secolari. — Adunanza di prelati della Curia Romana.
Congresso, riunione di rappresentanti di nazioni per traitare affari di comune interesse; adunanza di scienziati, di letterati, di professionisti, di persone d'una determinata classe, ecc., per trattare dei loro interessi economici, politici, ecc. {Congresso medico, chirurgico, geografico, operaio, artistico, repubblicano, socialista, ecc., ecc.).
Conferenza, riunione di più persone a ragionare di polijlica, di religione o d'altro, per definire qualcosa d'importante. - Termine scolastico: esercizi tra maestro e discepoli por ripetizioni, interrogazioni. Lezioni libere e staccate sopra qualche argornento.
Consesso, riunione di persone eminenti e autorevoli.
Consiglio, adunanza, collegio di persone deputate a curare o a reggere l'amministrazione d'una associa- zione, d'un comune, d'unsi provincia, d'un go- verno, ecc.
Convegno, riunione di più persone in un luogo-
Conventicola, adunanza segreta e con inlenti non buoni. - Coro, adunanza d'uomini, specialmente reli- giosi, congiunti insieme ad orare e salmeggiare.
Fraternità, adunanza spirituale, compagnia creata a scopi religiosi o pii. - Mitinghe {meeting), adunanza popolare per discutere cose sociali o politiche. - Mi- tingaio, chi fa parte d'un mitinghe o lo promuoNe © vi SI presenta oratore.
Parlamento, adunanza dei rappresentanti d" una nazione, deputati o senatori. - Ritrovato, unione di convitati per stare allegramente. Ritrovati gemali. - Riunione, persone riunite a caso o a convegno.
Sinéàrio, antica adunanza di giudici presso il
Fiopolo ebreo. - Sinodo, adunanza di sacerdoti sotto a presidenza de! diocesano. - Tornata, adunanza d'accademie, magistrati, ecc. - Tornatella, adunanza di compagnia o simile.
Adunare, adunarsi {adunamento, adunanza, «dinutta). Il riunire o il riunirsi di più persone in un dato luogo, per determinati scopi; radunare aunare (raccogliere, radunarsi, raccogliersi insieme); tenere, fare adunanza ; tar turba, concorso'
folla, moltitudine, popolo. - Assembrare, assem- brarsi (assembramento).
Convenire, andare a stare insieme, adunarsi in un luogo medesimo. - Radimatura, le persone o le cose radunate a caso o apposta. - Raggranellare, radu- nare insieme le granelle sparse. - Ragunaticcio, di cose 0 persone radunate qua e là, senza ordine: rauna- ticcio, raccogliticcio.
Aduncare ( aduncato ). Rendere adunco , a punta.
Ad ungruem. Appunto, con precisione.
Adusare {adusato). Assuefare, abituare.
Adustióne {adusto). Stato di aridità. - Atto del bruciare. - Figur., condizione di chi è magro.
Aerato. Detto a carbonico (acido).
Aere {aèreo). Lo stesso che aria.
Aereàto. Di luogo in cui circoli bene Varia.
Aeremoto. Tempesta di vento.
Aèreo. D'aria, appartenente all'aria, vivente in essa, ecc. - V. a prospettiva.
Aeriforme. In foi-ma o in qualità A' aria.
Aerodinàmica. Studio dei moti dell'area.
Aerog-rafla. Ramo della fisica che tratta del- l'aria e de' suoi uffici.
AeroUto. Meteorite, pietra che cade dall'af- mosfera.
Aeronàuta. Chi attende ?i\Y aeronàutica.
Aeronàutica {aereonautica, areonautica). Navi- gazione aerea, navigazione celeste, arte e modo di percorrere gli spazi aerei mediante Vaerosiato: aviazione, così detta perchè a imitazione del volo degli uccelli. - Aeronauta, aereonàuta, areonauta, chi attende all' aeronautica, per studio, per di- letto, per mestiere : aerostiere, aerostatiere ; viaggia- tore aereo ; argonauta. - Aerostazione, scienza ed arte degli aerostati ; aerostatico, ciò che le si riferisce.
Aeroplano. Macchina per sollevarsi nell'aria (come con Yaerostato), mediante il movimento di elici 0 di ali.
Aeropòsta. Sistema di posta.
Aeròstato. Aereostato, areòstato, pallone vo- lante, aei'eonave, globo aerostatico: involucro di seta di forma sferica, che, riempito di gas più leg- giero dell'aria, si eleva nell'atmosfera {libero o fre- nato, cioè trattenuto da corde) sollevando una na- vicella a forma di cesta, nella quale stanno gli aero- nauti. -Dirigibile, pallone che obbedisce alle manovre dell'aeronauta.- Pallone in quota, aeròstato in equili- brio, cosi che non sale e non scende. - Aeronave, pal- lone dirigibile di Renard e Krebs. -. 4 vma<ore, macchi- na per volare, di Trouvé. - Mongolfiera, globo aerosta- tico pieno d'aria riscaldata, invenzione dei fratelli Montgolfier. - Pallone meteorologico, inventato dagli aeronauti Hermite e Besancon (1897), destinato a registrare le indicazioni meteorologiche delle alte regioni atmosferiche.
In un pallone si considerano la lunghezza, il dia- metro massimo, la portata, il peso e la forza del motore, il diametro e i giri dell' èlica, la velocità presunta e il carico.
Viaggiare in aeròstato: solcare le nuvole, solcare il mar dell'aere, varcare il regno delle tempeste, volare. - Ascensione, il salire in aeròstato ; discesa, il calare a terra con l'aeròstato.
Parti dell' aeròstato.
Appendice, nome dato alla parte inferiore del pallone, specialmente in quelli dell' antica torma a pera. - Ballonet, piccolo pallone interno che va
AEROSTATO
riempito d'aria e che serve per compensare la per- dita del gas.
Carrucola a staffa girevole, carrucola attaccata a terra con nodo cardanico e che serve a tenere legato il cavo metallico del pallone. - Cavalletto, sostegno di legno al quale sono attaccate le mol- le di valvola. - Cerchio di appendice, quello che trovasi nel foro inferiore del pallone ; cerchio di so- spensione, quello al quale si attaccano tutte le so- spensioni dirette e le sospensioni di cesta. - Cesia, specie di canestra di vimini o di giunchi nella quo le stanno gli aeronauti ; sospensioni di cesta, funi cetile quali si attacca la cesta al cerchio. - Copertone da gonfiamento, copertone sul quale si distende il pal- lone prima di gonfiarlo. - Crocerà, funi disposte in modo particolare e per impedire al cerchio di sformarsi.
Elementi, quadrati di stoffa riuniti per mezzo di cuciture e costituenti l'involucro. - Equatore, parte mediana del pallone ; la sua sezione orizzontale massima.
Fasce per gonfiamento, strisce di tessuto di ca- napa che servono a fasciare il pallone, perchè il gas corra verso l'estremità libera di esso. - Fibbia, estremità di una corda ripiegata e impiom- bata. - Foro di spina, foro chiuso da un vetro: che serve per guardare dentro al pallone. - Foro di valvola superiore, foro circolare praticato nel polo superiore del pallone destinato a (issarvi il telaio circolare della valvola superiore. - Foro di valvola inferiore, foro circolare praticato nella parte infe- riore dell'involucro destinato a fissarvi il telaio della valvola inferiore.
Fune di appendice, fune che si attacca al cer- chio di appendice per impedire che I" appendice del pallone possa essere sbattuta dal vento quan- do il pallone non è completamente pieno di gas; fune di manovra, quella che si attacca al cerchio prima che il pallone parta, allo scopo di tratte- nerlo 0 manovrarlo ; fune di strappamento, corda attaccata al vertice della cucitura, a forma di angolo dello strappamento; fune di valvola, fune che serve a manovrare la valvola.
Galletti, dadi a vile, di forma speciale, che si av- vitano sui mastioli. - Grande corona, canapo circo- lare che forma l'orlo del foro centrale della rete nel quale passa e si attacca la valvola superiore. - Grossi piedi d'oca, la riunione di alcune funicelle di medii piedi che terminane con la sospensione di rete ; medii piedi d'oca, riunione di una o più fu- nicelle dei piccoli piedi d'oca; piccoli piedi d'oca, riunione di alcune maglie che terminano in una funicella unica.
Guarnizione, orlatura di gomma o di feltro che serve a chiudere ermeticamente lo sportello della valvola. - Guiderosp, fune lunga normalmente 100 metri, attaccata al cerchio di sospensione e lasciata pendere per attutire l' urto e per togliere peso all' aerostaio quando la fune tocca a terra, permet- tendogli ancora di galleggiare.
Impiombatura, intrecciatura di corda che serve per formare la fibbia o a riunire delle corde. - Involu- cro, stoffa di seta, intonacata di guttaperca, costi- tuente il pallone propriamente detto.
Manica, tubo di stoffa che pende dall'estremità inferiore dei pallone e serve per il gonfiamento ; manica di appendice, corta e larga manica che pende dal cerchio di appendice e serve per aumentare al- quanto la pressione interna del gas. - Manicotto, piccolo tubo di legno o di metallo che serve di
raccordo ai tubi di gonfiamento. - Mastioli, piccoli perni a vite che servono a riunire 1 cerchi di val- vola. - Molle di valvola, tiranti di acciaio o di i^omma che servono a tener chiusa la valvola su- jieriore. - Navicella, la cesta.
Nodi, legature speciali che formano le maglie, Occhioli, piccoli fori che circondano il foro di valvola, dentro i quali passano i mastioli delle valvole.
Rete: è composta di cordicelle di canapa, avvolge il pallone e tiene sospesa all'estremità inferiore la navicella. - Ripiegamento a pieghe regolari, disposi- zione che si dà alla stolTa del pallone per facili- tarne il gonfiamento; ripiegamento a piccole pieghe, disposizione che si dà all'involucro per custodirlo ; ripiegamento a focaccia, modo di distendere il pal- lone in forma circolare, cosi che la valvola segni il centro.
Sacchetti da gonfiamento, sacchetti che tengono legato il pallone a terra durante il suo gonfiamento; sacchetti da manovra, sacchetti pieni di sabbia che si collocano nella cesta. - Sospensioni di rete, tratti di grossa fune che viene dai grossi piedi d'oca e termina con una fibbia nella quale passano i tra- versini del cerchio. - Sospensioni per ascensioni fre- nate, congegni speciali per attaccare la cesta al pal- lone, quando deve funzionare da frenato. - Spicchi, parti dell'involucro comprese fra le cuciture fatte nel senso dei meridiani.
Sportello, chiusura di legno, a forma di semidisco o di piatto, che chiude ermeticamente la valvola per azione di molle e che può essere aperta a volontà del pilota. - Strappamento, cucitura che si fa sul pallone in l'orma di angolo all'estremità superiore di esso e che serve per aprire, a volontà del pilota, una gran falla nel pallone. - Stroppi, anelli di corda che terminano con due fibbie e che servono per attaccare al cerchio le funi di manovra.
Traversino, pezzo di legno cilindrico che serve a riunire le varie funi. - Tubo di gonfiamento, tubo di stoffa impermeabile col quale si porta il gas della presa al pallone.
Valvola, inferiore, congegno destinato ad impedire la rottura del pallone, quando la pressione di esso, per azione del calore solare o altro, divenga ecces- siva; valvola superiore, congegno destinato a lasciar sfuggire a volontà il gas del pallone. - Verricello portatile per cavo, tamburo con manubrio che serve a svolgere il cavo che trattiene il pallone frenato.
Zavorra, carico di sabbia o di acqua che serve ad equilibrare il pallone. - Zone, parti dell' involu- cro comprese fra cuciture parallele.
Edifici, istrumenti, manovre, ecc.
Aerodromo, luogo fornito degli opportuni apparec- chi e nel quale si fa il gonfiamento dei palloni. - Altatimuth, apparecchio che serve a rilevare gli oggetti lontani e inaccessibili. - Altimetrico com- pensato a grandi altezze, barometro speciale per misurare le grandi altezze. - Barografo, apparecchio che segna le altezze e che fa il diagramma verti- cale del cammino. - Deviatori, apparecchi che servono per far deviare il pallone dalla rotta del vento: sono sempre immersi nell'acqua. - Disormeg- gio, manovra per togliere gli ormeggi. - Gazogeno, officina per la produzione delfidrogeno.
Hangar {aeroscolo), il luogo apposito nel quale si tiene la navicella dell'areostato e si fanno i prepa- rativi per la partenza di questo. - Ormeggio, ma- novra per assicurare il pallone a terra. - Sistema
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AEREOSTATICA — AFFARE
di ormeggi, funicelle attaccate esternamente a un giro di majilia della rete, le quali finiscono in lunghe funi di ormeggio e servono per tenere il pal- lone a terra, quando tira molto vento. - Paracadute, apparecchio, specie di ombrello, del quale si serve l'aeronauta quando deve abbandonare il pallone. - Parco aerostatico, recinto nel quale si custodiscono e si fanno le operazioni necessarie per la partenza degli aerostati. - Stabilizzatore, apparecchio che serve a mantenere il pallone sempre alla stessa distanza dall' acqua. - Statoscopio, strumento che, insieme al cronometro, indica la velocità di ascesa o di discesa.
Pilota, chi governa e dirige un aerostato.
Lasciate !, voce adottata dai piloti per far sì che tutti abbandonino il pallone affinchè parta. - Mol- late!, termine adottato dai piloti per ordinare di allentare le corde. - Navigare in falsa quota, quando si tiene il pallone in equilibrio, non del tutto gonfio.
Aereostàtica. Studio dfi gas.
Aeroterapia {aeroterapeutico). Cura delle ma- lattie mediante T aria.
Aescàto. Spazio che si predispone per la caccia agli uccelli.
Afa {afosità, afoso). Aria senza moto; aria calda, greve, soffocante; aria grassa, alaccia, aia morta; tempo afoso.
Afagia. Disturbo dell' inghiottire.
Afasia.JPerdita della facoltà di parlare o della ìitentoria.
Afàto. Di frutta che non maturano, per neb- bia o soverchio caldo.
Afèlio. Punto dell'orbita d'un nianeta.
Afèresi. Figura di granimaf , ,;a.
Affàbile (affabilità). Di chi tratta con amorevo- lezza, con garbo, anche con gli infer >ri; uomo cortese, accessibile, accostevole, alla mano, alla buona, amichevole, famigliare, ifrbano, buono; di piacevole, di buona compagnia; di gratv'e, di molto abbordo; di buon'aria; manieroso, end ante, accon- tevole, degnevole, socievole, umanissimo, tutto zuc- chero e mièle; facilone, piacevolaccio, usante, che dà orecchio a tutti.
Affabilità, V essere affabile, urbanità, comuni- cabilità; trattabilità nei costumi, familiarità, uma- nità. Talvolta, anche cortesia. ■ Afjahitmente. dol- (•emente, con le belle e con le buone, familiarmente, degnevolmente, piacevolmente.
Alla mano, persona affabile con tutti- - Degnare alcuno, trattare con lui. non guardando alla sua bassa condizione.
Affaccendarsi (affaccendato). Darsi faccenda. darsi mollo da fare, occuparsi attivamente d'un affare.
Affaccettare (affacrellalo. affaccetta tura). La- voro di gioielliere. Modo di tagliare un dia- mante.
Affacchinare, affacchinarsi (affacchinamen- to, affacchinato). Durar fatica.
Affacciare, affacciarsi (affaccialo). Mettere innanzi la faccia. Mettere, mettersi alla finestra Farsi innanzi per guardare. Presentare, m.ostra- re, mostrarsi.
Affagottare (affagottamenlo, affagottato). Modo di avvolgere, di fare un involto.
Affaldare ( affaldato ). Il tnettere una cosa sopra l'altra,
Affaldellare (affaldellato). Oneraziona del chi' rurgo e del setaiuolo.
Affamare (affamato). Avere fame, ridurre alla fame.
Affangare, affangarsi(a^ang'ato).V. a fango.
Affannare, affannarsi (affannato, alfannone). Dare o darsi affanno, • Far molta fatica. - Inten- samente affacendarsi.
Affanno (affannoso). Frequenza e difficoltà di respiro. - Angustia d'animo, dolore : briga, pena, pensiero, stretta di cuore. - Effetto di soverchia fatica. - Affannóne, affannóna, chi esagera nel modo di fare, di darsi faccenda. ■ Affannoso, che ca- giona affanno; che è pieno di affanni. - Dis\ffan- nave, togliere l'afì'anno.
Affantocciare (affantocciato). Modo di legare i rami d'una pianta, specialmente i tralci delia vite.
Affardellare (affardellamento, affardellato). Mo- do di avvolgere, di fare fardello, involto.
Affare. Voce corrente e di complesso significato, indicante molte cose; contratto fatto o da farsi, bisogna, negoziato, negozio; lavoro, impresa, inte- resse, patto, trattato, ufficio; maneggio, incombenza, occorronza. Anche: briga, carico, cura. Nell'uso più comune, cosa da fare o da risolvere, faccenda da sbrigare e d'una certa importanza, anche soggetta a pericoli, a rischi.
Affari, in senso ristretto, i privati interessi di un cittadino, le faccende di chi ha una bottega, tratta un ramo di commpfrcio, attende a ViW'indastì esercita una professionef^ ecc. Più generalmente, j in senso politico e commerciale, le transazioni, i I contratti, le speculazioni di una certa importanza, ecc. I Aifàraccio, peggiorativo di affare; a^areito, piccolo ^ aliare - Affarettucciaccio, Y affare cattivo e meschi- no; affanno, minuscolo affare (ironico, di cosa che non finisce più); affarone, affare grosso, lucros' negozione, affaruccio, affare meschino o trascurabile, affarucciaccio, peggiorativo; affarucolo, affare, ' nulla, meno anche d' affaruccio.
Affare d'impegno, grave, serio, di premura, da sbrigare senza indugio; urgente; indifferibile, che non SI può differire, dilazionare, Miij'icafo, nonfac a trattarsi, a sbrigare: bigatta, viluppo, imbroglio, negoziabile, trattabile, da potersi negoziare, trottare.
Baragozzo, affare di poca importanza, bazzecola - Barca, affare, impresa, negozio fatto in società con jiitri. -Negozio (spreg.,), qualunque oggetto, qualun- que cosa.
Avviare, trattare, concludere affari.
Avviare, incominciare, iniziare, intavolare, inte- laiare, indirizzare, proporre, aprire un daffare (apertura, inizio di affari, di trattative; mosse, i principi d'un affare). - Trattare, contrattare, negoziare (negoziato, negoziazione), discutere (discorrerne), stipulare (met- tersi d'accordo sulle condizioni), stringere, stabilire (condizioni, cifre); accozzare, sbrigare, schiacciare, stiacciare; concludere (concludere, (conclusione) un all'are, venirne a capo, addivenire , finire, trarre a fine, ad efl'elto; conciliare; strozzare (concludere in l'retta e malamente).
Accordarsi in un contratto o in un affare, conve- nire, restar d'accordo, venire a patti. Agevolezza, facilitazione, concessione fatta per concludere un affare, - Belle fatta la minestra: ai affare bell'e con- cluso, di cosa finita. • Bollire in pentola, di affare che si tratti con segretezza. - Correre parola, lasciar correre parola, inizio nelle trattative con qualche pa- rola, senza formale promessa.
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Dar carta bianca ad uno, dargli facoltà di dire u di fare quello die meglio gli sembri: include però l'idea di inaridato, ed equivale ad un mandato libero.
- Dare una toccai ina, una. toccata su un alfare, trat- tarne. - Dare, presture, fare cauzione, rendersi malle- vadore, dare assicurazione, garanzia. - Darsi attorno, atfaccendarsi, procurarsi àÙnri.- Deferire, di cause, af- fari, rimetterne l'esame, la decisione. - Diciotto di vino, quando sopra una cosa non si vuol transigere, sia con sé stessi, sia con altri. - Disfare la soccia, concludere un affare con altri, - Essere, mettere a parte degli affari, chiamare altri a parteciparne.
Fare, dare un taccio, tagliar corto, far un affare in blocco. - Fare un contratto od affari sottomano, farli segretamente, all'insaputa di altre persone che potrebbero aver interesse in quell'operazione. - Fare ova, far affari, ma nel senso di imbrogliare. - Infor- mare, dar un indirizzo o notizia intorno ad azienda 0 persona d'affari. - Levarsi presto, tardi, arrivar presto 0 tardi a concludere un affare. - Mantenere il filo, sospendere un aifare, una trattativa, ma te- nere l'addentellato per riattaccare il filo a tempo op- portuno. - Mettere un affare in discorso, cominciare a trattarne. - Parlare, trattare la cose in famiglia, privatamente. - Proporre un negozio, un affare in- gordo, di molto lucro. - Restare o rimanere all'uscio, escluso da un affare o simili.
Studiare un affare, applicare la mente acciò rie- sca secondo le intenzioni. - Trattare con uno, discor- rerci, bazzicare per far affari. - Trattare alla lesta, alla spiccia, in fretta, - Trattare un affare in via amministrativa, risolverlo senza ricorrere ai tribu- nali. - Vendere il nome, di chi sottoscrive per altri venalmente.
Andamento, condizioni, ecc., degli affari, — Andantezza, correntezza, di affari (andanti, correnti) che procedono regolarmente, con facilità e corret- tezza. - Andar bene, andar male, crescere, scemare, alterna vicenda d'affari. - Affari che si estendono, si sviluppano, fioriscono, procedono heno, attecchiscono, oppure no (V. più innanzi). - /l*i(/ar giù, scapitare di interessi. - Arrenare, non andare più avanti o non dare quel che promettevano. • Attecchire, andar bene.
- Avviamento, indirizzamento a qualsivoglia affare.
Beneficio, abbuono, guadagno, utile che si ha in un difiar e. - Benuscita, buon'uscita, quella somma di danaro che si dà ad altri perchè consenta a rinunziare a un suo diritto, ritirandosi da un affare.
Comporto, quel tempo relativo che si concede per cortesia, aspettando dopo il momento, l'ora, il giorno fissato. - Concorrenza, il concorrere, il gareggiare con altri in un determinato affare {Rubare il guadagno, facendo concorrenza indiscreta). • Dormire, di affare troppo trascurato. - Farragine, ressa, affollamento di affari. - Giro, movimento degli affari. - Interesse, l'u- tile proprio negli affari. - Lungheria, affare che va malamente per le lunghe. - Partecipazione, interesse comune con altri in qualche operazione d'affari. - Pratica, competenza, esperienza in materia d'affari.
Rallentarsi, poltrire, stagnare (ristagno), di affari che hanno poco esito, camminano, si trascinano o sono trascinati a stento: fermare, ristare, ecc. - Ri- dosso, cosa che minaccia pericolo e specialmente concorrenza. - Situazione incerta, turbata, di affari il cui esito è dubbio. - Terminazione, esito d'un af- fare. - Termine perentorio, limite imprescindibile di tempo per la conclusione d'un affare. - Tramenio, maneggio occulto.
Locuzioni • essere in aria, per aria , essere in ponte, affare non risoluto, appena messo fuoii. - Nel mondo è
lutt'uii andare evenire, un dare e un avere, un intrec- ciarnento d'affari. - Quel che per gli altri è difficile è strumento per lui: è affare. - Restare in aria, non venire ad una conclusione. - Stare a conto d'uno, appartenere a lui l'utile o il danno. - Come vanno gli affari ? Ci si difende, per dire che vanno discre- tamente.
Diversi modi di condurre gli affari.
Accudire, tener dietro ad un affare, per lo più con una certa cura ; governare, reggere, portare innanzi; sbrigare, disbrigare (disbrigo), dar corso, - Accomo- dar un affare sotto banco, senza la dovuta pubbli- cità. - Accomodare le uova nel paniere, assestare una faccenda che pareva volgere malamente: accomo- darsi, mettere, mettersi a posto;- arrangiare, arran- giarsi (francesismo). - Aiutare la barca, mandar bene un affare con un po' d'ingegno. - Andare in accor- dature: trattare a lungo di alcuna cosa, senza venire a capo di nulla. - Andare pei fatti suoi, avviarsi a fare i propri affari; andare a sua posta, per i suoi versi, per i propri venti. - Avere a fare, da fare, essere occupato in affari, in faccende, in brighe. - Avervi che fare, di affari lunghi, difficoltosi. - Avere il filo d'un affare, conoscere come va.
Condurre con arte gli affari, trattarli bene. - Con- tribuire, entrare a far parte d'un affare e aiutare a mandarlo bene, - Dar sesto, ordine. - Dare sfogo a un affare, farlo procedere. - Dimenare, dimenarsi, per parer vivo, di chi s'intromette nelle faccende senza saper quel che si dica o si faccia.
Entrare nel mazzo o mettersi in mazzo, intromet- tersi in qualche faccenda. -Essere di comune accordo, essere intesi, agire come si è convenuto. - Essere dentro a un affare, occuparsene, intendersene. - Es- sere immerso, affogato, ingolfato, sprofondato, ina- bissato negli affari: averne molti o tali che occu- pino assiduamente. - Essere in fazione, sottosopra, in gran faccende. - Exptoiter (frane), impiegare a frutto, far produrre, sfruttare una situazione favorevole.
Far patti avanti, intendersi nell'esordio delle trat- tative. - Far patti chiari, intendersi bene. - Far pra^ fiche, maneggiar un affare, cercar di riuscire in un intento. - Ficcare, metter mano o te mani in pasta, ingerirsi negli affari altrui. - Ficcarsi in un affare, entrarci imprudentemente o per forza.
Gettarsi nelle speculazioni, ingolfarsi in grossi af- fari. - Giuocar d'astuzia, trattargli affari con furberia, più che con mezzi leali, onesti. - Giuocar d'azzardo, risicare, fare a fidanza con la fortuna. - Giuocare l'ultima carta, arrischiare tutto. - Guidare, dirigere con avvedutezza.
Impegnarsi, vincolarsi a un'impresa, da cui non SI possa poi sciogliersi senza scapito d'interessi o di reputazione. - Inframettersi, di chi si immischia vo- lontieri negli affari altrui, - Instaurare, iniziare un movimento felice di cose che portino a buon suc- cesso, - Istruire un affare, raccogliere documenti e informazioni necessari prima che passi all'autorità conjpetente. - Levar le mani da un affare, sbrigarlo, - Mettersi in un pelago, tentar affari in grande. - Non avere un giorno spiccio, cioè senza affari, disimpe- gnato, libero.
Prevenire, provvedere, fare avanti o venire prima o garantirsi in antipazione. - Rientrarci, uscire da un affare con un modesto e onesto guadagno o per lo meno alla pari. - Rigirare, rigirarsi, cercare di cavarsela, di sbrigarsela in un affare. - Rivalersi, rifarsi, riparare un danno subito o minacciato. -
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Rubare il mestiere a uno, entrare in un campo che non è il proprio.
Stare, rimettersi a quel che altri fanno, lasciare e acconsentire che altri facciano.- S<«racc/ì tare il quattri- no, fare a tira tira sui prezzi, discutere fino alla mi- nima differenza. - Tenere le mani in pasta, non de- sistere dall' occuparsi d'un affare. - Tenere un affare a cuore, averne molta cura. - Tirar dritto, condurre un affare bene e in modo spiccio. - Transigere (transazione), non insistere sulle proprie domande 0 pretese, ma acconciarsi a un qualsiasi accordo. - Venire ad un accomodamento, trovale un accordo dopo discussione o dissidio.
Condor male o abbandonare affari.
Ammainare le vele, far fagotto, ritirarsi. - Chia- marsi fuori, dichiarare di non voler più occuparsi d'un affare. - Compromettere, mettere a repentaglio il buon esito d' un affare. - Dormire su un affare, non averne cura, pensiero, sollecitudine. - Guastare, rovinare, sciupare un affare, far si che riesca male.
- Guastare, rompere le uova nel paniere, disturbare un affare combinato.
Lasciare in tronco un affare, lasciarlo a mezzo, non combinato, non concluso, non definito. - Man- dare a monte, recedere dalla conclusione d' un af- fare, far si che non si combini o non abbia effetto. Rompere, sventare, gettar all' aria, stornare.
- Mandare, rimandare persona o cosa da Erode a Pilato, quando un affare si manda da una persona all' altra, da un ufficio all' altro, e non se ne vede la conclusione. - Mettere sotto il banco un affare, mandarlo a chi sa quando. - Non cavare, non levare le mani di nulla, non sbrigare un affare.
Ritirare il nome, la firma, la garanzia o simile, recedere da un affare. - Scombinare, contrario di combinare, mandare a monte, sconcludere. - Tenere un affare a frollare, non curarsi di sbrigarlo. - Tergiversare, non essere deciso, franco, sincero nel disbrigo 0 nella trattazione d' un affare. - Tirarsi indietro da un affare, non occcuparsene più, rinun- (^iarvi. - Traccheggiare, temporeggiare, mandare, ti- rare in lungo un affare. - Zoppicare, non procedere bene, non rigar^dritto, ma senza ordine, senza cor- rettezza.
Di buoni affari.
Affare buono, proficuo, rimuneratore, produttivo, vantaggioso, utile, eccellente, ottimo, doro, coi fiocchi; garantito, sicuro. - Un boccone con lo zucchero, di affare eccellente. - Carrozzone, grosso guadagno fatto sopra un dato affare.
Aver la chiave d'un affare, d'un negozio, conoscere il modo di portarlo a capo bene. - Avere, mettere, ficcare lo zampino, uno zampino, in una cosa, inoe- rirsene con vantaggio, con esito. - Comprare la ricolta in erba, quando si rischia una cosa presente nella speranza di futuro vantaggio. - Dare un ago per avere un pai di f^tro, dare poco per mollo.
Fare il ponte d'oro o d'argento, condizioni favo- revoli, patti vantaggiosi. - Fare un viaggio e due servizi, due affari o benefizi in una volta. - Laro- rare a colonna ritta, a peso ritto, di affari buoni, sicuri, senza rischi. - L'occhio del padrone ingrassa il cavallo: agli affari bisogna che ci stia attento il capo; se no, vanno male. - Pigliar due piccioni a una fava, far due affari in una volta. - Pigliar la lepre al carro, far gli affari o un affare con tanta
prudenza e cautela da arrivare al line con 'tutti i vantaggi. - Saper vendere la sua merce, far bene le proprie faccende. Nello stesso senso: saper rigirar bene le cose. — Proverbio: Chi ha carri e buoi fu bene i fatti suoi.
Di affari non buoni o trascurati o abbandonati.
Affare cattivo, balordo, magro, disastroso, rovi- noso, sballato, spallato, disperato; che precipita, va a rotoli, a rotoloni, a rotta di collo, a fiaccacollo; a rovescio, di traverso, con le gambe all'aria, alla maledetta, alla giuraddiana, a cazzotti. Brutto affare, sconveniente, sgradevole, disonesto, losco, sospetto.
- Batosta, grave scossa negli interessi. - Crisi, tur- bamento, arrenamento dannoso d'affari di commercio, con fallimenti, ecc. - Crollo, rovina, tracollo. - F» - cendaccia, di cattivo affare. - Fiera rotta, di affare finito, rovinato.
Insuccesso, cattivo esito d'un'impresa, d'un tenta- tivo, d'un progetto. - Intruglio, affare non delicato o non chiaro. - Laberinto, di affare molto imbrogliato.
- Porcaio, affare sporco. - Rigiro, d'affari misteriosi, sospetti.
Abbuiare, far sì che una bricconata o un affare poco pulito non si venga a conoscere dalla gente.
- Cavare ti dente, uscire da un affare rovinoso o tristo. - Dare il traballone, decadere, fallire, met- tersi in fallimento. ■ Esporsi, compromettersi nel- l'esecuzione di qualche affare. - Esserci nelle spesf. cioè in una impresa tutta di scapito. - Essere più la spesa che l'impresa, d'un magro affare. - Far bot- teghino, trafficare illecitamente. - Far dei lunari, perdersi in vane speculazioni. - Il diavolo ci ha messo le corna, o la coda, o lo zampino, di un af- fare che, cominciato bene, finisce male.
Mangiar le pesche per vendere i nòccioli, di chi fa affari, traffici sconclusionati. - Mettere una toppa. detto per indicare che allo stato di salute o agli affari di alcuno si potrà mettere un qualche rimedio, ma non tornarli al primitivo fiore. - Non c'è com- pensazione, quando la perdita è sproporzionata alla ripresa, il danno al compenso. - Non è terreno da porci, 0 da piantar vigne: non c'è da far bene, non c'è speranza. - Oste sull'uscio, magri affari. - Perdere il frutto e il capitale, indica l'inutilità, l'inefficacia d'un'opera, d'un'impresa qualunque - Reggersi su fuscelli (o stecchi), a stento, d' impresa, di affari. - Sbalestrarsi, sbilanciarsi, ridursi in perdita.
Tempo di male colte, di fiacca, di pochi affari. - Triste a quel soldo che peggiora la lira, di chi, per guadagnare inezie, perde il sostanziale. - Vender l'osso e il nodo del collo, di chi tira a vender roba per dissesti, per far denaro. - Zero via zero fa zero, di affari che non concludono.
Di PERSONE d'affari.
Affarista: si dice, m generale, di chi si occupa di qualsiasi affare onesto o disonesto (più spesso) senza alcuno scrupolo e soltanto guidalo dall'interessn : faccendiere, procacciante, cavalocchio, mozzorecchi, appaltone, brigatore, praticone {affarismo, faccende- ria, smania di far affari senza troppi scrupoli). - Agente, mandatario, ossia colui che opera in nome e per confo altrui, in affari di commercio o altri- menti ; chi tratta gli affari privati nelle case dei ricchi. - Fattore, agente d' affari, chi, per professione, tratta gli affari degli altri, gli interessi degli altri ; chi ha una qualunque agenzia : di assicurazione,
AFl'ARK — AFFETTA RK
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di pubblicità, di commercio, di informazioni, ecc.
- Appaltatore, chi prende o dà in appalto. - Ce- dente, chi cede qualche ratrione altrui, e questi è il cessionario. - Commesso, persona alla quale sia dato incarico di fare cosa alcuna in vece di altra persona. - Imprenditore, chi opera per conto altrui, ma conducendosi liberamente nel maneggio della cosa, come fosse propria. - Impresario, chi si inca- rica, mediante compenso, di procurare una cosa a tenor di domanda. - Intermediario, chi entra in mezzo, mediatore.
Mallevadore, chi presta malleveria, garanzia per altri (^ più debole la frasca del pisello, quando viene presentato un mallevadore più debole dil pagante). - Mandatario, la persona incaricata da un'altra di trattare una propria faccenda. - Media- tore, persona clie s'interpone per accomodare cause tra le due parti. - Ministro, nei negozi, quello che fa gli affari per il padrone, tiene i registri, ecc. - Negoziante, chi conduce o tratta affari, maneggi pubblici 0 privati. - Plenipotenziario, persona che ha piena facoltà in qualche affare. - Procuratore, chi agisce per procura.
Rappresentante, la persona che tratta gh affari di una ditta o d'una società commerciale, fuori dalla sede di questa. • Rigirone, di persona piena di ri- giri, di intrighi m affari. - Rilevatario, chi compera un fondaco ai merci o simile e subentra nell'eser- cizio al cedente. - Sensale, quegli che s'intromette fra i contraenti per concludere' affari, negozi; me- diatore. ■ Uomo d'affari, chi se ne occupa attiva- mente e costantemente. ■ Uomo di paglia, chi finge di contrattare per sé e fa per un altro.
Anfizionia, antico consesso dei deputati greci che si radunavano a Delfo in primavera, alle Ter- mopili d'autunno, per trattare degli affari pubblici.
Luoghi, uffici, atti, ecc., relativi ad affari.
Agenda, registrino per notarvi gli affari, giorno per giorno. • Agenzia, impresa, ufficio che tratta fac- cende altrui, mediante un compenso. Il luogo ove risiede l'agente. • Amministrazione, gestione degli affari propri o altrui, specialmente dei servizi pub- blici. - Appalto, impresa assunta per provvedere un dato genere di merci o prodotti, pagando all'auto- rità un canone convenuto, cioè una somma deter- minata. Associazione, l'atto di associare o asso- ciarsi, formando una compagnia o una società, un contratto o un trattato di società, per cui più per- sone si uniscono allo scopo di operare di concerto. • Azienda, governo economico di affari pubblici o privati: zienda, faccenda, negozio, agenzia, ammini- strazione. - Rotteghino, luogo dove si traffica ille- citamente.
Compromesso, atto col quale due o più persone SI rimettono alla deliberazione di uno o più arbi- tri per comporre qualche differenza, oppure si ob- bligano, sotto certe condizioni, di stipulare un dato contratto. Compromissario, chi fa un compromesso.
- Contratto, V. questa voce. - Impresa, compagnia che si obbliga di fornire, mediante una somma sta- bilita, merci, derrate, ecc., entro un tempo fissato.
- Informatore, chi dà informazioni, notizie relative ad affari e a persone d'affari. - Mediazione, mancia della mediazione o senseria; anche l'azione del me- diatore.
Noleggio, contratto col quale taluno si assume l'obbligo di trasportare persone o cose da un luogo allaltro, per via d'acqua, contro il pagamento di
un corrispettivo. - Nolo, pagamento di roba che si prende a usare temporaneamente, per restituirla; la somma, il prezzo che si paga per un noleggio 0 per la locazione di alcuna cosa.
Patto risolutivo, che scioglie dall'obbligazione. - Politica, il complesso degli affari pubblici e degli avvenimenti che interessano tutta la società. - Pra- tica, negozio, trattato, maneggio segreto. - Pegno, cosa di valore che si lascia per garanzia. - Percen- tuale, tasso d'interesse per cento o di provvigione. - Prestito, atto o contratto col quale si dà ad altri alcuna cosa, con obbligo di restituzione, e ciò gra- tuitamente 0 a titolo lucrativo (con frutto o inte- resse). - Procura, atto scritto, col quale si conferi- sce a taluno incarico di operare in suo nome; può essere generale e speciale, fatta per atto pubblico « privato. Anche l'uffic o di procuratore.
Rappresentanza, ufficio di chi rappresenta altri per affari o per qualsiasi titolo. - Senseria, l'opera del sensale e la mercede a lui dovuta per le sue presta- zioni. - Società, V. questa voce. - Trattativa, nego- ziato, trattazione d'affari. - Ufficio, luogo dove qual- che impiegato pubblico sbriga gli affari.- Vacazione, il tempo impiegato in qualche affare pubblico.
Affare, affarsi. Adibirsi, convenire, essere adatto.
Affarismo, affarista. Detto in affare (per sone d'affari).
Affascinare {affascinamento, affascinato, affasi i- natore, affa se inazione). Ammaliare, esercitare fà- scino. - Raccogliere legna.
Affastellare (affastellamento, affastellati). Met- tere insieme, far mucchio alla rinfusa.
Affaticare, affaticarsi {affaticamento, affati- cante, affaticato). Imporre, fare fatica.
Affatto. Interamente, del tutto.
Affatturare {affatturamento, alfatturato, uffot- turazione). Ammaliare, stregare, anche falsi- ficare.
Affazzonare {affazzonato, affazzonatura) Kar bello, adornare, ornare.
Affé. Maniera di esclamazione, di giura- mento.
Affermare, affermazione {ajfermativa, afjer mativo, affermato). Il dare per certo, per vero; dichiarare, asserire ; accertare (accertamento).
Affermarsi. Segnalarsi, distinguersi.
Afferrare {afferrato). Modo di prendet^e e tenere con forza.
Afferratolo. Arnese per attaccare, jier prendere.
Affertilire (affertilito). Rendere fertile.
Affettare, affettazione (affettato). Mostrare, ostentare qualità che non si hanno o in grado minore di quanto si pretende o si vorrebbe far credefe , dire o fare cosa alcuna in modo non na- turale, ma artificioso, ricercato, con soverchio stu- dio. Far lustra, far mostra, far gala, far profes- sione, piccarsi.
Affettato, ammanierato, manierato, artificioso, ar- tificiato, caricato, esagerato, ricercato, studiato, sti- racchiato; sdolcinato, lezioso, moinardo; dinoccolato, smaccato, tutto zerbineria, cascante di smancerie, di vezzi, sdilinquito, smorfioso; stiralo con le tanaglie, gestroso, smanceroso ; abbondane, ciaccione, saccente, che ricopre di parole, che sa far tutto, a sentir lui, e conosce tutto, affettatuzzo, di chi ha meschine maniere affettate, affetlazioncel le; affetto da snobi- smo, afl'ettato e pretenzioso (dall'inglese snob, cia- battino, villan risalito) ; arcifànfano, di chi s»
AITKTTAHK
AFl'KZIOXE
dà aria di gran baccalare, rivelandosi per uno scempio.
Cacasòdo, chi procede con gravità esageratamente superiore al proprio stato. - Caricane, molto cari- cato. - CeccosMa, affannone, chi ostenta di darsi mollo da fare. - Cerimonioso, lezioso, esagerato nel- far coniplimento ; formalista, atTettato, pedante; mo- scardino, per analogia, l' individuo attillato con af- fettazione, profumato, assettatuzzo, ecc.; pateticone, affettatamente noioso; re di picche, chi, non avendo alcuna autorità, se ne dà laria; rigorista, atfettatore di severità; sòr preciso, chi alfetta precisione; stinco unto, uomo senza cuore che alletta tenerezza; sve- nevole, affettato, lezioso negli atti e nelle parole.
Affettazione, essere affettato: affettamento, affetta- tozza, affettatura, ammanieramento, impostatura, caricatura; leccume, posa, ricercatezza, manierismo; squisitudine, smanceria, sgocciolatura, lezio. - Aria di protezione, una certa tal quale gravità che alcuno mostra in vista. - Ddddolo, smorfia, leziosaggine; idillio, affettazione di semplicità; rigorismo, afìfetta- zione di severità; sussiego, gravità affettata.
Modi di a kkettazione : avere qualche cosa di studiato, di ricercato; far le cose in cadenza; fare troppi sfoggi, troppe cerimonie, troppe invenie; stare, andare in contegno, in caricatura, in sussie- go, sui convenevoli; stare sull'onorevole, sul grande, sul grave, sul severo, in sul mille; in hruco e in farfalla, sul corauivóbis, in sul quanquam; tornare sul coramvòbis; star su bello; fare lo sdolcinato.
Aìtfanare, far l'allannone, mostrare di darsi gran brij^a (anfanamento, anfanato). - Fare dello spinto, aff<'ttare o far pompa d'arguzie, disinvoltura e suri.; fare il filosofo (iron.), allettare serenità, semplicità, fortezza d'animo; fare il franco, affettare sicurezza, non paura; fare il san Luigi, il casto, il devolo; ffir l'ispirato, di chi si atteggia, ne! tono e nella voce, a persona che abbia grande ispirazione poe- tica, soprannaturale - Pausare, far pausa, di per- .«iona che affetta gravità; parere un san Luigi, osten- tare docilità, mansuetudine; posare ., sc/raiar.st in umili salamelecchi, lasciarsi andare ad umili reve- renze. - Trinciare, trinciarla da liberaloni, da sa- pienti, ecc.. ostentarsi tali.
Affettatamente : leziosamente, caricatamente, ricer- catamente, in cadenza, leccatamente.
Affettare [affettamento, affettato). Maniera di fagliare.
Affetto {affettivo, affettuoso). Impulso, movi- mento deìV animo; sentimento, facoltà di sentire; ciò che si prova, si sente verso altri e per altri, sia amore, odio, pietà, ira, ecc.: però detto specialmente in senso di benevolenza, di affezione. Anche, talvolta, in significato di desiderio, xo^Wa, cura, sollecitudine, speranza. - Affetto ardente, caldo (e allora è pa.s.sione), continuo; fervente, fer.vido, fervoroso; affetto fli madre, di padre, di fratello; forte, gagliardo, grande, intenso, imperioso; costante; inconcu.sso (fermo, stabile); intimo, lungamente nu- drilo; tenero, sublime, sviscerato (straordinario); cordiale, sincero; debole, tiepido.
Affettivo, di alTetto, che procede da affetto; atto a muovere affetto. - Affettuoso, che ha molto affetto e lo dimostra (parole atleltuose; poesia affettuosa). ■Animato, esprimente molto affetto: di volto, di- scorso, stile. - Attaccato, di persona affezionata e riconoscente. - Patetico, atto a muovere 1' affetto e le passioni.
Abbondanza, pienezza di cuore, esuhoi'anza d'af- fetto. - Aspirazione, affettuoso movimento dell'anima
verso alcun oggetto. - Carezza, dimostrazione d" af- fetto. - Cordialità, amabile dimostrazione d' affetto.
- Contrasto d'affetto, antagonismo, cozzo, urto, tra un affetto e un altro opposto e di natura diversa.
- Espressione d'affetto, il rivelarlo, manifestarlo con parole.
Insurrezione, ribellione: di affetti che ci spingono, ci trasportano a contrastare, a far protesta e si- mili. - Interiezione, parte indeclinabile del discorso esprimente qualche alletto dell'animo. - Mancanza d'alletto: apatìa. - Mozione d'affetti, il suscitarli, il metterli in gioco: detto specialmente di oratore che ecciti l'animo di chi ascolta. - Fervore, fervenza, vivacità d'affetto. - Fuoco, veemenza d'affetto.
Inclinazione, tendenza d'affetto, verso cosa o per- sona, - Raffreddamento, il decadere, l'affievolirsi di un affetto.
Scintilla d' affetto, manifestazione viva, guizzo, sprazzo. - Simbolo dell'affetto: l'acacia. - Sollecitudine, di affetto che è vigile, pieno di attenzione. - Solle- vazione d'affetti, irrompere gagliardo e improvviso.
- Svisceratezza, gran fervore d' affetto. - Svolgimento itegli affetti, il loro modo di manifestarsi, di pro- dursi. - Testimonianza, prova, pegno. - Zelo, affetto, stimolo dell' altrui e del proprio bene. T."^
Movimento degli affetti. -- Abnegare (abnega- zione), resistere agli impulsi d'un affetto, astenersi dal secondarlo. - Accendere, accendersi, suscitare, destare un affetto ® esserne presi. - Acuire, rendere più vivo, più penetrante, più fervido. -. Agitare, muovere gli affetti. - yt//emr^, modificare, in peggio.
- Ardere {ardente, ardenza, ardore), di affetto calo- roso, veemente, del quale ci si sente compresi, com- pC'ietrati. - Attestare {attestazione), dimostrazione, prova. - Avere, stare a cuore, a petto, prendere a cuore cosa, o persona, occuparsene con solerte affetto.
Concepire, sentire, pórre, riporre, dimostrare, por- tare affetto; suscitare, desiare, inspirare; frenare, reprimere, sfogare l' affetto: espressioni di chiaro significato. - Fervere, di affetto vivace, che perdura calorosamente. - intenerirsi, commuoversi, sentire profondamente un affetto, per lo più di pietà. - Intiepidire, intiepidirsi, perdere di fervore, di inten- sità. - Sfogare, dimostrare vivacemente l'affetto che si sente. - Soffocare, reprimere, far tacere, estinguere spegnere un affetto.
Locuzioni. — Baciar coi denti, dar prova di affetto in apparenza e offendere in sostanza. - Cuore pieìio di gioia, di dolore, ecc., vivamente compreso di questi e d'altri affetti. - Dire, fare con tenerezza mesta e rabbiosa, per contrasto d'affetti. - Non avere viscere (lig), cioè non alletti, non senti- menti. - Restar li strozzato a mezza gola, dell'affetto che non può esprimersi; impedito, soffocato. - Te- sori della mente e del cuore, gli affetti buoni. Uscire, venire dal cuore, di manifestazione d'affetto sincera, spontanea.
Affètto (participio passato del latino afficere), Dicesi di chi sia preso da una passione o, più specialmente, da una malattia.
Affezionare, affezionarsi {affezionalo). FUmi- dere affezionato, prendere affezione.
Affezione. Sentimento di benevolenza per altri: affetto, amore in senso generico; amorevolezza, af- fettuosità, facollà di «w/are; apponimento, apposi- zione di cuore; dolce moto, amazione, legame del cuore. L'affezione può essere antica, recente, spe- ciale; certa, grande, inconcussa; dolce, soave, ecc.. ecc. Si concepisce, si sente, si dimostra, si mani- festa con parole o con fatti, e simili; si inspira, si
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infonde, si suscita iieli'auinio d'aUri, oxc. - Affethut- mmente, amorevolmente, cordialmente, di. vero cuore.
Affezionrellfi (diminiilivo), afTezione poco inten- sa, superficiale, di ragazzi, eco. - Attaccamento, atle- zione verso persona che ci fa del hene. - Bene- volenza, disposizione d' animo affettuoso, o, per lo meno, non avverso. - Culto, di affezione vivissima, accompagnata da gran deferenza. - Devozione, sen- timento di deferenza, d'affetto e di servitù verso una persona. - Dilezione, affetto, cura diletta, spiri- tuale. - Feticismo, affezione, adorazione cieca, ecces- siva. - Grazia, affetto benevolo da superiore a inferiore (essere nelle grazie di.... ). - Idolatria, aflTezion*^ esagerata, fanatica. - Simpatia: veggasi questa voce. - Tenerezza, affezione con un misto di compassione o di speciale preferenza o predilezione.
Proverbi: Affezione wcieca ragione. - Cosa per [orza non vale una scorza. - La lingua batte dove il dente duole.
Affezionare, ispirare affezione, farsi voler bene; ìiaffezionare, fiir riprenden; o riprendere affezione.
Affezionarsi, prendere, collocare, mettere, porre affezione; rivolgen; 1' animo; prendere a grado, in grado, a buon grado; appiccicarsi, attaccarsi; inco- uìinciar ad anuire, - Accarezzare, aver caro alcu- ìio, essergli affezionato.
Affezioìuito : attaccato, atnico, ben affetto, atte- nente, benevolente, dedicato, dedito; devoto, devo- tissimo, sviscerato; tutto di qualcuno o per qualche cosa; pieno di qualcuno, anima e corpo di un tale.
Caro, di persona o cosa a cui abbiamo grande affezione e stima. - Devoto, chi ha e professa devo- zione. - Tenero, molto curante, affezionatissimo. - Contrario: disamorato, indevoto, disaffezionato; di- samorevole. - Disaffezionare, disaffezionarsi, far perdere o perdere 1' affezione. - Disaffezione, diminu- zione o cessazione d'affetto; disamorevolezza.
Locuzioni. — Avere il capo a una persona, averle affezione, cura. - Conciliarsi l' affezione, cattivarsela, procurarsela, guadagnarsela.- /n^razjarsz, entrare nel- le buone grazie di qiiàknno, ingrazìoniì-si, lo stesso che ingraziarsi, ma più intensivo e con un certo significato di leziosaggine. - Dare, ricevere un con- trassegno d'affetto, cioè un segno, una prova. - Da questo lato non ci sente: di persona che non s'affe- ziona che all'interesse, o accennando dalla parte del cuore. - Espandersi, essere espansivo, avere espan- sioni, di chi è facile a dimostrazioni affettuose. - Essere persona del nostro cuore, di chi ha la nostra affezione. - / nomi di babbo e mamma s' attaccano alle labbra: dimostrano per natura affetto. - In vi- sceribus, con tutto l' affetto, con tutte le viscere. - Morire su una persona o su una cosa, mostrarne un affetto, una voglia straordinaria. - Tenerci a una cosa, esserci attaccato, affezionato.
Affezione. Stato morboso del corpo, intUattia.
Affiatare, affiatarsi {affiatamento, affiatato). Mettersi (Y accordo con qualcuno; prendere dime- stichezz:i, fainiliarità.
Affibbiare (afjibbiamento, affibbiato, affibbiatura). Congiungere, unire con fibbia: detto di veste, di calzatura, ecc. - Figur., attribuire una colpa.
Affidare {affidamento, affidato). Rimettere, dare <;osa o incarico a (jualcuno, con fiducia. - Dare in custodia.
Affidarsi. Aver fede, fiducia.
Affidavit. V. a credito (titoli).
Affienare, affienire {affienare, affienito). Vol- gasi a bestiatne e ;i fieno.
Pkkmoi.i — Vocabolario Nonienclalore.
Affievolire {affievoUmento, a ffìe colilo) , Render lìevolt', debole.
Affig-gere {uffkso). Fissarii, attaccare. - Appic- cicare ai muri un avviso. - Dare con tal tiìezzo pub- blicità ad una legge o ad altro.
Affìg-liolarsi. IVendeisi per figlio.
Afflgurare {affigurato). Vedere a figura.
Affilare {affilato, affilatura). Lavoro di arro- tino. — Porre in filu.
Affilato. Di naso fuie e regolare ; di \ iso ììki- gro; di lingua maldicente.
Affllettare {a f filettato). Lavoro die si la ;id una rete. - Detto anche a ragno.
Affiliare, affiliazione {affiliarsi, affiliato). L'a.scrivere o l'ascriversi ad una associazione.
Affinare, affinamento {affinato, affinatura). lUdurre fine (di metalli, ecc.), sottile. — Portniv a perfezione.
Affinatolo, Vaso o forno per atrmare.
Affinchè, affine {a fine di.,.). Veggasi a scopo.
Affine. Avente affinità.
Affinità, (irado (li parentela. — Conformiti!, analogìa, relazione, somiglianza.
Affiocare, affiochire {affiocato, affiochito). Render fioco, debote, ottuso: di lume, di suono, di voce,
Affioraniento. Apparire d'uno strato di ìne- tallo a fior di terra.
Affissare, affissione {affis.mto, affisso). L'af- figgere: di avviso e d'altro.
Affissi. Parti deWarmadio a muro, della fi- nestra, dell'ascio.
Affisso. Bando," avviso. — Voct? che serve di legame al discorso.
Ajffittacàniere. Vln fa il mestiere di dare in af- fitto camere.
Affìttacavalll. Chi dà a nolo un cavallo, o più cavalli, con la cati'ozza.
Affittaluòlo. Chi prende in affitto.
Affittare {affittamento, affilato, affittatore). Dai<? 0 prendere in affitto.
Afiattire, affittirsi {affittito). Rendere, divenia- re folto.
Affitto. Cessione, concessione dell'uso di una casa, di un podere e simili, a tempo determinato e contro compenso in danaro. Anche la somma, la quota che ratealmente si paga per ciò : fitto, fìttaiiza, prestazione, pigione (solo di casa), nolo, noleggio (di cose mobili), locazione (il patto dell'appigionare un quartiere); conduzione (specialmente di poderi).
- Affitterello, affìtto di poco conto. - Appigionasi, it cartello che, alla porta d'una casa, indica i locali da affittare. Est locanda. — Canone, la ({uota di de- naro dovuta per un affitto. - Conferma, rinnovazione dell'affìtto. - Contratto, la locazione, il patto col quale si stipula l'affìtto: esso dura, scade, si rinnova, ecc.
- Disdetta (dal verbo disdire), l'intimazione forinalf data da un padrone all'affittuario perchè sgombri, entro un determinato limite di tempo, la casa, il podere, ecc. (Dare, mandare, intimare la disdetta, spigionare). - Dozzina, l'affìtto di stanze ammobigliate fornite però di servizio e biancheria. Mezza o tutta dozzina, quando si ha anche il mangiare; ma in tal caso più comunemente e meglio si dice : stare a retta, a pensione. - Inquilino, chi prende in affitto un ap- partamento in una casa: pigionale. - Pigione, il prez- zo che si paga per l'affitto d'una casa. Abbuasare, diminuire la pigione; rincarare, aumentarla. - Sublo- cuzione, locazione, affìtto di secondo ordine, quelle cioè che il conduttore, a sua volta, concede ad un
:ìì
ttMv.o sulla stessa cosa a lui locata. - Terratico, af- fitto che si ricava dalla terra.
Affittamento:YAÌ\\i\in\y, il coi>tratto e il tempo i)er cui si allìtta, affittanza; allocazione, allocagione; allogamento, appigi()nain(M>to. - Jjìrativo, loratizio, di afilttamento.
Affittare: darti a fìtto, ad affitto; in affitto: locare (locazione), allogane; appigionare (la casa, la villa, ecc.). dare a pigione, a pensione. Dicesi anche nel senso di ])rendere in affitto, tenere a prezzo, tenere a pigione; prendere, pigliare, torre a nolo, di cose mohili, pren- dere a costo, fermare. — (contrario di affittare: sfittare {sfittato, non dato in affitto). — Riaffittare, ripete af- ììttare. Anche subaffittare, raffittare, riallo,i;are. sui)- locare, sullogare; fare, prendere un subaffitto; riap- pigionare, infermare la casa, rinnovarne l'affitto. -
Appigionabile, dà appigionare, affittan;. Appigionato, affittato, U)cato, ecc. - Affittuario, chi prende in af- fitto; aflittaiuolo, liftahile (per affitto di poderi), fittuario; affittale, alfittuale, fittùale; conducente, conduttore, locatario. Sala^'co, affittuario quasi per- petuo. Condurre (conduzione), il tenere in affitto.
Affittatore: chidàafìtto: affittante; appigionante, appigionatone; allogatore. hK-atore: noleggino (di cose mohili).
Afflare, afflato. Yeggasi a fiato.
Afflig'g'ere, afflizione {nffìiqgente, affliggersi ; (ifflitlii^o, afflizione). Il cagionare tristezza, dolore. triholo, travaglio.
Afflosclre {afflosciti). Diventar floscio, debole.
Affluente. Il fiume che shocca in un altro.
Affluenza, afflusso. Concorso di un fluido, di un liquido in un luogo, in un punto. - L'accorrere di folla.
Affluire {afflw'ìile, affluito). 1/avere affluenza.
Affocare, affocarsi {affocalo). A])piccare, pren- der fttoco, arroventando.
Affog"are {affogamento, affogalo). Soffocare, far morire sommergendc» nell'acqua o in altro liquido: annegare. - Rovinarsi in un cattivo affare, •> spe- cialmente in un cattivo 'ìnatrinionio.
Affocato. S(Miza luce.
Affollatolo. Di luogo hasso, chiuso, caldo, nei (piale non si ])uò respirare bene.
Affog-Ilare {affogliato). Far la foglia per il bestiame.
y Affollare, affollarsi {affollamento, affollato). ('concorrere in folla,
Affoltare, affoltarsl {affollato). Accalcarsi, far folla.
Affondare {affondamento, affondato, affondatura). Sommergere udVacqua o in altro liquido: spro- fondare, subissare. - Andare a fondo: di tiare. - In- (U)nvenient(i del canuninare su ternano molle, jian- tano.so.
Afforcare {afforcato). Manovra di tiare.
Afforestlerare {afforestierato). Itendere fore- stiero.
Affortiflcare (affortifimto). Rendere forte; l'are mi lavoro di fortificazione.
Affortunato. (Ihc ha fortuna.
Afforzare {afforzamento, afforzalo). Rendere forte.
Affossare (affossamento, affossato, affossatura). Scavare fossa o fosse, in un campo, in un ter- reno qualsiasi. .Sfrondare!.
Affralire {affralimento, affralito). I{endere o di- ventare fragile.
Affrancare, affrancazione {affrancamento, affrancato, affrancatura). Il far libero inio schiaro.
- Pagare il porlo d'una lettera mediante franco- bollo. - Liberarsi da un cànone.
Affranto. Rotto da fatica, preso da forte stan- chezza. - Di animo in gran dolore.
Affratellare, affratellarsi {affratsUamento, affratellato). Stringere, string(>rsi in unione d'affetto, come da fratello a fratello.
Affrenare {affrenato). Mettere in freno; repri- mer(\ moderare.
Affresco {fresco, affrescare, frescare) Genere di pittura.
Affrettare, affrettarsi {affrettamento, affret- tato, affrettatamente). Stimolare a far presto; fare in fretta.
Affrittellare (affrittellato). Modo di friggere l'uovo.
Affrontare {affroìdamento, affrontato). Movere arditamentii contro alcuno; assalire, - Esjiorsi a qua! die pericolo. - Mtitten; a confronto.
Affrónto. Ingiuria, offesa.
Affuniare, affumicare {affumamenlo, affa- mato, affumatura, affumicamento, affumicazione). Sot- toporrti all'azione del fumo. - Processo per la coii- servazione della carne. - Figur., oscurare.
Affusare, affusellare, affusolare {affusa- mento, ecc , affusato, ecc.). J\endere sottile in punta, a guisa di fuso. - AZ/ks^/Zato, sottile e diritto: dicesi di colonna, di dita, ecc.
Affusto. Il carro, il letto del cannona.
Afidi. Piccoli insetti che vivono in numero ster- minato in varie specie di })iante. succhiandone gli umori.
Aflllo. Vegetale che non ha foglia.
Afonia. Privazione, mancanza dtiUa voce.
Afono. Senza voce.
Aforisma, aforismo. Massima, sentenza, detto memorabile.
A forzlori. Modo di argomentazione.
Afoso. Che cagiona afa.
Aframetro. Citato a bottiglia.
Africanista, africanismo. I reggasi a con- quista.
Africano. Detto a vento.
Afro. Lo stesso che acre, aspro.
Afrodisia. Appetito venereo, istinto sessuale.
Afrodisiaco. Medicamento a cui si attribuisce la virtù (li e(-citan! gli stimoli diììVistinto sessuale: tali la cantaride, il fosforo, il nmschio, lo zenze- ro, (HX.
Afrodite. SoprannouKì di Venere.
Afrodlto. Individuo senza organi genitali.
Afrore. Forte e grav(! odore.
Afta. Male della bocca.
A S'alia. Sulla .superfìcie ddì' acqua o d'altro liquido.
Ag'ape. Convito. ftaw-cfeeWo, specialmente degli antichi cristiani e della Massoneria.
A g-ara. A concorrenza: del gareggiare.
Agar agrar. Specie di alga.
A garganella. Modo di bere, ti-acannando senza riprtuider fiato.
Agàrico. Qualità di fungo, rappn^sentato da parecchi(! si>ecie : il Inanco, che è medicinale (pui- gante) e fa spumare i litpiori amari ; il campestre. di carnti bianca e sajiorosa ; (piello da esca, o dei chirurghi, atto a servire da emostatico ; Vii^urki» di pie nero, conmiestibih!, con gambo nero, vellu- tato; il mortifero, velenoso, couiune nei boschi; il moscario, piivc, inmiegato come medicinale, ecc.
Agata. Crislallo di r(^cca, semitrasparenlti. mi-
AdATODKMUNK - AUGIIWGEKK
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caglio del quarzo e dell'opaU!, con materie argil- lose, ferrifere e inaiigaiiesifere ; pietra dura e di \ ari colori, da ornainetito. Di varie qualità : oc- chiuta, screziata, macchiata o figurata, muscosa, orientale, cristallina, punteggiata, lenticolare (o che- lidonia), arborizzata, o pietra di Mosca, d'Islanda (ossidiana), ecc. Si hanno àgate lineate, ondate, po- mellate, marezzate, reticolate, dentate, dragate, ad occhi, ecc. - Varietà di agata: calcedonia, corniòla, diaspro, eliotropio, grisopazio, onice, sardonica, sar- diigata. Ag-atodèmone. Nella mitologia, spirito huono. Àg-ave. Pianta amarillidacea, originaria dell' A- nierica, naturalizzata nel l)acino del Mediterraneo: dà fibre tessili, buone per far cappelli, corde, reti, stuoie, impagliare sedie, ecc. - Lino d'America, l'a- gave americana. - Canapa di San Domingo, fibre tessili di varie specie di agave. - Pita, fibre di agave. Ag-èinina (ageminato). Lavoro di gioielliere. Agenda. Registrino, libercolo per annotarvi tjiiesto 0 quell'aj^are ; diario, taccuino.
Ag-ènte. Tutto quanto può agire, influire. - Persona che tratta questo o qymW affare per conto d'altri; chi cura gli interessi d'una famiglia {agente domestico), o si assume incombenze di commercio (rappresentante), o è amministratore di beni rurali [fattore). - Tennìne dì chimica e dì fisica. - Agente della forza puhblicM, funzionario di polizia; agente provocatore, tristo arnese della stessa. - Agente di camino, cambiavalute, banchiere. - Agente diploma- tico, funzionario, a servizio della diplomazia.
Ag^enzia. L'ufficio di chi si occupa di affari altrui. - Circoscrizione anuninistrativa per la riscos- sione di qualche tassa. - Agenzia d'affari, ufficio che tratta imprestiti, vendite ed altro. - Agenzia d'avvisi, quella nella quale, pagando un tanto si ottiene la pubblicazione di avvisi dì vendita, di compra, di pubblicazione d'opere ed altro. - Agenzia d'indicazioni, quella che dà indirizzi di quartieri, inobiliati e smobiliati, con tutti gli schiarimenti utili. - Agenzia di trasporti, quella che provvede a trasportare merci, masserizie, ecc. - Agenzia tea- trale, quella che attende ad alcuni bisogni di un teatro.
Agevolare, agevolamento {agevole, aget:o- lato, agevolezza). Il rendere comodo, facile. - Il pro- curare vantaggio.
Aggallàto. I)(!tto di terreno torboso, pa- 1 udoso.
Agganciare {agganciato, agganciatoio). Modo di attaccare e di prendere.
Aggangherare {aggangherato). Fermare con gànghei'O.
Aggarzonare, aggarzonarsi {aggarzonato). N'edasi a contadino.
Aggattlgliarsi {aggattigliato). Fare rissa o jtettegolezzo per cose da poco.
Agga vignare {aggavignato). Modo di pi^en- dere.
Aggeggiare, aggéggio {aggeggiato, aggeg- giane). Gingillare, fare sconclusionatamente.
Aggentilire {aggentilirsi, aggentilito). Diventare u r,endere gentile. Aggere. Rialto di terreno. Aggettare, aggetto {aggettato). Termine di mrchitetturaf riferentesi a muro, a edificio.
Aggettivo {addiettivo, adiettivo, aggiuntivo). Uno degli elementi essenziali del discorso, che stM\e a qualilìcare un sostantJ^o o ad indicarne le
qualità e il modo di tessere : , affisso, aggiunto, epi- teto ; talvolta, soprannome. E maschile (buono) o femminile (buona) ; deve accordare col suo sostan- tivo in genere e numero. - Positivo, l'aggettivo ado- perato semplicemente ; comparativo, quello che tisprime eguaglianza o maggioranza o difetto di cose; paragonate insieme ; superlativo, quello che indica il terzo e supremo grado della comparazione.
Numerale, l'aggettivo esprimente numero, ed è : cardinale, se esprime numero semplice ; ordinativo,^ quando significa numero con ordine (es., primo, se- condo, ecc.) ; distributivo, quando indica un deter- minato numero considerato conie un solo gruppo. Si distingue anche l'aggettivo concreto (che si unisce al nome), il determinativo (che dà termini precisi); possessiim (mio, tuo, ecc.).
Aggettivazione, aggettivare (neologismo), arte e fa- coltà di apporre aggettivi. - Regime degli aggettivi dicesi quando, per le varie relazioni che esprimono, determinano il caso in cui deve essere il -so- stantivo.
Aggètto. Termine di architettura; sporto di un edificio.
Agghiacciare, aggliiacclarsl {agghiaccia- mento, agghiacciato). Ridurre, diventar ghiaccio.
Agghiaccio. Movimento per far girare il ti- mone di una nave.
Agghiadare, agghiadarsi (agghiadato). Lo stesso che agghiacciare.
Agghiaiare (agghiaiato), (loprii- di ghiaia una strada.
Agghindare agghindarsi (agghindato). Ac- conciare, ornare, ornarsi : specialmente del ve- stire.
Aggiardinare (aggiardinato). Ridurre un ler- reno a giardino. Aggina. Porzioni di pàscolo pel bestiame. Aggio (aggiotaggio, aggiotatore). Vantaggio sul cambio della moneta. - Interesse di capitale.
Aggiogare (aggiogamento, aggiogato). Imporre giogo al bestiame. - Tenere, mettere in condizioni di schiavitti.
Aggiornare (aggiornamento, aggiornato). Farsi giorno. - Rimandare, prorogare. - Rinviare una causa.
Aggiotaggio (aggiotatore). Speculazione di borsa.
Aggirare, aggirarsi (aggiramento, aggirato, aggiratore). Muovere, percorrere in giro; andare, girare intorno ; tendere un inganno, preparare un imbroglio.
Aggiudicare, aggiudicazione {aggiudicata- rio, aggiudicato). Il dare, Vassegnare : detto di asta, di concorso, di premio, di atto gitidi- ziario.
Aggiungere, aggiunta (aggiungimento, ag- giuntivo, aggiunto, aggiunzione). L'unire cosa a cosa, mettere qualche cosa di più : accrescere, aggregare, completare, crescere, giuntare, raggiuntare. Appicci- care, attaccare, accoppiare; accordare, aggregare (ag- giungere al numero), posporre, annestare, ingrop- pare una cosa a un'altra; arrògere (poco usato), annèttere. - Abborrare, aggiungere cosa a cosa di poco momento. - Allegare, di documenti, aggiungerli ad atti 'o memorie, per suffragarne le considera- zioni. - Apporre, mettere in aggiunta e accosto, vicino. - Incastrare, includere fra mezzo ; nel senso generico, unire una cosa ad un'altra per artifizio.
- Rincappeltare, aggiungere cosa a cosa, di vario genere.
- Soggiungere, aggiungere parole (soggiunzione) nel
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AGGIUNTARE
AfilATKZZA
(lire o nello scrivere: soggiugnere. - Sopt-aggiungere, aggiungere per soprappiù.
Aggiunta, aggiungimento, aggiuntura, aggiunzione; accessione, accrescimento; addizione, adiezione, ag- gregazione, aggregamento ; appendice (cosa accesso- ria), complemento, corollario, giunta, sopraggiunta; soprassello, supplemento, soprappiù ; annessione, coda, stràscico ; prostesi. - Di scrittura, postilla. - Af- filiazione, di persona che si aggiunga agli ascritti di una corporazione, di una congregazione, di una società (affiliarsi).
Aggiuntit'o, atto ad aggiungere e aggiungersi : ad- diettivo, soggiuntivo, '
Aggiunto^ unito, aggregato, annesso, associato ; ad- dizionale, addizionato, complementare, supplemen- tare (che serve di complemento, di supplemento) ; subalterno, subordinato ; arroto (poco usato). - Ac- cessorio, quanto, essendo pure cosa a sé, si riferisce ad altra cosa principale. — Anche, particella copu- lativa che significa aggiunta a quanto si é detto: ancora, altresì, eziandio, pure.
Aggiuntare (aggiuntato). Mettere per giunta, aggiungere, congiungere, unire.
Aggiuntivo, ag^unzione. Vedasi in ag- giungere.
Aggiustare {aggiustabile, aggiustamento, aggiu- stato, aggiustatura). Ridurre al giusto ; accomo- dare, mettere in . ordine ; riparare a qualche guasto. - Assestar bene un colpo.
Aggiustatezza. Modo conveniente di con- dotta. - Convenienza, precisio7ie.
Agglobare {agglobato). Riduire a forma di globo.
Agglomerare, agglomerarsi ( agglomerar itiento, agglomerato, agglomerazione). Unire, unirsi di molte cose. - P'ar tnacchio, riunirsi in folla.
Agglutinante. Sostanza usata in chirurgia e altrimenti, per agglutinare.
Agglutinare {agglutinamento, agglutimito, ag- glutinazione). Attaccare, unire per mezzo di glu- tine. - Agglutinanti, adesivi, cioè sostanze che ade- riscono, si attaccano : cosi il caucciù, il - coUodion, la destrina, la guttaperca, lo sparadrappi.
Aggobbire {aggobbito). Diventar gobbo.
Aggomitolare, aggomitolarsi (aggomito- lato). Ridurre, avvolgere il filo in gomitolo.
- Modo di positura.
Aggottare (aggottala). Cm\av V.xcmxn entrata in una nave, in una barca.
Aggradare (aggradato). Essei'c a gradoy pia- cere.
Aggradire {aggradevole, aggradimento, aggra- dito). Essere a grado, piacere.
Aggradulre (aggraduito). Destare, accpiistarsi gratitudine.
Aggraffare (aggraffato). Modo dì prendere.
Aggraffignare (aggraffignato). Aggraziare, rttr- bare.
Aggrampare (aggrampato). Modo di prendere.
Aggranchire, aggranchirsi (aggranchimento, aggranchito). Aggranchiare (irieno comune), intiriz- zire per freddo.
Aggrandire, aggi*andirsl (aggrandimento, aggrandito). Fare o divenire grande o p|ù grande.
- Aumentare di potanza, di ricchezza.
Aggranfiare (aggranfiato). Modo di prendere.
Aggranfignare (aggranfignato). Prendere, ru- bare destraiiii'ute.
Aggrappare, aggrapparsi (aggrappato). Mo- do di arrendere, di aftaccdi'sif di annodare.
Aggraticciare (aggraticciato). Intrecciare a modo di graticcio.
Aggravare, aggravarsi {aggravaìnento, tifi- gravante, aggravato, aggravazione). Rendere o ren- dersi più grave, in fatto di malattia, di diffi- coltà, di pericolo. -Volgere al peggio - Accresce)-^ il biasimo, la colpa. - Aujuentare il jteso. pre"- mere con peso.
Aggravezzare (aggravezzato). Sottoporre u tassa, a imposta, a dazio.
Aggravio. Incomodo, danno, colpa, dazio, imposta,.
Aggraziare, aggraziarsi (aggraziato). Dare, acquistar grazia. - Rendere grato, acquistarsi gra- titudine.
Aggredire, aggressione (</</ redìmento, ag- gredito, aggressore). Assaltare, assalire.
Aggregare (aggregato, aggregazione). Ascri\iM't> ad un corpo. - Aggiungere al num«'ro.
Aggressióne, aggressore. L'atto di assalire e chi lo compie.
Aggrezzlre (aggrezzito). Intirizzire per freddo.
Aggrinzare, aggrlnzlre (aggrinzamento, ag- grinzimento, aggrinzato, aggrinzito, aggrinzirsi). Rendere o divenire grinzoso, rugoso : della pelic che fa ruga.
Aggrottare (aggrotta mento, aggroltato) liict»'- spare le ciglia. - Lavoro di agricoltura.
Aggrottescare (aggrottescato). Manit-ra di pit- tura.
Aggrovigliare, aggrovigli olare (aggrovi- gliamento, aggrovigliato ; aggrovigliolamento, uggrori- gliolato). Ritorcersi in sé: detto specialmente del filo. - L'accartocciarsi delle pelli.
Aggrumare, aggrumarsi (aggrumato). Il coa- gularsi del latte e del sangue.
Aggnimolare, aggrumolarsl (aggnimolato). Il far grùmolo: di qualche erba.
Aggruppare, aggrupparsi (aggì-uppa mento, aggruppato). Formar gruppo, insieme, unione dì più cose 0 di persone.
Agguagliare (agguagliato). Rendere eguale.
- Lavoro di cappellaio. - Mettere a confronto, paragonare.
Ag3*^uagllatòra. Domia che lavora pel c<ip- pellaio. ■■■-.■.
Agguàglio. Confronio, paragone {\ioco usato).
Agguantare {agguantato). Modo di prend.ere, stringendo.
Agguato. Tranello, insidia.
Agguerrire, agguerrirsi {agguerrito), fen- dere, leiidersi atto alla guerra. - Far Vabitudine a una fatica, a un disagio.
Aggulndolare (aggnindolato). Far la matassa sul giiindolo. - Figur.. trarre in inganno.
Aghétto. CiOrdoncino. passamano, che serve come fibbia.
Aghi. Plurale di ago.
Agiatezza (agiato). Stato di chi é jtrdwe- duto del necessario ]>er vivere comodamente, l'rim» grado della ricchezza. Ruono stato, comodità di vita, couKKlezza, comodo, ;igio, prosperità. - V'eV/i c«- nonicale, vita agiata. - Delicatezze, gli agi raffinati.
- (>)ntrapposto: disagio, mancanza d'agi o d'agio, e specialmente di posizione incomoda.
Agiato: abbiente, benestante, uomo comodo, sigUM- rettf), signore.
Mkttkrk, mkttkusi in agiatezza: adagiare, adagiarsi; vivere agiatamente, slar bene, star comodo; a\er
AGIK.lK — AGLIO
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da vivor bene, passarsela bene; vivere senza lavorare, vivere di rendita, vivere del proprio; avere del "ben di Dio; avere stMnpre ago e filo (di persona l)eii provvista); far buona vita, fare il signore; es- sere in tenuta; mangiar col capo nel sacco; stare Mei cotone, nella bambagia, in panciolle; godersi il papato, lutti gli agi; stara pie pari; poter cantare, poter infiscbiarsi; non essere uso ai disagi, alle male notti.
Essere nel latte e miele; essere in un letto di rose, in buone acque; nuotare nell'agio, negli agi; non friggere con 1 acqua (di persona molto agiata); star conie un canonico o da canonico ; serbare la ti-ippa ai fichi; non lasciarsi patire (di chi si pro- cura tutti gli agi senza risparmio); stare in barba di micio (agiatamente e con lieto animo); tenersi come un pascià, come un signore, come un papa; aver da mangiare senza uìettere un dito nell'acqua oAlda -r Pone nella madia non gliene m/inca, di chi vive agiatameite.
Agriblle. (^he si può fare.
Agrlle. Chi sia sciolto di membra e abbia MgUità.
AgrlUtà. Scioltezza di membra, facilità nei mo- vimtmti della persona: destrezza, prestezza, snel- lezza, sveltezza; discioltura, disinvoltura; leggerezza, lestezza; prontezza, speditezza; spigliatezza, vi- spezza
Agile, destro, disciolto, disinvolto, leggero, lesto, pronto, snello, sciolto, scarrucolato, spigliato, vi- vace, vispo.- Persona agile. ioWeiio, silfide, silfo; an- guilla.
Agilità. Esecuzione rapida di un pezzo di niuHica.
Agio. (Comodità, comodo, agiatezza. - Spazio di f^fmpo sufficiente a fare una deternunata cosa.
Agiografo. Aggiunto di libro della Bibbia. - Ix) scrittore di cose sacre
Agire {agito). Operare, fare; iniziare V azione, passare dalle parole ai fatti. - Fare opera, adoperarsi, adoprarsi per ottenere alcunché: far pratiche, accu- dire; procacciare, procacciarsi; procurare, procurarsi; darsi attorno, far ufficio; sollecitarsi, affannarsi. — Muoversi, funzionare, di macchina^ di ruota e si?nili - Modo di comportarsi, di avere èontegno con altri o condotta per sé stessi. - Fare gli atti occoi'renti a una causa. — Agire contro: reagire.
Agitare, agitarsi {agitante, agitato). Veggasi in agitazione.
Agitatore {agitatricé). Chi agita più o meno in materia di polìtica.
Agitazione. Movimento in qualsiasi direzione, frequente e disordinato, fatto con maggiore o minor forza: agitamento, dibattimento, dimenamento, di- menio, dirompimento ; menamento, menata; rime- nata, rimenio; rimestamento ; ribattimento, sbatti- mento, .sbàttito, sbattuta ; rovigliamento ; sciacquatta- inento (di liquidi); scombussolamento, scombussolio; scossa, scossata, scossone; subbùglio, turbolenza (di ])e.rsone^; tempellamento, tentennamento, tenteunata, tentennio; trambusto, tramenio.
Figuratamente, commovimento dell'animo, dello s{)irito; forte inquietudine, ansia (cagionata da incertezza o vivo desiderio di una cosa'; ansietà (per paura o speranza), bollore, commozione, conci- tazione, crisi, fermento (per ira, per odio, ecc.); smania (agitazione molesta, che non lascia star fermo), scompiglio, turbamento, turbazione; tumulto dell'animo: riagitazione, rimescolio, rimescolo.
Agitare: muovere in qua e là; dibattere, dime- nare ; co'icitare (agitare con violenza) ; esagitare, far ondeggiare, menare, rimovere, scòtere, scuotere; sbatacchiare, sbattere, scombussolare, scommòvere, scossare ; rimenare, rimestare ; tramenare (agitare, rovistando) ; traballare, trabalzare ; tramescolare, vi- brare; sventolare (di bandiera). — In altro signi- ficato, sollevare una questione; Suscitare un af- fetto, una passione, inquietare, turbare.
Agitante, atto ad agitare, concitativo, eccitante - Agitato, concitato, inquieto, smanioso; energùmeno (chi nell'agitazione non sa più padroneggiarsi), esagitato.
Agitarsi, arruffarsi, mettersi in agitazione, conci- tarsi, dibattersi, sbattersi, contorcersi, dimenarsi, palpitare, smaniare, tremare, turbarsi ; inquietarsi, sconvolgersi ; pestare i piedi, sbattacchiarsi, scalciare; dare nelle smanie, in tutte le smanie ; avere il diavolo addosso o in corpo (di grande agitazione che fa dire insolenze, prorómpere in laménti e si- mili) ; lasciarsi prendere da furia, da ira.
Locuzioni. — Aggiungere fiamma al fuoco, cre- scere l'agitazione - Avere il mere, la mente in tem- pesta, in tumulto. Attere le spine, stare sulle spine, inquieto, in angustia. - Avei-e nel sangue il veleno, detto a chi non stia fermo. - Cavar dei gangheri, esser fuori dei gangheri, esser fuori di sé, non esser più in cervello. - Diavolo in carne, o in carne e in ossa, di persona che non si dà pace. - La mi bolle, o mi ribolle, detto da chi si senta agitare, rimesco- lare, tornar la bile. - Non avere, non trovar fer- mezza, di chi non può star fermo. - Non trovare terreno che ci sostenga, non trovar requie. - Non trovar terra che ci regga, non stare mai fermi - Venir budella in bocca (volgami.), venire il cuore in bocca, per scombussolio.
Agliaio. Leggasi ad aglio.
Agllaro. Leggasi ad aglio.
Agliata. Sorta di salsa.
Aglio. Pianta da orto, gigliacea, bulbosa, di odore acuto, con un ingrossamento presso la radice (come la cipolla), usata per condimento {in insa- lata e in più d'una vivanda) e in farmacia, for- mando un olio etèreo antelmintico. - Aglietto, agliettino, tamburino: l'aglio fresco e giovane, o in erba, cioè non ancora spicchiato, col capo tutto d'un pezzo; dai toscani detto aglio maschio. -Aglio capituto, con capo ben formato e granito. - Aglio spicchiuto, con spicchi ben distinti anche di sopra alla buccia. - Aglio domestico, usato per condimento e per varie applicazioni farmaceutiche. - Agliporro, pianta che ha le foglie del porro e il capo del- l'aglio.
Agliaio, luogo piantato d'agli (proverbio : Chi vuol un buon agliaio lo metta di gennaio); anche, ven- ditore d'aglisì, agliaro. — Agliata, specie di savo- retto, di salsa. — Capo d'aglio, quando é divelto e .secco . - Mazzo, filza d'agli, insieme di parecchi.
Parti dell'aglio. Bulbo, la radice di forma ro- tonda 0 bislunga, che sta fitta nel terreno: ad esso sono attaccate le barbe, ossia le radichette in ciufTp. - Code, le foglie. - Spicchio, ciascuno dei bulbetti che formano il capo dell'aglio, ciascuno coperto da una membrana bianchiccia e tutti insieme da un comune invoglio fogliaceo. - Resta, membrana lunga e sottile che ricopre gli agli e con la (juale li si legano. insieme. Anche gli agli cosi legati. - Fune di resta, quella specie di treccia o cordone, che ri- mane della resta, dopo spiccatine i capi d'aglio. - Mettere in resta, disporre in resta per più coinoda
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trasporto, e più facile conservazione, - Spoglio, la l)uccia.
Aglossìa. Mancanza della lingua.
Agna. La femmina Ae\Y agtiello.
Agnazione (agnatizio, agnato). Le}.'aiiie di pftr rentela.
Agnnellatura. Detto a pecora.
Agnello. Prodotto della pecora, (juando non ubbia ancora compiuto l'anno. Agnelletto, agnel- lino, agnelluccio ; bassetto, pecorino, lanosetto, agno (poet.). - Agna (poet ). agnella. agnellina, la femmina. - Agnino, di agnello.
Abbacchio, agnello giovane vissuto libero, in pa- sture aperte. - Agnello gordesco, quello che nasce nel febbraio; rernereccio, nelle provincie meridio- nali, quello che nasce da ottobre a dicembre. - Boz- zone, agnello castrato, che ha più d'un anno ; man- nerino, castrato giovane. - Casti-ato, agnello privato degli organi genitali; castroncino, castroncello ; castratino, castrone ; agnellaccio, agnellotto. In lin- guaggio furbesco, pasquin peloso.
Belare, belato, il grido dell'agnello ; deiragnellino, anche vagire. - Doppiare, dare ad un agnello due madri, quando una non abbia latte sufficiente.
Aliosso, osso del tallone della zampa di dietro del- l'agnello: i fanciulli ne usano per giuocare. — Basetta, la pelle dell'agnello. - Ventricino, rentruccio, ventri- colo di vitello 0. simili, contenente caglio.
Parti dell'agnello macellato. — Caravella, fe- gato, rigaglia. - Coscètto, più comune di cosciotto, parte separata per essere, cotta arrosto. Volgarmente, gigotto. - Matta (dicesi volgarmente a F'irenze), la testicciuola d'agnello alla (juale sia stato cavato il cervello. - Peduccio, tutta la parte dal ginocchio in giù - Sèlla, la parte che si leva dai due quarti da- vanti per farne le costolette. - Testicciuola, la testa staccata dal collo : si indora e si frigge. - Zampetto, zampuccio,h zampa macellata dal ginocchio in giù
L'agnello si cucina in vari modi : allo spiedo, ar- rosto, in teglia ; in frittura (il fegato), alla gratella (le costolette), ecc.
Agnello di Dio. Il Verbo incarnato, secondo il cattolicismo, - Agmtsdei, immagine, per lo più di cera, che lo rappresenta.
Agnello pasquale, (aitato a